Put Your Head On My Shoulder

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Paris, France; 8.30 a.m.

La vista della Tour Eiffel dal balcone di casa loro, toglieva il fiato. Era mattina presto, si poteva intravedere dalla posizione del sole, che iniziava a sgorgare nel cielo e a farsi spazio tra le poche nuvole che quel giorno adornavano il cielo celeste.
E così come il panorama, anche la vista di quell'ammasso di riccioli profumati, sparpagliati sul cuscino, toglieva il fiato. O almeno, Louis la pensava così.
Harry dormiva ancora beatamente, le sue labbra rosse erano semiaperte, il capo appoggiato sulla spalla del suo ragazzo. Il sole entrava a spiragli dalla finestra, creando dei giochi di ombre e luci che risultavano incantevoli sulla pelle nuda e dorata del minore.
Un suo braccio avvolgeva distrattamente la vita sottile del suo amato, lasciando impercettibilmente ed inconsapevolmente delle carezze leggere con i polpastrelli delle dita.

Louis rabbrividì, non avrebbe retto un solo minuto di più senza toccare quella che pensava fosse la persona più meravigliosa che potesse esistere. Si ritrovò infatti, a pensare quanto fosse stato fortunato ad aver trovato un angelo del genere. Doveva tutto ad Harry; la sua felicità, il suo nuovo modo di vivere e di vedere le cose.

Volendolo svegliare appositamente, gli lasciò un bacio leggero sulla punta del naso. Poi, si spostò sulla guancia destra, su quella sinistra, infine sulle sue labbra. Quanto amava quelle labbra; una volta, da ubriaco, le aveva definite la sua morte.

Harry, già ovviamente sveglio, finse prontamente di dormire, volendo godersi quelle coccole che Louis gli stava riservando. Il maggiore, infatti, iniziò a scompigliargli i capelli, cercando di infastidirlo. Non soddisfatto del risultato, visto che Harry non si era mosso di una virgola, iniziò a lasciargli dei baci sul collo, cercando di provocarlo.

Questo sembrò funzionare, perché "Mmh," mugolò il minore.

"Buongiorno, amore. Vedo che abbiamo ancora parecchio sonno." Affermò Louis con ilarità. Il suo ghigno stampato in faccia era patetico.

"Cosa, Louis, ugh-" Cercò di protestare il ragazzo, ma quello, con audacia, scese a baciare e mordere le clavicole di Harry, facendolo gemere.

"Oh, sei già vicino all'orgasmo? Non abbiamo neanche iniziato, amore."

"Louis," ansimò ancora.

Quello scese ancora più giù, fino al suo ventre piatto, sfiorando col naso ogni zona di pelle che riusciva a raggiungere, come lo stesse venerando.
Baciò il suo ombelico, facendolo sussultare, lasciando dei baci al di sotto di esso.

"Louis, piano, per Dio. Mi sono appena svegliato."

"Tranquillo, principessa. Tu non dovrai fare altro che stare qui sdraiato, cerca di rilassarti."

Riprese il suo lavoro, scendendo ancor di più con il viso, arrivando a sfiorare col naso, la sua erezione mattutina ancora nuda dalla sera prima. Sentì gemere il ragazzo, quindi rivolse la sua attenzione verso il suo volto.
Egli aveva finalmente aperto gli occhi, che alla luce del sole apparivano di un verde speranza, macchiato da spicchi dorati che infondevano sicurezza e stabilità nel suo sguardo. Louis lo amava così tanto, tanto quanto la sua Parigi.
Si trovava nel posto giusto con la persona giusta, poteva chiedere di meglio?

Afferrò la base dell'erezione dell'altro con la mano, avvicinandosi col viso e leccandone una porzione. Sapeva di buono, come sempre.
Si concentrò poi con la lingua sulla punta, sapendo come avrebbe fatto godere l'amato, che di fatti iniziò a perdere la testa.

"Oh cazzo, cazzo, fallo di nuovo." Si lamentò.

Louis affondò sul suo bacino con la testa, spingendo l'asta dell'altro a fondo nella sua gola, ripetendo l'azione a una velocità quasi anomala, considerando che era sveglio da neanche dieci minuti.

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