| ISABEL POV
Camminai con la sua voce alle spalle, lasciandomi un vuoto e un dolore dentro al petto indescrivibili. Il sentimento che portavo in me era inspiegabile, un misto di rabbia e tristezza aveva divorato il mio cuore, ormai in frantumi, pregando di uscire da quella gabbia toracica e porre fine al suo ciclo vitale.
Mi chiese imperterrito di smettere di soffrire, esausto anche lui; come potevo biasimarlo?
Ogni passo che feci insieme a Loki, ogni nostro sorriso e ogni sguardo, portava soltanto un ricordo fatto di puro dolore.
Non tutte le conclusioni includono un lieto fine, e forse io e Loki non eravamo fatti per vivere per sempre felici e contenti.
Mi fermai alla prima panchina che trovai, il più lontano possibile da lui. Lontana da lui, lontana dal resto del mondo e lontana da tutte le cattiverie umane... eppure, il vuoto nel petto non mi lasciò andare.
Potevo sentirmi morire, non solo emotivamente, ma anche fisicamente. Il mio corpo non resistette alla notizia, c'era troppo stress in me, così caddi.
Ogni cellula mi chiese di poter scappare e lasciare il mio corpo lì a terra, e non potevo biasimarle.
Ormai la malattia aveva raggiunto un punto cruciale, lo sentivo.
Pregai di riuscire a rialzarmi, tornare indietro nel tempo e cambiare tutto.
Ma alla fine mi lasciai trascinare in quell'ignoto pozzo senza fondo, non c'era più il filo che ci teneva legati, quindi... mollai la presa.
Vedere la fine mi sembrava impossibile e, mentre il mondo intorno a me continuava ad andare avanti come doveva, potevo giurare di percepire i minuti, i secondi e le ore fermarsi.
Dovevo farcela. Me lo ripetei cercando di alzarmi e dirigermi verso il primo ospedale disponibile, ma era una missione suicida e lo sapevo; ero troppo lontana dal centro della città per raggiungerlo da sola.
Ti amo, ogni particella spezzata del mio cuore lo faceva fino alla fine. Ad ogni lamento sentii una parte di me desiderare di tornare da lui, di parlare, di risolvere la questione e poi tornare alla nostra quotidianità.
Ti odio. Urlò un'altra parte del mio cuore, quella impenetrabile, quel piccolo frammento che lui non era mai riuscito a prendere e a rendere suo.
La bocca era secca e arida, come l'organo vitale che cercava di battere ma non trovava più una ragione. Dovevo trovare tutta la forza possibile, anche solo un briciolo banale, solo così potevo continuare a camminare e cercare un minimo di aiuto. Vidi in lontananza la macchina di Bucky, eppure sembrava così distante che quasi pensai di rinunciare, ma non volevo cadere e morire - o almeno, non in quel momento.
Mi aggrappai all'unica luce che vidi in quel momento e cercai di raggiungere la macchina, e per fortuna, Bucky mi vide e corse nella mia direzione.
"Santo cielo, Isabel, cosa ti è successo?" Borbottò prendendomi sotto il braccio. La sua frase mi colpì come una pugnalata allo stomaco. Sapevo che stava solo cercando di aiutarmi, ma il pensiero di aver superato il limite sciolse automaticamente il briciolo di speranza rimasto in me. Bucky, in quel momento, sembrava troppo simile a Loki, nonostante sapesse che erano due persone completamente diverse. Il suo sguardo concentrato solo su un obiettivo e il suo comportamento cupo ed enigmatico mi ricordarono ogni centimetro di Loki.
"Perché mi hai aspettato?" Gracchiai a fatica, cercando di nascondere le mie emozioni, ma fu difficile.
"Questo è quello che facciamo, ci aspettiamo sempre," mi rispose senza fermarsi a guardarmi, e lo ringraziai in silenzio. "Non ti lascerei mai indietro, è il codice dei soldati," mormorò, anche questo ci avevano insegnato alla base tedesca.
Una patina lucida coprì le mie iridi, e dovetti cacciarla via prima che si trasformasse in una tempestosa e dolorosa lacrima. Mi morsi l'interno della guancia quasi fino a farla sanguinare e continuai a domandarmi dove si potesse vedere il fondo della mia caduta. Il dolore sembrava divorarmi, contorcermi e divertirsi nel vedere come mi arrovellavo intorno alla sofferenza.
"Dobbiamo andare in ospedale, non accetto un no come risposta." Non lo biasimai e non risposi; aveva ragione. Il mio stato fisico era a dir poco penoso. Mentre lui finalmente guidava, io continuai a sperare che tutto potesse cambiare, che al suo posto ci fosse lui, il vero ragazzo per cui combattevo in quella guerra tra la mia mente e il mio corpo.
Il groppo nella mia gola non andò via, e vidi come i suoi occhi addolorati mi guardarono di tanto in tanto, tutto questo era inspiegabile.
"Sono così stanca di tutto questo. Mi sento prosciugata da tutto," mormorai prima di socchiudere gli occhi... Poi sentii la voce di James chiamarmi, la sua mano mi scosse e strinse forte il mio palmo.
Mi ricordai del momento in cui Thanos aveva cercato di porre fine alla mia vita, il mio pensiero sulla morte non cambiò: la morte era sempre e solo il rumore che cessava di esistere; tutto poteva continuare benissimo anche senza di me. Ma non senza di noi, avevo combattuto per questo, nonostante tutto.
Vidi solo buio, sentendo fin troppe voci di sottofondo. La mano di Bucky non mi mollò mai, lo sentivo, ma potevo percepire un senso di vuoto non appena il silenzio si diffuse intorno a me.
In quel momento, toccai il fondo.
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𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.
RomanceLeggere i TW prima di iniziare! In un mondo dilaniato dal caos e causato dal malvagio Loki, la trama si snoda tra due opposti destinati a intrecciare le loro vite in modo inaspettato. Nick Fury, al servizio dello SHIELD, abbraccia un rischioso proge...