Percy conosce Eros

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Percy non voleva essere lì, in quel momento.
Non accadeva mai niente di buono quando Percy era accompagnato sul Monte Olimpo, sia che fosse per un consiglio divino, sia che fosse per passare del tempo con Thalia, nei momenti di tregua dalla sua caccia eterna, sia che fosse per aspettare il ritorno del proprio fidanzato dai suoi doveri divini o dalle convocazione da parte di suo padre.
Percy, quindi, stava aspettando insieme a Thalia il ritorno di Apollo e Artemide, convocati dall’onnipotente Zeus per qualche stupida lamentela.
Per essere un dio onnipotente, e il re di tutti gli dei, Zeus poteva essere piuttosto fastidioso. E immaturo.
Percy non lo aveva ancora del tutto perdonato per aver quasi ucciso sua mamma quando aveva solo dodici anni, oltre ad averlo accusato di aver rubato la Folgore.
Percy non era un ladro.
Ma, in quel momento, i due stavano parlando male di tutti gli dei che passavano loro davanti, quando gli occhi di Percy caddero su un giovane dio estremamente sexy.
Non quanto Apollo, certo, ma solo a guardarlo Percy sentiva la propria passione salire alle stelle.
Thalia seguì il suo sguardo, prima di sbuffare e dire. “Ignoralo, quello è Eros.”

“Chi?” Lo sguardo di Percy fu distolto con estrema difficoltà dalla figura che stava passando loro davanti, per posarsi sulla cugina.
“Il figlio di Afrodite e Ares? Dai, non conosci Eros e le sue frecce? Il tuo ragazzo non se ne è mai lamentato?”
La menzione del proprio fidanzato risvegliò del tutto Percy dal suo tepore.
“Cosa c'entra Eros con Apollo?”
Thalia lo guardò sorpresa. “Davvero non lo sai? Apollo aveva definito Eros un arciere farlocco, definendosi migliore.”
“E la cosa non mi sorprende, quello che mi sorprende è riuscire a stare nello stesso spazio di Apollo senza che il suo ego mi schiacci.”
Thalia sbuffò divertita, proseguendo. “Eros ha deciso di vendicarsi, e lo ha colpito con una freccia. Apollo ha visto dopo Daphne e è stato colpito da profonda passione per lei.”
Percy la fissò, uno sguardo vuoto. Conosceva, nella sua limitata conoscenza dei miti greci, Apollo e Daphne.
Era come un avvertimento: non dire no a un dio, perchè altrimenti diventi una pianta.
Un’altra delle storie che facevano sentire i semidei molto felici e amati.
Ma non aveva mai saputo che la colpa del dolore del suo fidanzato era quel biondo odioso di prima.
“Eros ha causato quel dolore ad Apollo?”
“Beh, lui si è vantato e lo ha offeso.”
Percy guardò il dio, non trovandolo più sexy o attraente. “Lo vado ad uccidere.”

Prima che potesse fare un passo, però, Thalia lo fermò per il polso. “Percy, cosa pensi di fare?”
“Uccidere Eros, penso di averlo già detto.”
“Percy, no.”
“Percy, sì.”
Il ragazzo si liberò dalla stretta della cugina, avvicinandosi poi verso il dio dell’amore.
In quel momento, Artemide e Apollo raggiunsero Thalia, il dio del sole che perdeva il proprio sorriso smagliante alla vista della mancanza del proprio amante.
“Dov’è Percy?”
Thalia indicò la direzione della coppia, vedendo poi Apollo arrossire di rabbia e gelosia. “Eros mi sta fregando il fidanzato? Non deve toccare Percy.”
Thalia sbuffò. “Sarei più preoccupata per Eros, che per Percy.”
I due gemelli la guardarono incuriositi, Apollo perdendo parte della sua rabbia. Thalia si limitò a indicare ancora una volta il dio e il semidio, poco distanti da loro.

Eros stava osservando con un sorriso il semidio avvicinarsi a lui. Sapeva che era il piccolo giocattolo di Apollo di quel secolo, e non vedeva l’ora di allontanarlo dall’arrogante olimpionico.
“Perseus Jackson, cosa posso fare per…”
La domanda del dio venne interrotta da un forte pugno alla sua mascella, con Percy che ringhiava, a voce bassa, “Questo è per lo scherzo ad Apollo, in ritardo di qualche secolo.”
Eros alzò lo sguardo, ira e vergogna che si agitavano nel profondo della sua stessa essenza.
“Sono un dio! Non puoi prendere a pugni un dio!”
“Guardami.”

Apollo, osservando con un sorriso innamorato il semidio, urlò. “Sposami, Percy!”
Senza girarsi, il semidio agitò una mano verso il dio, annuendo distrattamente e dicendo. “Certo, tutto quello che desideri.”

Hermes, che aveva raggiunto il trio di spettatori, colpito dall’azione di Percy, aveva dato una gomitata al fratello maggiore, dicendo. “Bel protettore che ti sei scelto, Apollo.”
Il dio non gli rispose, nemmeno per ammonirlo di non avere pensieri impuri sul proprio fidanzato.
Allora, Hermes lanciò uno sguardo al dio, sbuffando quando ne vide l’espressione colpita.
“Apollo, sei proprio cotto.”
“è solo… perfetto.”

Artemide e Thalia, una volta che furono sicure che Eros, in quel momento in fuga dal semidio infuriato per conto dell’amante olimpionico, non avrebbe osato toccare il giovane semidio, se ne andarono, con la luogotenente che scuoteva la testa per l’idiozia del dio e per l’ingenuità di suo cugino.
Se Apollo avesse davvero voluto sposare Percy, avrebbe dovuto essere più esplicito di così. Con lui non bastava chiederlo.

Angolo autrice
Avevo solo bisogno di una fic dove qualcuno prende a pugni Eros.
Percy sembrava il candidato perfetto
By rowhiteblack

Percy incontra gli Dei (non incasinare con il suo fidanzato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora