CAPITOLO 1

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Oggi é il mio primo giorno di scuola. Non credo di dover essere ne felice ne agitata o spaventata, dato che ormai sono abituata a cambiare scuola. Si, per colpa di mia madre cambiamo spesso città. Da quando mio padre ci ha lasciate, mia madre é caduta in depressione e, con la speranza (per mia madre) di dimenticarlo, abbiamo iniziato a cambiare spesso casa. Ora siamo nel Bronx. Credo che lei non potesse scegliere posto migliore per vivere.
Da notare il sarcasmo...
Il Bronx è universalmente noto per essere uno dei quartieri più violenti e pericolosi, dove tutt'ora gran parte della criminalità è concentrata unicamente nell'area del South Bronx. Guarda caso, proprio dove ha trovato casa...
Lasciando perdere l'intelligenza di un criceto in prognosi riservata di mia madre, so già che mi cacceró in guai seri.
Nella mia vecchia città, ero nota a causa del mio caratterino non molto comodo agli occhi dei miei coetanei, e non.
Si, mi capitava spesso di trovarmi in mezzo a qualche rissa e di prendermi a scazzottate con qualcuno, a volte anche più grande di me di qualche anno.
Anche se odio pensarlo e dare ragione a i 'grandi', credo anche io che la scuola sia importante per formare il carattere di una persona. Nel mio caso, sono felice di aver incontrato persone con la quale ho dovuto difendermi. Se non fosse per loro, non ci sarei più da qualche anno... Insomma, ho solo 17 anni, se non sbaglio adesso, quando posso sbagliare?!
L'anno scorso mi chiamavano 'Lunatic Tuft', (Ciuffo Lunatico) a causa del mio ciuffo ribelle e i miei sbalzi d'umore improvvisi. Molti mi temevano, perché come mi ha sempre detto mio padre: Il diverso fa sempre paura.
Quando ero più piccola questa frase era una stupida frase senza senso, ora invece, é la spiegazione di tutto. Mio padre é stato parte fondamentale della mia vita. Senza di lui,non saprei molte cose. Grazie a lui, ho una mira precisissima. Quando avevo 13 anni, per il mio compleanno, mi regalò un coltellino. Appese in camera mia un bersaglio, tipo quello delle freccette, e mi disse che quando avrei beccato precisamente il centro, senza barare ovviamente, mi avrebbe portato a vedere i playoff dell'NBA (basket). Mio padre aveva una grande fiducia nei miei confronti, quindi quando riuscii finalmente a centrare il bersaglio, come promesso mi portò alla partita. Il mio carattere é stato influenzato anche dai posti in cui ho vissuto.
Ad esempio quando sono stata a Detroit. Io e mia madre ci siamo trasferite li esattamente un anno dopo la morte di mio padre. In quel periodo, sono dovuta crescere in fretta e ho dovuto sin da subito guardarmi le spalle da sola. Ed é stato proprio in quel periodo che ho dovuto tirare fuori tutto ciò che mio papà mi aveva insegnato.
Avevo iniziato a frequentare brutta gente. Erano tutti ragazzi più grandi di me, la maggior parte spacciatori e assassini, componenti di gang che si scontravano per ottenere il controllo del territorio.
Mi avevano accolto come una famiglia, per il mio coraggio e la mia 'lingua biforcuta', che era spesso la causa dei miei guai. Mi avevano insegnato solo ad odiare, a non provare pena e a non fidarmi di nessuno, mi avevano insegnato ha non provare sentimenti perché mi dicevano sempre: "Le regole fondamentali per sopravvivere In questo mondo di merda sono solo tre. Non amare, resterai fregata. Non provare pena, nessuno la merita. E non fidarti di nessuno, tutti mentono."
Tornando la mio primo giorno di scuola...
Mi svegliai alle 07:00 puntuale, grazie alla sveglia sul mio telefono. Svogliatamente mi alzai dal letto e andai davanti alla cabina armadio, per scegliere cosa indossare oggi. Optai per dei jeans azzurrino chiaro e una magletta nera, rigorosamente gigante (come sono solita usare) e per completare il tutto le mie Doc Martens nere opache. Non sono un di quelle ragazze 'dark' che si veste solo di nero, beh si, non uso colori molto sgargianti, ma non mi piace dare nell'occhio.
Indossai i vestiti e scesi di sotto dove c'era mia madre che 'preparava' la colazione. Credo proprio che stamattina non mangeró nulla... non sa cucinare nemmeno un uovo sbattuto!
"Ciao mamma." La salutai schioccandole un sonoro bacio sulla guancia. Anche se lei é stata la causa di molti dei miei problemi, le voglio molto bene. So che per lei non é stato facile essere felice, perché avendomi avuto a 18 anni non ha potuto vivere come una normale ragazza della sua età. Mio padre, fortunatamente, le é stato accanto e l'ha aiutata e appoggiata sempre in tutto. "Ciao tesoro." Sorrise mentre litigava con le uova che si attaccavano al fondo della padella. "Mamma, le uova sono già morte..." La presi in giro.
"Vuoi qualcosa da mangiare?"
Direi proprio di no se il menù é uova bruciate e insipide o del succo scaduto. "No grazie mamma, non ho fame. Ci vediamo dopo." La salutai infilandomi la giacca di pelle bianca.
"Okay tesoro. Mi raccomando... non combinare guai il tuo primo giorno di scuola!" Mi puntò il dito contro. Oh, mi conosce troppo bene.
"Oh mamma... questo non posso assicurartelo." L'abbracciai. "Ciao, ciao." "Ciao, fai attenzione!" Gridò dalla cucina per farsi sentire. Alzai gli occhi al cielo e mi chiusi la porta alle spalle, per poi iniziare a camminare in direzione della mia nuova scuola.
Nuovo inizio?

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora