16. Ma sei serio?

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Sto vagando da un paio d'ore tra la vegetazione. Lo sapevo che non dovevo provare a cazzeggiare da sola in giro. Helena mi ammazzerà se arrivo tardi all'ultima riunione. A parte tenere d'occhio il sole e fugaci punti di riferimento, non saprei come orientarmi. Il segnale GPS va e viene, quello del telefono, invece, è praticamente morto.

Ero solo curiosa di vedere la fonte Castalia. Ho bisogno di un segno, di qualcosa che mi faccia capire che caspita sto facendo. Da quando ho mollato la razionalità sento che mi scivola tutta la vita dalle mani.

Anche stanotte ho faticato a dormire, nonostante avessi accanto Helena. È crollata mentre imprecava contro la sua fortuna. È tutta matta.

Continuo a vagare, ma mi sento osservata. Mi guardo attorno, in su... È una strana sensazione quella che ho. Con i sensi affinati dalla paura di essere seguita sento un flebile scrosciare d'acqua in lontananza. È li che devo andare!

Con le mani sulle cinghie dello zaino, come per darmi forza, alzo il passo verso quella che credo sia la direzione giusta.

Aggiro una collinetta seguendo un viottolo lastricato. Sento che si avvicina quel suono sordo.
E poi la vedo. La fonte Castalia. È antica quanto il mondo, sembra far parte di un'epoca così lontana e magica, la fonte dei rituali ad Apollo.

Ma non sono sola. Un uomo è stravaccato sotto un albero in fondo e mi osserva. So che non dovrei essere qui. Se è il custode, sono morta. Dion verrà a sapere in poco tempo che ho vagabondato sola per le campagne. Non mi ha ripetuto altro che non girare sola senza una guida, e mi farà fuori prima che io possa tornare ad Arachova.

Ma perché mi ficco sempre in queste situazioni?!

"Salve! Mi sono persa. È questa la fonte Castalia? È possibile visitarla?" faccio la finta, fintissima tonta.

Si gira a guardarsi indietro, poi torna su di me. Incrocia le braccia.
Mi ricorda qualcuno...
O l'ho proprio già visto?

"Vieni da Arachova?"

Ma questo che vuole?! "Ehm, si. Vengo da li. Stavo facendo una passeggiata..."

"Un po' lunga, no?" mi interrompe.

"Ehm, volevo camminare...da sola...potrei..."

"Vieni qui, non avere paura." Mi interrompe di nuovo. "Tu sei Aura, giusto?"

Cazzo, come fa a conoscermi?!!!

"Ehm, mi avrà scambiata con qualcun'altra. Le chiedo scusa per il disturbo. Sarà meglio tornare indietro." Cazzo cazzo cazzo, devo scappare!

"No, puoi stare tranquilla. Sono il fratello di Dion." Si alza ed esce dall'ombra.

È l'uomo di ieri sera. Come può essere il fratello?! "Dion non ha fratelli." Dico con un po' di esitazione. La situazione sta diventando surreale.

"Capisco le tue perplessità, non siamo mai vissuti insieme, ma..."

"Mi scusi, devo andare!" Lo interrompo io stavolta. Mi giro e vado via a passo svelto.

"Aura, mi dispiace. Non volevo spaventarti."

Caspita...chi diavolo è veramente questo qui??

Tento invano di ritrovare la strada del ritorno. Sono fottuta!

Sento di nuovo passi sull'erba, la paura si fa strada gelandomi le vene. Comincio a pensare alle peggiori esperienze che potrebbero capitarmi persa qui sù. Mi maledico per le idee idiote che mi vengono.
Vagabondare sola sul monte...sono una stupida!

"Perdona la mia maleducazione. Ti prego, fermati. Non voglio farti del male."

Io riesco solo a pensare a una cosa: vorrei che Dion fosse qui per salvarmi. Senza accorgermene comincio a chiamarlo, sempre più forte.

Nella mia natura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora