IMMAGINO

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NOI E SOLO NOI siamo gli artefici del nostro futuro, e nulla né nessuno poteva cambiarlo; questo era il suo credo incrollabile.

Forse, tra tutti gli ostacoli che aveva dovuto affrontare, erano i suoi sogni premonitori a costituire la sfida più ardua per una mentalità così rigida.

Tuttavia, c'era una riflessione più profonda che tormentava Isabel negli ultimi tempi: la percezione che gli esseri umani, in un vortice di routine e superficialità, stavano scambiando la semplice sopravvivenza con la vera vita. Sembrava che non dessero il giusto valore a ogni respiro o battito del cuore, ignorando la fragilità della loro esistenza.

E come ogni notte, il ricordo dell'ultima volta in cui aveva visto i suoi genitori brillò nella sua mente come un faro nella notte buia. Prima che Fury rivelasse la verità, la sua mente era stata inghiottita da una nebbia di confusione, passando intere giornate a cercare di decifrare il significato delle sue visioni.

Tuttavia, dopo quel fatidico dialogo, tutto aveva finalmente trovato un senso.

Eppure, nonostante le risposte apparentemente chiare, sembrava che mancasse ancora un tassello cruciale nel puzzle della sua esistenza.

Era a casa sua, un tempo, una bambina piccola e sorridente, con un'infanzia quasi idilliaca e pacifica.

Ma quel giorno, il destino aveva improvvisamente mescolato le carte in tavola.

Una violenta esplosione risuonò attraverso tutto il condominio, e da lontano Isabel poteva vedere la sua scuola avvolta dalle fiamme, la gente urlava disperata e i bambini piangevano disperatamente.

Tutto questo accadde in un istante, un nanosecondo che trasformò per sempre la sua visione del mondo e la sua stessa esistenza.

Ricordò il momento in cui sua madre le aveva sussurrato di scappare, promettendole che si sarebbero ritrovate fuori dall'edificio, al sicuro.

Ma in fondo, entrambe sapevano che quella promessa era vana. In situazioni come quella, non c'era un lieto fine.

Si sarebbero riviste, sì, ma non in vita.

Avrebbero dovuto incontrarsi solo in un luogo silenzioso e freddo: il cimitero.

Ma Isabel capì tutto questo troppo tardi.

Mentre osservava la sua città avvolta da una coltre di fumo, non poteva fare a meno di considerare quell'attacco come qualcosa di completamente insensato, almeno da quanto poteva vedere con gli occhi di una bambina. Come avrebbe potuto comprendere la cattiveria e la spietatezza dell'umanità a così giovane età?

La sua innocenza era stata strappata via da quel tragico giorno.

La piccola Isabel aveva visto qualcosa di incomprensibile quel giorno: due uomini, uno dei quali era uno scienziato, che accompagnava un altro, nettamente più alto, vestito con una divisa marrone e il volto completamente arrossato.

Era solo in seguito che avrebbe compreso il motivo per cui l'avevano presa. Vide un cubo, un oggetto che brillava in modo misterioso, e che a quel tempo le sembrava di grande importanza.

Poi, come succedeva solitamente, si svegliava con il cuore in gola e la fronte sudata, tormentata dagli incubi di quell'orribile giorno. Ma quella notte fu diversa.

Riuscì ad aprire gli occhi con calma, sentendo il battito regolare del cuore.

Le lenzuola la avvolgevano ancora, e qualcosa di inaspettato la sorprese: un braccio, che sembrava appartenere a Loki.

Anche lui, finalmente, poteva dormire serenamente, libero dagli incubi e dai problemi di insonnia che li avevano afflitti per tanto tempo. Era un raro momento di tranquillità in un mondo segnato dal caos e dalla confusione.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora