1. film mentali

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«Ciao Livia, benvenuta»

Alla ragazza bastarono quelle semplici parole pronunciate da Lorella Cuccarini per capire che in quel momento non stava sognando, che era davvero lì, in quello studio che, seppur vuoto, aveva il potere di trasmetterle tanta adrenalina. Livia rispose con un sorriso sornione, consapevole che in quel momento non aveva le facoltà per spiccicare mezza parola, nemmeno un banale "grazie".

«Probabilmente sei un po' frastornata in questo momento, di sicuro non ti aspettavi una mia convocazione così su due piedi in questo studio vuoto» continuò la donna, seduta alla sua postazione di insegnante di canto.

Effettivamente no, Livia non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere. Subito dopo aver perso la sfida contro il cantante Niveo, durante la puntata registrata qualche ora fa, la ragazza aveva raccolto tutte le sue cose ed era tornata in albergo, pronta a recuperare la sua valigia e a dirigersi verso la stazione della metropolitana più vicina, per tornare a casa. Tuttavia, fu fermata appena in tempo da una comunicazione da parte della redazione di Amici, il programma che seguiva fin da bambina: uno degli insegnanti di canto voleva avere un colloquio con lei, faccia a faccia.

«Vorrei essere sincera con te» proseguì la donna, guardandola negli occhi. «Durante la sfida ho votato per Niveo. È un mio allievo e ritengo che lui meriti di stare qui».

Livia annuì, cercando di carpire dalle espressioni del viso di Lorella il significato di fondo di quella chiacchierata apparentemente senza senso. Lo aveva ben immaginato che lei avesse espresso la sua preferenza per il giovane cantautore toscano, le sembrava più che logico. Ci fu un silenzio assordante prima che la donna proseguisse con il suo discorso.

«Ma devo dirti anche che mi hai davvero incuriosita con la tua performance su Video Games di Lana Del Rey». Livia rimase contenta: teneva molto a quella canzone, lo riteneva il suo cavallo di battaglia ed era entusiasta all'idea di aver destato un'ottima impressione cantandola.

«Per cui, mi sono chiesta: una voce così chissà che inedito ha! Sarei curiosa di ascoltarlo, te la senti?»

La ragazza non si trattenne e fece un piccolo salto di gioia: «Ma certo, volentieri!». Si accorse che quelle furono le prime parole che pronunciò da quando rientrò in studio. Lorella si mise comoda sulla sedia, pronta ad ascoltare il brano della giovane cantautrice: si chiamava Occhi grandi.

Parlami di te, non ti conosco
in metropolitana siedi all'ultimo posto.
Sì, sono un disastro
sulle prime impressioni a volte casco
ma poi sorrido.

Scusa, mi presento, ti ho già visto
fai la stessa strada mia di venerdì sul presto
la mattina presto
con lo stesso libro in mano
sempre con gli occhiali da sole.

Ogni volta che accennava a cantare quella sua canzone si sentiva libera e senza nessun limite. Accadde anche in quel momento, quasi dimenticò di trovarsi in uno studio televisivo.

Con quell'aria di mistero
io non so nemmeno il tuo nome.
E quanto siamo strani
lo so che mi guardavi
anche tu, ma non mi hai detto mai
come ti chiami.

Paracadute
vorrei parlarti ma si spezza la voce a un passo da te.
Senza paracadute
vorrei saltare, ma mi spezzi la voce e non so perché.
Sembra di precipitare
dai tuoi occhi grandi grandi come il mare,
vieni qui e abbracciami.

I suoi movimenti si fusero con la musica e sentiva come se quel palco lo avesse già calcato una volta. Mai nella vita era stata così sicura di quello che faceva come quel giorno.

Guarda, questa notte sembra inchiostro
mi accompagni verso casa, fermati, c'è il rosso
sì, sono un disastro
sbaglio sempre le parole
sbaglio e poi mi mangio le mani.
Io non lo capisco l'amore
ma vorrei rivederti domani.

E quanto siamo strani
lo so che mi guardavi
anche tu, ma non mi hai detto mai
come ti chiami.
Paracadute
vorrei parlarti ma si spezza la voce a un passo da te.
Senza paracadute
vorrei saltare ma mi spezzi la voce e non so perché.

Sembra di precipitare
dai tuoi occhi grandi grandi come il mare
vieni qui e abbracciami.

Quando la base terminò Livia aveva ancora il microfono stretto nel suo pugno e gli occhi chiusi, voleva bearsi di quella circostanza ancora per un po': chissà quando sarebbe ricapitato. Sentì un applauso da parte di Lorella, deciso ed energico.

«Wow, questo brano è davvero bellissimo. Lo hai scritto tu?» chiese sinceramente curiosa l'insegnante.

«Sì, il testo è mio mentre per la musica sono stata aiutata da un mio amico che se ne intende» rispose la giovane.

«È dedicato a qualcuno in particolare?» incalzò Lorella.

«Beh... diciamo di sì. C'era questo ragazzo che incontravo ogni mattina sulla metro quando andavo a scuola, ma non ho mai avuto il coraggio di parlargli».

Livia rise di gusto ricordando quelle mattine in cui correva come una forsennata, puntualmente in ritardo, per raggiungere la stazione della metropolitana, in una Roma che la mattina presto era già una città in pieno movimento. Non seppe mai come si chiamava quel ragazzo bruno che incontrava tutti i giorni in stazione e accanto il quale si posizionava al centro del vagone. Si osservavano a lungo ma non ci fu mai una conversazione tra i due.

«Mi sono fatta dei film mentali su questo ragazzo per mesi e da qui è nata la canzone» concluse ridendo.

Lorella rise insieme a lei, dopodiché tornò seria.

«Devo dirti che scrivi davvero bene e ciò che proponi, musicalmente parlando, è davvero interessante. Io sarei felice di accoglierti nella mia squadra».

Per un attimo Livia non realizzò che la donna le aveva appena comunicato di essere una nuova allieva della scuola di Amici. Nonostante la sfida persa, Lorella aveva visto in lei del potenziale, al punto da volerla in squadra con lei a tutti i costi. La sua felicità era alle stelle, ringraziò la sua nuova insegnante all'incirca dieci volte, stringendo forte la felpa azzurra appena consegnatale da un addetto della redazione. Successe tutto così in fretta che la ragazza non ebbe il tempo di pensare a nulla, era letteralmente sottosopra.

E in un attimo si ritrovò con la valigia in mano davanti alla porta della casetta di Amici.

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Ciao a tutt*, questa è una storia la cui trama mi è venuta in mente quasi di getto, senza pensarci troppo. Non sono nuova su Wattpad, avevo un account con cui ho scritto un paio di storie tempo fa ma ho preferito ricominciare da zero. Sono praticamente sei anni che non scrivo una fanfiction su Amici, spero di non essermi arrugginita :D

Per quanto riguarda la canzone della protagonista, ho utilizzato "Occhi grandi grandi" di Francesca Michielin perché mi sembrava la più adatta. Invece il titolo della fanfiction si ispira alla canzone "Rave, eclissi" di Tananai, che avrà un ruolo chiave nella storia.

Non ho chissà che pretese, voglio semplicemente scrivere ciò che frulla nella mia testa :) Chiunque passi di qui (anche se non lo farà un'anima viva) spero si possa ritrovare nelle emozioni della protagonista e magari, perché no, farsi due risate. A presto!

𝐫𝐚𝐯𝐞, 𝐞𝐜𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢 ☽ | Amici22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora