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Scusate l'attesa ma avevo un blocco (in realtà ce l'ho tutt'ora ma mi è sembrato giusto cercare di scrivere qualcosa) e poi sono piena di roba da studiare. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento anche se non ne sono molto soddisfatta.

Izanami Kimura's pov

Erano passate due settimane da quel giorno e da esattamente due settimane non parlavo con anima viva o morta. Atsumu non mi guardava in faccia, o meglio, ero io a non guardare in faccia lui. La prima volta che ci siamo visti dopo quella sera ha provato ad avvicinarsi ma io mi sono girata e ho iniziato a camminare dalla parte opposta e da quel giorno non provò più a parlarmi. Megumi mi guardava semplicemente con disgusto e io la ignoravo mentre Daisuke aveva rinunciato da giorni a cercare di chiarire la questione.

Erano quasi due ore che la professoressa di inglese non la smetteva di parlare e un mal di testa allucinante mi stava facendo vedere le stelle. Sentendo una gran fame improvvisa alzai istintivamente la mano e dopo aver ottenuto un cenno di assenso dalla professoressa sgattaiolai fuori dalla stanza trascinando i piedi a terra.

I corridoi erano deserti ma anche se non lo fossero stati ciò non mi avrebbe trattenuta dall'uscire fuori dall'edificio scolastico. Arrivai alle tanto desiderate macchinette e ci infilai dentro una monetina per poi selezionare una bibita qualsiasi. Infilai la mano dentro l'apposito foro e tirai fuori la bottiglietta gialla.

"Non dovresti essere fuori durante le lezioni" mi irrigidii presa alla sprovvista ma poi ignorai la provocazione e presi un sorso del mio succo. Una volta finito strinsi la plastica tra le dita e la buttai in un cestino li vicino.

"Hai bisogno di qualcosa?" gli chiesi notando con mi sta bloccando la strada. Osamu alzò le braccia in segno di resa e io mi allontanai annoiata.

Non appena misi piede in classe la campanella che indicava la pausa pranzo suonò, così tirai fuori dallo zaino un paio di onigiri e mi diressi sul tetto della scuola: l'unico luogo che mi dava un po' di pace.

Una volta superata la fastidiosa calca di studenti arrivai a destinazione e aggrottai le sopracciglia nel notare la presenza di Sakuma.

"Che ci fai qui?" le chiesi avvicinandomi a lei. Era seduta a terra, le sue gambe scivolavano sotto la ringhiera in ferro e penzolavano nel vuoto. Mi sedetti al suo fianco e aspettai una risposta.

"E tu che ci fai qui?" alzai gli occhi al cielo, odiavo le persone che cercavano di fare le simpatiche fallendo miseramente e finendo nel cringe.

"Dovrei ridere?" scartai un onigiri e iniziai a mangiucchiarlo. Con la coda dell'occhio continuai ad osservarla.

"Meglio di stare a piangere, non trovi?" feci spallucce e ignorai la domanda. Nella top ten delle cose che odiavo c'erano sicuramente i finti discorsi filosofici che facevano le persone e non perché ero una persona superficiale ma perché la mia soglia di attenzione era estremamente bassa così come la mia voglia di parlare ed espormi agli altri. "Continuerai così a lungo?" inarcai un sopracciglio non capendo a cosa si stesse riferendo.

"Non puoi continuare a ignorare Megumi." storsi il labbro a quelle parole

"E a te che importa?"

"Non mi importa. Semplicemente smettete di essere egoiste e guardate il male che provocate a chi vi sta intorno. La squadra sta andando a puttane." detto questo si alzò e senza neanche salutare se ne andò.

Una smorfia si fece largo sul mio viso e dopo essermi sdraiata a terra sbuffai.

"Sai che me ne importa" borbottai alzando gli occhi al cielo.

"Sei egoista." una voce maschile attirò la mia attenzione e io non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo.

"Me l'ha già detto Sakuma, Miya." non mi alzai, non avevo nessuna voglia di muovermi però non volevo neanche parlare con lui. Effettivamente la mia voglia di non fare un cazzo superava di gran lunga la mia voglia di non parlargli.

"Mmm allora fammi pensare: sei prepotente, menefreghista, individualistica ed egocentrica" ridacchiai alle sue parole.

"Parli tu?"

"Io non-Io ehm... non è di me che stiamo parlando." roteai gli occhi annoiata e improvvisamente la mia voglia di non parlargli aveva raggiunto il 100% nel grafico mentale che avevo. Così mi alzai in piedi e mi pulii la gonna che si era sporcata di polvere.

"Dove pensi di andare?"

"Il più lontano possibile da te. Mi stai facendo venire un mal di testa assurdo." gli diedi le spalle e mi incamminai verso la porta quando improvvisamente venni sbattuta contro il muro. Sbuffai e feci per parlare ma quando i miei occhi incontrarono i suoi non ci riuscii. Lui aggrottò le sopracciglia e sollevò la mano.

"Ti senti bene?" non appena la sua mano mi coprì la fronte gliela schiaffeggiai e tentai di sfuggire alla sua presa.

"Sei calda" borbottò rimettendo la mano sulla mia fronte.

"Mhmh"

"Dovresti tornare a casa e riposare."

"Lasciami in pace"

"Izanami... perché fai così?" la sua voce si fece più profonda e finalmente mi lasciò andare.

Tentai di dire qualcosa ma lui riprese parola "Perché scappi? Ti sei dimenticata di quello che è successo? Perché io non ci riesco, ogni volta che mi torni in mentre tu e le tua bocca che-cazzo mi stai facendo uscire fuori di testa."

"Mi dispiace è solo... successo. Smettila di farti illusioni."

"Vuoi dirmi che è stato uno sbaglio?"

"Senti io... io non ci riesco. Mi dispiace." detto questo corsi giù per le scale allontanandomi il più velocemente possibile da lui.

A. Miya x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora