PROLOGO

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Due anni prima

È una bomba che esplode. È un fiume che straripa. È un treno che deraglia.
È una semplice domanda.
Ma che arriva all'improvviso, risucchiando tutto, per non lasciare più nulla al suo posto. Arriva che non te ne accorgi. Di soppiatto, con finta indifferenza. Arriva che è un punto interrogativo. Semplice come tanti altri, ma deflagrante e irruente nella sua unicità.
Arriva.
E toglie i colori alla speranza, la musica alla vita, la danza al tempo.
Da lasciarti senza fiato, da ribaltare tutta una vita.
Quella di Fabio in questa caso.
Che è fermo ora. Da solo. In una stazione deserta, in piena notte. Ad attendere un treno che è in ritardo. Ad aspettare una risposta che ancora non arriverà. A stringere i pugni dalla rabbia per averci sempre creduto così ciecamente e per essere stato così infinitamente ingenuo.
Perché fa male.
Fa male da impazzire mettere in dubbio qualcosa del quale eri sempre stato certo e sul quale avevi riposto gran parte della tua vita. Un po' come se da piccolo ti dicessero, brutalmemte e all'improvviso, che Babbo Natale non esiste. Ci rimarresti di merda; e anche tu ti domanderesti dov'è improvvisamente finita tutta quella magia a cui hai sempre creduto e che hai sempre decantato: nelle tue parole, nei tuoi gesti, nei tuoi anni...
Dov'è finita? Ti chiederai.
Possibile che sia stata semplicemente un'illusione, un'allucinazione del tuo cuore, una favola a cui ti ha sempre fatto comodo credere e nulla più?
Possibile?
E, soprattutto, in cosa crederai ora? Con quale forza affronterai ancora il mondo? Con cosa riempirai la tua vita?
Non lo sai.
Perché sei ancora fermo lì; insieme al nostro Fabio, nel silenzio roboante di un chiaro di luna.
Sei bloccato e confuso; incapace di rispondere alla domanda principale. Che ritorna, che riecheggia.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
E ancora.
E allora eccola, con tutta la sua cruda semplicità.

"A che cosa serve l'amore?"

Mi sono innamorato di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora