capitolo 14

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Kylie dorme beatamente, nel letto della casa di Alton

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Kylie dorme beatamente, nel letto della casa di Alton.
Ho chiesto ad Alton, se saremmo potuti rimanere. Se lei non si fosse ubriacata saremmo a casa, ognuno nella propria stanza. E invece io sto seduto su una poltrona scomoda, mentre la guardo dormire.

È così bella. Possiede una bellezza semplice. Dorme profondamente, la bocca semi aperta e il petto che fa su e giù.
Sono quasi le 7 del mattino, tra poco mio padre si alzerà. Ma vorrei che il tempo si fermasse e che rimanessimo qua per sempre, lei che dorme e io che la guardo.

Mi avvicino a lei, le porto le coperte fin sopra il collo, per coprirla meglio. Indugio con la mia mano, sulla sua guancia, poi mi lascio andare le accarezzo il viso, con una mano e con l'altra i capelli.
Tanto non se ne accorgerà, vero?

Biascica qualcosa nel sonno, ritraggo subito la mano. Si sta svegliando.
" Dobbiamo andare, sono quasi le 7". Dico con tono neutro.
" Almeno buongiorno, potevi dirlo".
Dice lei, con la bocca impastata dal sonno.
" Si. Buongiorno. Ora muoviti."
" Che scorbutico."
Sbuffa, mentre si alza traballando.

Tra esattamente 10 minuti mio padre si alzerà e come tutte le mattine, passerà dalle nostre camere.
Noi siamo ancora qui in questa stanza. Esce dal bagno e le afferro il braccio. Usciamo in fretta dalla casa.
Da casa di Alton, a casa mia ci vorranno circa 15 minuti di camminata, ma sei noi corressimo arriveremmo in circa 10 minuti.

"Okay. Sei pronta?"
Le dico.
"Pronta per fare cosa?"
Mi guarda sbigottita.
"Per correre."
Le afferrò il polso e incomincio a correre, con lei al seguito.
Il tempo, non é dei migliori; il cielo é cosparso da una distesa di nuvole grigie, quasi non si vede neanche l'azzurro. C'è un leggero venticello, che mischiato con la velocità della corsa, le scompiglia le lunghe ciocche bionde.

" Sto per morire."
Urla con il fiatone, rallentando di un po' la corsa.
"Non possiamo fermarci." Le riprendo la
mano e ricominciamo a correre.

Raggiungiamo casa, apro la grossa porta di legno e senza smettere di correre la trascino fino in camera sua, su per le scale.

"Buonanotte Barbie."
"Buongiorno Principino".
Le sorrido. Mi richiudo la sua porta alle
spalle. Appena sento dei passi sulle scale, corro in camera e ancora vestito mi infilo tra le coperte.

Chissà se lei starà dormendo?

"A che ora sei tornata ieri sera?"Mi chiede Mar, mentre facciamocolazione

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"A che ora sei tornata ieri sera?"
Mi chiede Mar, mentre facciamo
colazione.
Dopo che Elias mi ha riaccompagnata in camera, non sono riuscita a chiudere un occhio.Ero
stanca, ma non sono riuscita a dormire.

"Quindi?".
Inzuppo il biscotto al cioccolato nel caffè e le rispondo.
"Eh abbastanza tardi."
Annuisce e finisce di scrivere un messaggio.
" Ho incontrato Mick."
Sinceramente non mi dispiace quello che gli ho detto, meglio mettere in chiaro le cose fin da subito.

" L'ho lasciato. In realtà non so neanche se
stavamo insieme. Ma non fa per me."
Annuisce. Il suo telefono vibra e si affretta subito a rispondere, al mittente sconosciuto.

" Hai incontrato qualcuno?"
Le chiedo, riferendomi alla festa di ieri.
" Ti ricordi alla festa di mio papà, che c'era questo ragazzo, che mi piace?"
Annuisco.
" Ecco l'ho incontrato ieri, abbiamo parlato e poi mi ha riaccompagnata a casa. Sai Kyl, mi piace veramente tanto."
Sorrido, si vede che è completamente persa
per lui.

" Ti sei innamorata?"
Le sue guance morbide, si tingono di rosso.
" Si, penso di si."

É bello essere innamorati? Non lo
so, non l'ho mai provato.
Non sono mai stata innamorata. Non ho mai provato le famigerate farfalle nello
stomaco, anche solo guardando un ragazzo.
Peró mi piacerebbe innamorarmi. Mi piacerebbe condividere la mia vita, con qualcuno che
ama solo me.

"Ciao".
Mick é dinanzi a me. Sono entrata da soli 5 minuti a scuola, e come tutte le mattine, sono andata verso il mio armadietto, ma oggi davanti a esso ho trovato Mick.
"Ciao. Come va?"
"Non lo so, é per questo che ti voglio parlare."
Annuisco. Mi comunica di incontrarci in caffetteria a pranzo, per poter parlare.

"Allora. Cosa devi dirmi?"
Mi siedo di fronte a lui, sulla piccola sedia gialla, in plastica, della caffettiera. Ci separa solo un piccolo tavolo in ferro, colorato di nero. La caffetteria é stracolma di persone, e il vociferare é sempre più forte.
"Volevo parlarti delle cose che mi hai detto alla festa."
"Mi sembra di essere stata abbastanza chiara, Mick. Non siamo fatti per stare insieme."
Lui sbuffa. Io lo guardo storto.
" Sono tutte cazzate. Tu non ci hai neanche provato."
Il suo tono é un po' più alto, rispetto al normale.
" Non é vero. Ci ho provato, ma non ha funzionato. Non farmene una colpa, sono stata onesta."
Gli rispondo, mantenendo il tono calmo.
"Hai sempre preferito l'altro."
Mi sta facendo una scenata, come se fossimo sposati da anni, e io lo avessi tradito. Ma probabilmente, non stavamo neanche insieme.

"Altro chi?"
Non ci sto capendo più niente.
" Il tuo bel fratellino."
Ma questo non ha capito un cazzo.
"Primo: non é mio fratello. Secondo: lui é solo un amico. Terzo, più importante, Mick devi caperei che noi due- indico con il dito io e lui- non stavamo insieme, la devi smettere di fare queste scenate".
Prendo un lungo respiro, e poso i miei occhi nei suoi.

"Hai ragione. Scusa".
Annuisco. Nessuno parla più, la situazione é imbarazzante. Nessuno dei due, sa più cosa dire. Mi faccio coraggio e mi alzo dalla sedia.
" Allora io vado."
Annuisce. Esco dalla caffettiera, molta gente si sta dirigendo verso le proprie aule, quello che dovrei fare pure io.
Ricontrollo gli orari, sul telefono e mi dirigo alla classe di chimica. L'unica classe, che ho con lui.

Cosa succederà nella classe di chimica? Sapete si dice che nell'amore serva la chimica, chissà.

Grazie 💛

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