CUORE

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CI SONO AMICIZIE che sorgono da un piccolo sorriso, da un aiuto nel momento del bisogno o da un semplice saluto, come quella tra Thor e Isabel. La loro amicizia era diversa, speciale, al pari di quella con Bucky, ma con Thor sapeva che doveva moderare le emozioni.

Se lei piangeva, per gioia o tristezza, Thor era al suo fianco.

Se esultava, lui la seguiva nell'entusiasmo.

Se si arrabbiava, lui era lì, prontamente a sostenerla.

Lo aveva promesso in una calda giornata di luglio, mentre erano al mare e condividevano una vaschetta di gelato da mezzo chilo ciascuno.

Thor, in realtà, era il suo fan numero uno. Apprezzava ogni azione di Isabel, rispettava le sue scelte e ammirava il suo modo di lavorare. Era sempre stato il classico ragazzo della porta accanto: Thor aveva una stima profonda per quella che chiamava "principessa."

Il Dio del Tuono era in grado di cogliere ogni sfumatura dei suoi sentimenti, ogni cambiamento nell'espressione del suo volto e ogni gesto che compiva. La loro amicizia era un legame speciale, un'intesa profonda.

Bucky, d'altra parte, rappresentava un'amicizia diversa. Era una questione di partnership e affinità. Si erano trovati nello stesso posto, nella stessa circostanza, ed erano diventati come fratello e sorella. Bucky era il suo compagno fedele in mille avventure, la spalla su cui poteva piangere, la sua personificazione del concetto di "nonostante tutto."

Nel complesso, Isabel faticava ad andare d'accordo con il resto del team degli Avengers. Non sentiva il loro sostegno, non poteva fidarsi di loro - lo stesso valeva per Bucky e Wanda - e Thor, in segno di solidarietà, si era allontanato dagli altri Vendicatori.

Quando le facevano notare che sembrava più leggera, più spensierata, era solo a causa delle droghe. Quando le facevano i complimenti per il miglioramento del suo carattere, era perché aveva imparato a trattenere tutto dentro di sé.

Nessuno aveva mai veramente acceso la sua vera essenza.

Nessuno aveva visto il vero lato di Isabel, e forse nemmeno lei stessa ne aveva avuto il coraggio.

"Non hai nemmeno un briciolo di curiosità riguardo al motivo per cui Fury ti ha scelta per questo incarico?" chiese Loki.

In realtà, no.

Isabel non si era mai posta la domanda.

Era il suo compito, e lo avrebbe eseguito, come sempre faceva.

"Faccio ciò che mi viene chiesto, né più né meno," rispose, stringendo le spalle.

"L'importante è che tu sia soddisfatta," mormorò Loki, gettandosi sul materasso.

Era già stanco della giornata, ma sapeva che il vero lavoro doveva ancora cominciare.

"Qual è la tua stella preferita?" chiese, tirando fuori il suo taccuino e sfilando con delicatezza la penna, aspettando una risposta. Una stella preferita? Non ne aveva, ovviamente. Preferiva morire piuttosto che coinvolgersi in discorsi sentimentali, troppo mielosi e, a suo dire, superficiali.

"Basta che..." lasciò scivolare l'ultima frase come seta sulla sua lingua, ma Loki non le diede il tempo di finire, troppo cinico e spaventato da ciò che il suo cuore voleva urlare.

"Preferirei finire al patibolo, piuttosto che sostenere questi discorsi," replicò, scrollando le spalle. Ci furono tre minuti di un silenzio imperiale, poi Loki sospirò e le fece una domanda che sorprese entrambi. "Ma la tua qual è?" domandò in un sussurro.

"Quella più piccola," rispose Isabel. Era una risposta insolita, ma Isabel era così: ogni sua affermazione era fuori dal comune, faceva sempre il contrario di quanto ci si potesse aspettare.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora