CAPITOLO 8

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Entrai nell'ufficio e mi sedetti sulla scrivania, in attesa del preside, che dopo qualche secondo entrò.
"Allora, cos'è successo?" Chiese stressato.
"Non é stata colpa mia!" Mi difesi.
"Beh, Matthew dice il contrario." Replicò sedendosi di fronte a me.
"Beh, Matthew é un bugiardo." Lo imitai. Sospirò. "Che devo fare con te?"
"Credo che lasciarmi andare sia la cosa migliore per entrambi." Sorrisi alzandomi e avvicinandomi a lui. "Arrivederci." Sussurrai vicino al suo orecchio in modo provocante, prima di uscire con un sorriso soddisfatto dal suo ufficio.
É stato più facile di quanto credessi...
Raccolsi i miei libri da terra, dove erano caduti prima e andai in classe.
"Scusi prof." Mi giustificai entrando.
"Tranquilla, so tutto. Siediti pure vicino a Brown." Disse indicando il posto vicino a Cole.
Sorrisi e mi sedetti vicino a lui.
"Cole Brown." Borbottai divertita. Non sapevo il suo cognome.
"Dove sei stata?!" Chiese preoccupato sussurrando per non farsi sentire dalla prof, impegnata a spiegare.
"Ho conosciuto il preside." Sorrisi divertita.
"Mi racconti tutto dopo, ti riaccompagno a casa." Chiuse il discorso.

*un'ora dopo*

"Oh mio dio! Meno male che é suonata sta campanella. Non avrei resistito un secondo di più." Disse sollevato Cole alzandosi dalla sedia.
"Già... Riportami a casa."
"Andiamo!" Sorrise mettendomi un braccio intorno alle spalle per poi camminare tranquillamente tra gli studenti impazienti di tornare a casa. Uscimmo e andammo nel parcheggio dove c'erano gli altri ragazzi della gang che chiacchieravano animatamente. "Ciao ragazzi." Li interruppe Cole.
"Come ti é saltato in mente di picchiare Matthew?!" Sbottò Justin furioso.
"Non é stata colpa mia!" Gridai in risposta.
"Di che state parlando?" Chiese Cole ignaro di tutto l'accaduto.
"Shade ha picchiato Matthew." Disse semplicemente Sean.
"Cosa?!" Mi domandò Justin ignorando la doma da di Cole. "Non é stata colpa tua!? Stai scherzando vero?!"
"No! Non sto scherzando! Lui mi ha provocata e io ho risposto." Gesticolai.
"Beh, non farlo mai più!" Era rosso dalla rabbia, e non sto scherzando.
"Si può sapere cos'è successo?!" Gridò Cole nel tentativo di farsi sentire.
Sia io che Justin lo ignorammo. "Va bene allora la prossima volta lascerò che mi picchi!" Sbottai andando via, trascinando con me anche Cole.
"Hey, hey, hey!" Gridò lui fermandosi davanti alla sua macchina. "Non ci muoviamo da qui fino a quando non mi dirai che hai fatto." Mi minacciò.
"Stavo andando in classe quando 'sonofigosonobellosonoforte' Matthew mi é venuto addosso facendomi cadere tutti i libri. Mi ha minacciato e io ho risposto con due pugni e una ginocchiata dove non batte il sole." Sintenizzai. "Ora portami a casa, per favore." Tentai di calmarmi.
"Ahahah, okay." Rise salendo in macchina.
Senza esitare lo seguii.

***

"Mi ha chiamato il preside." Disse mia madre cercando di tenere la calma e battendo insistentemente il piede sul pavimento.
"Mamma, non é stata colpa mia!" Cercai di difendermi.
"Chissà per quale assurdo motivo non é mai colpa tua!" Mi gridò contro.
"Bla, bla, bla!" Gesticolai andando in camera mia.
"Shade Hamilton! Torna subito qui! Non abbiamo ancora finito di parlare!" Gridò dal piano di sotto per farsi sentire.
La ignorai e mi buttai sul letto, in attesa che Justin vendisse per il lavoro di letteratura.

***

"Shade!" Sussurrò mia madre scuotendomi la spalla. Dovevo essermi addormentata... "Shade svegliati, é arrivato Justin."
A quel nome spalancai gli occhi e mi alzai immediatamente. "Dov'è?" Domandai strofinandomi gli occhi.
"É di sotto, ti sta aspettando. Io devo andare a lavoro." Sorrise felice. "Certo che é proprio carino." Sussurrò facendomi l'occhiolino.
"Mamma!" Le lanciai una maglietta.
"Che c'è? É la verità!" Ridacchió uscendo dalla mia camera. Alzai gli occhi al cielo e scesi al piano di sotto dove c'era Justin che mi aspettava. Dalla linea dura che formarono le sue labbra appena i suoi occhi incontrarono i miei, capii subito che era ancora arrabbiato con me.
"Vieni, andiamo di sopra." Gli feci cenno con la testa di seguirmi. "Ci vediamo dopo mamma." La salutai.
"Ciao tesoro." Ricambiò lei uscendo di casa.
Feci in respiro profondo e andai in camera mia.
Justin era seduto sul letto che mi aspettava.
"Ciao." Lo salutai attirando la sua attenzione.
"Abbiamo ancora una discussione in sospeso." Disse a denti stretti alzandosi e venendo verso di me.
Istintivamente alzai gli occhi al cielo.
In un batter d'occhio, mi trovai con la schiena al muro e il corpo di Justin attaccato al mio. Lentamente, alzai gli occhi fino ad incontrare i suoi, così intensi e pieni di rabbia e voglia di qualcosa che non riuscii a decifrare.
"Con questa sono quattro..." Sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
"C-cosa?" Balbettai, probabilmente incapace di fare una frase di senso compiuto, date le circostanze.
"Hai alzato gli occhi al cielo. Ancora." -Shade! Riprenditi!- Mi schiaffeggiai mentalmente e tornai in me stessa. "Dobbiamo fare la ricerca." Cambiai argomento.
Sorrise maliziosamente, ancora pericolosamente vicino alle mie labbra e disse: "La ricerca può aspettare."

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora