Io e Korall ci facciamo le coccole sul divano

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- Michael, come sta davvero Korall? - mi domandò Fuoki mentre facevamo colazione. Sospirai. Korall dormiva ancora nella sua stanza, ma quando mi ero svegliato avevo deciso di non svegliarla, perché quella stessa notte aveva avuto due incubi e non era riuscita a dormire molto.

Scossi leggermente la testa, odiavo vederla stare male così, soprattutto dopo che stava cominciando a riprendersi dal rapimento. Sentii la rabbia infiammarmi il cuore. Perché il mondo non voleva lasciarla in pace? Perché, tra tutti, il labirinto aveva preso di mira proprio lei?

- Come vuoi che stia? - ribattei lanciando un'occhiata al corridoio. Da lì la vedevo dormire tranquilla, che era un sollievo, viste le ultime ore. - Ha gli incubi. Stanotte ne ha avuti due ed probabilmente ora é crollata per sfinimento. Le ferite sono quasi guarite ma mentalmente é ancora molto scossa.

Mi faceva male dirlo. Odiavo la situazione in cui si trovava e mi incolpavo perché l'avevo persa di vista, anche se essenzialmente era colpa della magia. Odiavo vederla avere gli incubi ogni notte, vederla piangere, sentirla tremare... era orribile. Stava appena cominciando a riuscire a dormire da sola dopo il rapimento e arrivava subito un altro trauma a buttarla giù. Grazie al cielo aveva un carattere solare e cercava sempre di dimostrarsi forte e sorridere nonostante tutto.

Per questo la amavo tanto. E lei che pensava di essere debole. Fuoki sospirò, scuotendo la testa. Si passò una mano nei capelli. - Secondo te quanto tempo potrebbe servirle per tornare lì sotto? - aveva posto la domanda in modo neutro, ma sapevo che avrebbe voluto tornarci presto. Eravamo vicini, l'ultima volta, e tutti volevamo tornare a casa.

A dir la verità anch'io avrei voluto tornare lì, trovare la pietra e riportarmi Korall a casa, ma la cosa più importante per me era lei e non era affatto nelle condizioni di tornarci presto. - Non lo so, ma non nelle prossime due settimane - le risposi in tono duro. - Sentite, tutti vogliamo finire questa maledetta impresa al più presto, ma lei non può tornare lì, né ora né prima di almeno tre settimane.

- Potremmo non avere tutto questo tempo - intervenne Thomas. Mi lanciò un'occhiata un po' dispiaciuta, ma convinta. - Il demone si starà facendo sempre più impaziente. É quasi un anno che siamo qui, starà scalpitando.

Una fiamma di rabbia mi infiammò il petto verso quel pazzo di un demone. Era tutta colpa sua se eravamo dovuti venire sulla Terra, se Korall aveva dovuto affrontare tutte quelle brutte situazioni: il rapimento, il mostro... se me lo fossi trovato davanti, un giorno, avrei trovato il modo di farlo a pezzi. - Non mi importa niente di quello che vuole il demone. Mi uccidesse pure.

Entrambi sbarrarono gli occhi, ma continuai. - Tritone mi ha detto di proteggere Korall con la mia vita e lo farò. Se dovesse tornare nel labirinto prima del tempo, avrebbe attacchi di panico, sarebbe un incubo per lei - spiegai loro. Non avrei permesso a nessuno di costringerla ad entrare lì dentro prima che fosse pronta, anche a costo della mia vita. - Se volete andarci, andateci, ma senza di noi.

Loro non seppero come rispondere al mio ultimatum, perciò decisi di andare ad allenarmi. La fame mi era passata al solo pensiero di doverla riportare là dentro, perciò era meglio che mi sfogassi un po'. Ero un po' arrabbiato con loro perché avevano così tanta fretta di trovare quella maledetta pietra, senza curarsi della mia piccola K, che tremava al solo pensiero.

Come potevano non tenerne conto? Non mi stupivo tanto di Thomas, che non teneva a lei come me e Fuoki, ma proprio di lei. Certo, ero io che dormivo con lei e la aiutavo ad uscire dagli incubi, ma era lì a pochi metri da noi quando succedeva. Possibile che le importasse più di una stupida pietra che di lei?

Era orribile per me vederla stare così male. Se fosse tornata lì dentro, per lei sarebbe stato troppo. Non avrei permesso loro di forzarla a tornare nel luogo dei suoi incubi. Sì, Tritone mi aveva affidato il compito di proteggerla, ma io l'amavo quindi avrei fatto qualunque cosa pur di risparmiarle altro dolore. Vedere la paura nei suoi occhi era la cosa più brutta per me.

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora