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| LOKI POV

Rilessi i miei pensieri messi su carta mentre ti guardavo, crollata tra le mie braccia, e ringraziai di vedere ancora la luce vitale in te.

Persi ogni speranza, ma tu tornasti da me. Non andartene, non abbandonarmi, diventerei cieco; tu e io siamo troppo giovani per questo. L'amore è mortale, o almeno quello vero, quello come il nostro, rimarrà in vita per noi e per te, Isabel.

Posai nuovamente i miei occhi su di te e mi domandai perché tu non avessi provato una singola volta la paura di morire. Poi mi tornò in mente che tu la vedevi solo come una folata di vento, come un cubetto di ghiaccio che si scioglie.

I petali del tuo fiore cadranno, non sentirò più la tua voce, e nessuno dopo di te potrà sostituirti.

Non andartene, aspettami, capinera.

Abbiamo ancora un mondo da mandare in fiamme.

Quando rividi i tuoi occhi aperti e il tuo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente, sorrisi. Eri viva.

Nessuno riuscì a convincerti ad andare in ospedale, così tornammo a casa. Non ti lamentasti neanche di me al volante. Guidai la tua auto, e fu un po' come essere più dentro il tuo piccolo mondo. Carte vecchie e ordinate nei sedili dietro, foto - ormai sbiadite - della tua infanzia, bigliettini con dei promemoria e i tuoi guanti.

Ti guardai costantemente con la coda dell'occhio. Potevo vedere la tua mano avvicinarsi sempre di più alla mia, finché non la toccasti con delicatezza.

Un contatto freddo in un gesto caldo.

| NARRATORE ESTERNO

"Hai bisogno di riposarti," disse Loki, guardandola per un attimo, poi posò nuovamente i suoi occhi sulla strada trafficata, nonostante fosse tarda notte.

"Sì, sicuramente," rispose lei, inclinandosi un po' di più verso di lui e appoggiando la sua testa sulla spalla di Loki.

"Da quanto stai male?" domandò Loki, accostando l'auto. Nel suo tono si percepiva la preoccupazione e la paura. Aveva da sempre il timore di perderla. Isabel sospirò alla sua domanda.

"Due mesi," rispose rapidamente.

"Perché non me lo hai mai detto?" Non erano ancora arrivati esattamente sotto l'edificio, ma lui aveva il bisogno di fermare l'auto. Loki aggrottò le sopracciglia e attese una risposta da parte di lei.

"Loki," iniziò Isabel, spostando il suo sguardo su di lui. "Mi hanno sempre detto che avrei ferito chiunque mi stesse intorno e," abbassò gli occhi, come se avesse paura di incrociare quelli del Semi-Dio. "Non voglio ferire chi amo, non voglio ferirti."

Allineò le labbra in una linea sottile e rimase in silenzio. Scesero dall'auto e salirono lentamente le scale; Isabel si sentiva sicuramente meglio, ma ancora in colpa per aver mentito a Loki. Per aver mentito a tutti. Avrebbe continuato ad amare una persona al possibile punto di morte?

Isabel non sapeva rispondere.

Erano lì, vicini anche se lontani, consapevoli entrambi che desideravano prenderci e toccarsi in quella macchina. Non volevano aspettare altro.


| NARRATORE ESTERNO

"Stenditi, permettimi di prendermi cura di te per un po'," sussurrò Loki, accompagnandola con gentilezza all'interno della camera.

"Per favore, non farlo," rispose lei con una nota di colpa nell'espressione. "Non voglio sentirmi un peso, desidero solo sentirsi normale."

"Tesoro, tu sei completamente normale," disse Loki con sicurezza, cercando di farle capire quanto fosse importante per lui. Ma sapeva che le parole non sempre possono dissipare le ombre che si insinuano nell'animo.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora