Capitolo 3 ☆-- Spegni La Luce

13 1 0
                                    

Dopo un po' di tempo, era calata completamente la notte, Damian era completamente ubriaco e mezzo svenuto dopo la cena, c'era molto vomito nel terreno e pure un album fotografico erotico degli anni 60' era vicino al corpo, ormai in fase dormiente.
Emilio si alzò per osservare il nuovo "amico" che si era fatto a terra e ne approfitto per scattargli una foto, dopodiché chiamò un taxi privato, che più che un taxi era una grossa limousine piena di belle ragazze al suo interno, prima di uscire dal grosso palazzo però lasciò il suo biglietto da visita vicino all'ormai svuotata bottiglia di Jack Daniel's. Entrato alla limousine, decise di fare una chiamata col suo telefono non tracciato dal governo, ma prima rimase a contemplare il suo vestito, uno smoking nero con cravatta color oro (molto stilosa), notando una piccola macchia su essa--
"Che merda! Quel bastardo col cappello è riuscito pure a macchiare la perfezione!" urlò Emilio, turbato come non mai da cosa aveva combinato Damian. Dall'altra parte del telefono però risposero--
"Dottore, è vivo? Non la sento da 4 settimane" disse con tono beffardo Emilio, quasi ridacchiando alla sua stessa frase.
"Emilio, cosa ti serve?" dissero dall'altra parte.
"Un piccolo favore al tuo broker preferito, che dici?"

☆-

Katherine continuava a cercare sotto il letto la droga, che però era nascosta molto molto bene, anche negli angoli più oscuri.
"Senti... - iniziò Stanis - perché sei qui? Cerchi la mia droga perciò sicuramente sai chi sono ma come...se vieni dal 2022, io sono-" prima di poter finire, venne bruscamente interrotto da Katherine, che disse: "Morto da 2 anni? Esatto, sei morto ed il mondo è andato a puttane...per colpa tua, più o meno".
"In che senso!?" esclamò assai stupito Stanis, ancora impietrito e senza alcuna intenzione di femrare la ricerca di Katherine.
"Uno strano morbo si è diffuso, e la tua droga, sembra essere l'unica cura...da 7 bilioni siamo passati a 5...più di 2 bilioni di non-morti pazzi che girano con motoseghe, dildo colorati pieni di chiodi, armi rubate...teste...di tutto" disse Katherine, con un tono più triste rispetto a prima.
Stanis era ancora intento ad osservarla mentre cercava, ragionando sulle sue parole.

☆-

In una stanza completamente in legno, con un piccolo camino in pietra, poca luce che filtrava, su una grossa poltrona sedeva Kirk Lopudos, un detective privato ormai corrotto, capelli lunghi verdi e occhiali tondi, qualche lentiggine in volto e una camicia bianca, con dei jeans strappati, e le gambe incrociate, che fissava una piccola statua del Buddha.
"In che mondo siamo finiti" si ripeteva fra sé e sé, contemplando la statuetta. Kirk è un ragazzo pessimista che non bada troppo a sé, per sé, e agli altri che lo circondano.
È il detective privato che ha chiamato Emilio prima, e ancora osserva la statuetta.

☆-

Un'esplosione colse di sorpresa i timpani di tutti, di fianco all'auto di Emilio, le ragazze iniziavano a chiedersi che cazzo stesse succedendo lì fuori, e perché vicino all'auto di Emilio.
"Che cazzo è stato!? Broker di merda che pensano solo ai debiti!" iniziò ad urlare Emilio, guardando tutte le donne e uomini nudi nella sua auto.
Una di loro iniziò a versare del vino nel suo bicchiere, un calice di cristallo che attendeva di essere riempito dal sangue che nutre le anime solitarie, vino pregiato, in contrasto nel fegato di Ravoudez per via del siero della vita Jack Daniel's.
"Ma ci pensate! - iniziò di nuovo - che mondo di merda...inutili forme di vita che costruiscono, costruiscono e non fanno altro che costruire, quasi quasi vorrei capire perché vivono solo per vedere altri costruire queste creature! Io odio queste creature...odio il mondo quindi? Dammi altro vino ti prego cazzo....".
Altre esplosioni fuori, fino a rompere completamente l'auto che sfrecciava nella buia notte dell'infinito di quella fredda sera, paradossale come orario vero?
Emilio tornava a fissare l'orologio, il sangue all'interno dell'auto, i timpani rotti di molte persone, le ruote in fiamme, i forti bagliori, sensazioni di morte e di ultimi momenti per respirare che in quel momento drogava tutte le menti dei presenti.
Un salto, le ruote consumate, tutta la morte intorno a Ravoudez.
--  Emilio si guardò intorno- una macchina in fiamme e tante persone morte, per quanto fossero le sue troiette e non gli importasse a questo stronzo, erano comunque anime nel limbo - "Che cazzo! Era costata questa macchina!" Ma Emilio è Emilio, meglio l'auto delle vite.
Iniziò poi ad incamminarsi verso il nulla della notte, ogni tanto osservando il cielo privo di stelle

☆-

Ci rivedremo presto, prodi lettori in questo inferno di parole.

99-00 CODEX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora