biglietti

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Amavo quei biglietti.

Andavo in biblioteca solo per leggerli, solo per loro, solo per sentirmi accettata.

Il primo biglietto era situato all'interno della pima pagina di un libro calamitico per i miei occhi, piegato quattro vole su se stesso.
Data la mia preferenza ai romanzi rosa, avevo letto molte volte questa scena, di cui io sono ora la protagonista. Però questo non era un libro, l'autore della lettera poteva trattarsi di un malintenzionato. Ma questo potevo dedurlo dal contenuto, perciò aprii il sottile foglio piegato. Il testo sembrava scritto con una stilografica, diceva:
"domani".

Capii velocemente che intendeva il titolo del libro scritto recentemente.

Quello fu il primo di molti, anzi, numerosissimi, biglietti, tutti contenenti poesie o lettere d'amore. Non ci conoscevamo, ma allora come faceva a descrivermi, a dirmi che ero gentile, buona? Non lo sapevo, ma mi fidavo delle sue parole, tanto non avevo nulla da perdere.

Io non gli scrivevo mai, non potevo.
Solo una volta lo feci, la scrissi ripensando a tutti i biglietti che mi scrisse, tutte le emozioni che mi ha fatto provare. Una persona qualsiasi è riuscita a trasformare la semplice azione di andare in biblioteca in un lasso di tempo in cui tutte le mie emozioni positive creano una tempesta fra loro ed infine si scontrano, facendomi provare le famose "farfalle nello stomaco", per questo ho voluto scrivergli negli ultimi momenti della mia vita, la vita che che questa persona mi cambiò.

Durante la scrittura, mi ricordai anche di tutti gli aggettivi che usò per descrivermi.

In questo momento, l'unico aggettivo che più mi si addice è morta, morta per via di un tumore, che quasi dimenticai con l'arrivo dei biglietti.

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