Sesso e amore

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<p>E facevano l'amore quei due. Lo facevano di continuo. Ma non quell'amore come tutti gli altri, un amore diverso. Loro avevano un modo tutto loro di fare l'amore, di amarsi, di innamorarsi l'uno dell'altra e viceversa ogni volta. Loro facevano l'amore, lo facevano come nessun altro lo aveva mai fatto prima, come nessuno dei due lo aveva fatto prima con nessun altro. Loro facevano l'amore, s&igrave;: se ne stavano l&igrave;, sul letto, con le mani l'uno sul corpo dell'altra e viceversa. Mani curiose, che esploravano quel corpo come se non lo conoscessero. E la sua bocca, la bocca di lei, ogni volta baciava quella di lui ed era come la prima volta; no, non come la prima volta che lo aveva fatto, proprio come la prima volta in assoluto, come se non lo avesse mai fatto, ecco. Poi si guardavano negli occhi quei due. Si guardavano come due sconosciuti che si infatuano l'uno dell'altra a prima vista, si guardavano con la stessa intensit&agrave; e con la stessa passione di due innamorati da anni e di due sconosciuti che avevano appena incrociato l'una lo sguardo dell'altro. Era incredibile, riuscivano a risultare immensamente uniti eppure cos&igrave; sproporzionatamente distaccati. Che poi non &egrave; che erano distaccati per tutto il tempo, ma c'erano dei momenti che era come se invece dell'amore stessero per fare la guerra e poi per&ograve; facevano l'amore, lo facevano bene, in un modo che non lo si pu&ograve; spiegare a parole. Riuscivano a farlo anche con gli occhi, con lo sguardo. Per non parlare di quando facevano l'amore sfiorandosi le mani e la pelle; e si accarezzavano, si graffiavano e si curavano con tanti baci quante erano le ferite. Si curavano davvero quei due, si curavano le ferite sul cuore e scacciavano i pensieri tristi, i pensieri neri e gli istinti suicidi l'uno dell'altra. Erano due irrecuperabili disastri che insieme costituivano un'unica cosa, non si sa che cosa, ma era la cosa pi&ugrave; giusta esistente su questa terra. Non erano una coppia, facevano l'amore loro due, ma poi si abbandonavano. In giro si evitavano, nemmeno si parlavano. Ma quando erano soli, solo lui e lei, era tutta un'altra cosa: come se non si fossero mai incontrati e si conoscessero da una vita. Facevano l'amore e lo facevano bene e non solo una volta, ma lo facevano all'infinito, finch&eacute; non si stancavano, finch&eacute; uno dei due non si addormentava e l'altra se ne andava, in silenzio. Senza guardarsi, senza baciarsi , senza parlarsi. Semplicemente si abbandonavano senza rancore, senza tristezza, senza dolore: sapevano entrambi che ci sarebbe stata una prossima volta. Tu potresti chiedere come facessero, nessuno lo sa: loro lo sanno, erano sconosciuti, ma pi&ugrave; uniti che mai. A loro era bastato fare l'amore una volta per poi continuare a farlo ogni volta in maniera diversa, ogni volta come se fosse la prima e ogni volta come se quella avrebbe dovuto essere l'ultima. Non importava il fatto che loro sapessero che quella l&igrave; non sarebbe stata l'ultima volta. A loro importava solo di fare l'amore e di non pensare a nient'altro se non a quel momento e a quell'amore. Se lo godevano quei due, si riempivano d'amore ogni volta che ne avevano bisogno; poi magari lo perdevano un po&rsquo; in giro qua e l&agrave;, ma ogni volta che rimanevano vuoti, ogni volta che quell'amore svaniva, loro si rincontravano. A volte per caso, a volte per scelta. Non si parlavano, ma sapevano guardarsi senza che nessun altro li notasse. Erano come in sintonia, in perfetta sintonia. Collegati. Collegati da un filo o da qualcosa del genere. Tra loro c'era pi&ugrave; che amore. Tra loro c'era un amore che si basava sullo stare bene, sul provare sentimenti solamente durante il loro scambiarsi piacere, amore. Solamente durante il loro occuparsi l'uno dell'altra con estrema cura e attenzione. Tra loro c'era un rapporto unico al mondo e dur&ograve;, dur&ograve; fino a quando quel giorno si guardarono negli occhi e insieme, contemporaneamente, quasi come fosse una breve melodia, affermarono &ldquo;Ti amo&rdquo;. Lo dissero insieme, lo ripeterono assieme nelle loro menti e lo sapevano entrambi che forse era stato un errore. Non smisero di guardarsi, erano immobili, fissi l'uno negli occhi dell'altra e viceversa e si guardavano, si fissavano, si osservavano. Silenzio. Poi sorrisero e lo fecero insieme, guardandosi increduli, ma alla fine non avevano nemmeno motivo di esserlo, increduli, tutti e due lo sapevano, lo avevano sempre saputo di essere due note della stessa melodia, due spartiti della stessa sinfonia, due che separati risultavano incompleti e sbagliati.</p>
<p>Cos&igrave;, per concludere, quel &ldquo;Ti amo&rdquo; fu uno dei tanti, ma non uno dei tanti in generale: uno dei tanti primi &ldquo;Ti amo&rdquo; che si dissero. Perch&eacute; &egrave; vero che il loro rapporto, il loro essere qualcosa solo quando importava a loro, era cambiato, ma non avevano cambiato il loro modo di fare l'amore e di mandarsi via per poi riprendersi come avevano sempre fatto, quello mai lo avrebbero cambiato perch&eacute; &egrave; ci&ograve; che li ha fatti innamorare, &egrave; ci&ograve; che ha fatto commettere loro quel grave errore che poi cos&igrave; grave non &egrave; dal momento che li ha fatti sorridere entrambi. E come si fa a considerare &ldquo;errore&rdquo; qualcosa che ti rende felice?</p>

C'era amore nel sesso che facevano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora