ISABEL

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"SAPPI CHE il soggetto in questione è tutto fuorché semplice," la informò Fury con gravità.

"Da quando ci occupiamo di cose facili?" domandò Isabel con un sorriso malizioso, sfoggiando un pizzico di sarcasmo. Tutti i soggetti precedentemente assegnati in primo luogo dai Supremi e poi passati a Nick per Isabel, venivano selezionati con cura tra i casi più complessi e insoliti, avevano comportato un certo grado di pericolo. Tuttavia, questa volta il suo superiore sembrava particolarmente preoccupato.

"Devi svolgere un lavoro straordinario e, soprattutto, evita di farti manipolare da lui," l'avvertì, ma Nick notò, nei profondi occhi di Isabel, una calma apparente. "Lui è il Dio degli Inganni, ha tradito chiunque gli sia stato vicino in passato e non avrà remore a farlo anche con te."

"Emozionante," sospirò Isabel sarcasticamente, "quando avrò il privilegio di conoscerlo?"

"Appena sarai pronta, partiamo. Sbrigati," ordinò Fury, lasciando Isabel sola nell'appartamento.

Isabel indossò un elegante dolcevita nero e pantaloni dello stesso colore. I suoi capelli neri come la pece superavano di gran lunga le spalle, e i suoi occhi azzurri rimanevano impassibili, senza rivelare alcuna emozione.

Nel profondo del suo cuore, riteneva giusto fare un'ultima visita a Liam per salutarlo e avvisarlo della sua partenza. Aveva chiesto a Fury di aspettarla all'esterno dell'edificio, sperando di non impiegare troppo tempo.

Bussò alla porta, attendendo che Liam venisse ad aprirle. Lui si presentò con i capelli in disordine sulla fronte, alcune gocce d'acqua sulla pelle esposta alla luce del giorno e occhi visibilmente stanchi.

"Eppure fino a poco tempo fa eri tu a dirmi che sarei venuto io da te. Che c'è, dolcezza? Ti sto creando dipendenza?" chiese Liam con un sorriso sinistro, facendo un'allusione all'uso di stupefacenti da parte di Isabel.

"Oh, ma stai zitto," borbottò, ringhiando, e gli diede una pacca sul petto. "Devo andare di nuovo, non so quanto tempo starò via. Sono venuta solo per salutarti."

Isabel cercò di avvicinarsi, ma Liam la guardò stranito e fece un passo indietro.

"Hai detto che avevi chiuso con quelle persone!" gridò incredulo e offeso. "Avevi detto che saremmo stati solo noi due."

Gli occhi di Liam si riempirono immediatamente di lacrime. Odiava profondamente il fatto che Isabel potesse essere con un altro ragazzo, nonostante avessero detto di non essere gelosi. Era geloso fino al midollo.

"Tornerò," mormorò Isabel, cercando di avvicinarsi, ma appena fece un passo avanti, Liam le diede uno schiaffo in pieno volto. Isabel, dall'impatto, dovette girare la testa dall'altra parte mentre la guancia divenne rossa a causa della forza del colpo. Si toccò la zona dolorante mentre lo shock si diffondeva a macchia d'olio nel suo corpo. Era sorprendentemente resistente al dolore fisico, ma quella azione le ferì il cuore.

"Cosa ti è preso?" chiese furiosa a Liam. "Non hai alcun diritto di dirmi cosa fare e cosa non fare!"

"Allora torna a venderti come se fossi una nullità, Isabel, è questo quello che sei, non è così?" sussurrò con rabbia, portandosi una mano tra i capelli castani. "La storia si sta solo ripetendo. Ti farai solo del male, di nuovo, e questa volta io non ti salverò."

Liam conosceva la verità su Isabel, tutti la conoscevano tranne lei. Aveva trascorso anni sotto la custodia di un uomo e di un'associazione nazista, privata della luce del giorno e delle tenebre della notte. Liam sapeva quanto dolore aveva subito prima di diventare 'Isabel'. Ma lei non ricordava nemmeno come fosse stata liberata. La sua memoria iniziava solo dal primo giorno di lavoro in un pub, e le informazioni sulla Chiesa, gli abusi, l'inizio della sua dipendenza e il suo ruolo come psicologa erano tutto ciò che sapeva del suo passato.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora