local, cheers!

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Di locali se ne girano quando si ha voglia di ubriacarsi nel fine settimana, o anche nel bel mezzo della settimana, un po' diventa un rito provare nuovi drink misurandoli a quali ti fa scendere di più nella totale confusione.

"Non mi interessa se mi fa ballare, mi interessa se mi fa dimenticare, se è buono e abbastanza alcolico da non farmi camminare" elencò una volta a Niall, amico al lavoro e coinquilino, della sua noiosa vita da solitario cane bastonato.

"A te interessa solo come ripicca a quel coglione di Stan" gli rispose, passando in rassegna i vari prodotti con una cartellina tra le mani registrando gli elementi. Il ragazzo al suo fianco pose una smorfia e scosse la testa. "Quello stronzo non ti faceva mai bere" finì la sentenza.

Quel nome, un brivido di disgusto lo assale. "Anche se fosse? Mi interessa farmi scopare da uno bravo e che non voglia impegni. Niente più uomini nella mia vita, ho deciso" comunica per poi sparire tra la seconda corsia lasciando il posto al suo fianco, dieci secondi dopo Niall lo rivide tornare indietro. "E la ripicca io gliel'ho già data, Niall" sorrise vittorioso.

Alla sera stessa non poté fare a meno di voler provare uno di quei liquidi in cui senti sciogliere anche il più piccolo organo, dritto al centro del petto.

Il fondo del bicchiere venne colpito con forza al tavolo di legno, in segno di rabbia; lo schianto neanche venne udito a causa della musica alta che aveva attutito il rumore.

"Mi ha lasciato così, ma ci credi? Se adesso avessi la sua faccia davanti lo prenderei direttamente a suon di schiaffi e ci scriverei una melodia sopra"

"Sei davvero arrabbiato, cazzo" rise il ragazzo seduto di fronte a lui, in mano un bicchiere di un colore arancione miscelato con la classica cannuccia nera del locale accompagnata. La musica faceva arricciare la pelle e sobbalzare gli interni della gabbia toracica, i lampadari lunghi e in cristallo oscillavano dal forte movimento sulla pista da ballo che creava vibrazione all'intero impianto.

"Non faresti la stessa cosa al coglione che ti ha lasciato neanche un mese fa?" chiese l'altro interrogandosi sulla tranquillità del ragazzo, pacato e schivo sin dall'arrivo al bancone per offrirgli da bere.

Esso alzò le spalle e curvò in basso la bocca. "Forse sono ancora nella fase del dimenticarlo completamente" sospirò.

"Forse sei solo frustato di come non ti abbia saputo scopare bene, come me" la risata che ne scoppiò si fermò alcuni secondi; le parole uscirono senza un vero e proprio motivo ma non aveva potuto evitare di aver visto nel ragazzo riccio, alto e vestito elegante, lo stesso viso che aveva avuto lui nell'uscire da una relazione pressoché insoddisfacente e poco libera.

Il riccio seguì a ruota il gioioso suono e annuì alla frase veritiera. "Ero io che stavo sopra" confidò, non seppe neanche lui perché, forse per orgoglio o per il quinto bicchiere alcolico che portò alle labbra per inumidirle.

Gli occhi del liscio si aprirono sorpresi.

Se lo aspettava? No, o quasi.

Un ragazzo del genere, bello e coinvolgente, avrebbe potuto prendere le due parti con grande armonia, e la mente lo avvolse con un immagine molto poco pura dell'altro, con cui stava parlando di fidanzati infelici e poco bravi in un locale a notte tarda con un nuovo bicchiere non più così freddo in un tavolo preso in disparte.

"Una scoperta questa" sussurrò più a sé stesso finendo in un solo sorso il fondo del liquido che bruciò, per l'ennesima volta quella sera, la sua gola divenuta secca.

Il più alto lo fissò attentamente e sorrise sghembo, quasi capendo il suo stupore.

Appoggiò le braccia al tavolo stringendo le mani tra loro e vi appoggiò il petto sopra, esponendosi verso il ragazzo smorzando in modo figurato la musica assordante. Il liscio aprì poco più gli occhi ai movimenti e si sistemò sulla sedia, scuotendosi e schiarendo la voce. "Sembro davvero il passivo?" chiese infine.

at my house, strangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora