1. Normalità

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Come ogni mattina da ormai sette mesi, sento la sveglia che suona e capisco che è il momento di abbandonare il mondo dei sogni e di ritornare nel mondo reale dove, non sempre, ogni nostro sogno non si avvererà.

Mi alzo dal mio letto cigolante e mi stiracchio incominciando a pensare a quello che dovrò fare durante la giornata.

Mi dirigo verso il bagno dove faccio i miei bisogni e mi svesto per poi buttarmi sotto la doccia.

L'acqua tiepida scorre velocemente lungo il mio corpo come fanno i miei pensieri nella mente.

Mi sono diplomata da poco e ho già un bel posto di lavoro e devo dire che guadagno anche molto bene.
Devo dire che qui, a Huisaeng, anche se è solo un paesino disperso nei boschi, danno molta importanza alla moda.

Chiudo l'acqua ed esco dalla doccia e successivamente passo la manica del mio accappatoio rosso sul vetro appannato dello specchio per poi fermarmi a fissare la figura che c'è riflessa su di esso.

Una ragazza dal volto dai lineamenti dolci e delicati, gli occhi che ricordano le cortecce degli alberi, le labbra rosse come delle mele belle mature e una pelle talmente pallida e diafana che ricorda quelle delle bambole di porcellana.

Il tutto contornato da dei capelli color pece e lucidi come le piume dei corvi, che ricadono con eleganza lungo le spalle esili e fragili e vanno a finire sotto i piccoli e sodi seni della ragazza.

Ecco cosa c'è raffigurato nello specchio di fronte a me se tralasciamo le occhiaie e le borse che ho sotto i miei occhi rossi semichiusi per colpa del sonno.

Un sospiro stanco esce dalle mie labbra e decido di andare a vestirmi visto che ormai sarà quasi ora di andare a lavoro.

Esco dal bagno e mi dirigo verso l'armadio bianco e fatto di legno che c'è in camera mia.

Apro le ante del mio armadio e incomincio a cercare le cose che avrei indossato quel giorno.

Passo velocemente il mio sguardo su ogni capo appeso e stirato accuratamente per poi afferrare una camicia bianca, un blazer e dei pantaloni a palazzo blu notte e delle scarpe del medesimo colore della camicia.

Incomincio a indossare gli indumenti e nel mentre lancio uno sguardo all'orologio che segna le sette e venti.

Mi lego i capelli in una coda alta per poi completare il mio outfit con degli orecchini argentati a cerchio e una collana a forma di cuore.

Mi fermo un attimo a guardarla con attenzione.

Questa collana c'è l'ho da quando ne ho memoria e la tengo sempre con me, nonostante io non riesca a ricordare chi me l'abbia data e il motivo per cui ci sono così affezionata…

Decido di lasciar perdere la collana per il momento e afferro la mia borsa bianca posta sopra la panca, lanciando un ultimo sguardo all'orologio.

Scendo di sotto dove come al solito trovo i miei fratelli che fanno colazione.

Appena entrambi si accorgono della mia presenza, mi sorridono e mi salutano insieme:<<Buongiorno Yuri.>>

<<Buongiorno.>>ricambio il saluto, rivolgendogli un lieve sorriso per poi afferrare una mela dal centrotavola che si trova sul bancone della cucina.

Geon scuote la testa con aria di rimprovero per poi affermare con tono di voce severo:<<Yuri, non puoi continuare così. Devi fare una colazione seria, non potrai sopravvivere in eterno solo con una mela a colazione.>>

Sospiro per poi rispondere stancamente:<<C’è gente che non mangia nemmeno la mattina quindi accontentati Geon. Ora devo andare, ci vediamo più tardi.>>

Always choose me - P. SunghoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora