CASA

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TORNANDO verso casa, Loki dovette subire le richieste di midgardiani di ogni età che chiedevano al fratello innumerevoli selfie o autografi.

Si chiedeva sempre come Thor riuscisse a mostrarsi così disponibile e sorridente per tutti, in modo così naturale da quasi spaventare.

"Ora che Liam non è più nei paraggi, potete lasciare questa casa? Mette i brividi," borbottò Thor, tracciando con le dita le pareti nere e consumate della dimora.

"Dubito abbia i soldi per poterselo permettere," rispose Loki.

Isabel aveva continuato a vivere grazie ai soldi dati dai Supremi alla fine di ogni caso.

Smettendo di spendere i suoi guadagni in alcolici o droghe, era riuscita a risparmiare di più, ma non abbastanza da potersi permettere una casa nuova.

"Potresti trovare un lavoro e aiutarla," suggerì Thor.

"Ma pensa a te!" rispose Loki, acido e teatrale.

"Io ho un lavoro: salvare il mondo." Loki lo squadrò dalla testa ai piedi e decise di non rispondere a tale affermazione.

Optò anche per non menzionare il litigio tra Tony e Steve o il periodo in cui avevano combattuto senza di lui, ritenendolo quasi "inutile".

Decise saggiamente di non esprimere la sua opinione sul suo trasferimento temporaneo inutile in Australia.

"Magari ora non farai niente per prendere una casa, ma non sottovalutare l'idea. Potrebbe aiutarti per, sai, dimenticare Liam."

Effettivamente, il ragionamento di Thor aveva senso: se Loki e Isabel avessero lasciato quella casa, lei avrebbe forse smesso di pensare a Liam.

"Questa idea è geniale, anche per me, fratello."

I due si sentirono molto legati in quel momento, senza litigi né bisticci, solo due ragazzi con un vuoto dentro al cuore, nonostante i caratteri diversi.

"Ho sempre pensato che in te ci fosse del buono, Loki," disse Thor. "E forse è stata lei a tirare fuori questa parte sepolta di te."

Era bello avere qualcuno al proprio fianco come Thor, capace di accettare ogni difetto, nonostante tutto.

Il fratello lo lasciò tornare dalla sua amata ragazza, dedicandosi solo a lei, a Isabel, e a questo Natale insieme.

Non appena egli aprì la porta, pensò che forse era arrivato a fine corsa, finalmente. Si ritrovò Isabel a fare delle flessioni.

"Novantotto. Novantanove. Cento..."

Loki storse la testa e sospirò. Non capiva mai l'eccessivo allenamento di Isabel, ormai così dimagrita da sembrare quasi contare le costole.

"Non dovresti allenarti così tanto, sta diventando una mania," disse lui, guardandola con uno sguardo di rimprovero.

"Non usare quella parola." Lo minacciò lei, rialzandosi velocemente.

"Quale? Mania?"

Loki stuzzicò Isabel ancor di più, vedendo la sua mano destra stringersi fino a far diventare le nocche bianche.

"Preparati, tra poco usciamo," sussurrò lei, superandolo senza neanche incrociare il suo sguardo. Qualcosa in lei non andava come sempre, e Loki lo capì dai suoi occhi puntati verso il basso, dal suo modo di non affrontarlo e dal broncio in faccia.

"Cos'hai?" chiese Loki.

"Niente, Loki, sto solo pensando più del dovuto," sospirò Isabel, passandosi le mani tra i capelli. Loki poteva leggerle la mente, vedere ogni suo pensiero e capire il perché fosse così chiusa con lui in quel momento, ma decise di conversare.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora