19. Il limite nord delle Dionisie

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Ciao, sono Aura. Ho ventun'anni, tra pochissimo ventidue e sono un'inguaribile idiota!
Credo ancora che esistano persone, ehm, non 'persone'. Ragazzi, sì parlo di uomini.
Dicevo: credo ancora che ci siano ragazzi buoni, che conoscano il rispetto. Ma che... A me ne bastava uno solo! Uffa.

Sono così assorta nei miei vaneggiamenti che non sento Helena, così decide di scuotermi.

"Ragazza! Tutto bene? Ci sei stasera? O sei tra le nuvole?"

"Scusa, devo trovare il modo di rimanere ancorata al terreno."

"Dai Aura, che questa notte è importante!"

"Hai ragione." Mi rabbuio.

Giuro che gliela faccio pagare! Se mai avrò la forza e se la smetterà di avvicinarsi. Forse anche se non mi guarderà con quegli occhi.

"Aura!" Strilla Helena verso di me.

Mamma mia che spavento!

"Fai la brava, controllami il limite nord. Per qualsiasi cosa avvisami subito col walkie-talkie." Mi ordina.

"Certo! Vado subito. Ma... Non rischio di incontrarlo?" Le mie dita s'intrecciano dal nervoso.

"Magari! Se lo trovassi, avvisalo che stanotte lo sotterro! Ci ha mollati, non si è fatto ancora vivo! E ora vai, per favore..."

Cosa sarà successo? Possibile che gli è capitato qualcosa?

Quando arrivo alle transenne a nord è tutto in ordine. Comunico in tempo reale la situazione e la mia amica mi chiede di rimanere qui.
Il tempo scorre senza incontrare intoppi.

Oh no! Sembrava strano che andasse tutto liscio!

Marcus si avvicina percorrendo le transenne arrivando dal lato ovest.

È una congiura...

"Ciao! Ci rivediamo." Mi fa con un sorrisetto che direbbe altro se potesse.

Ma io non ho sorrisi da elargire... Soprattutto a lui. Ho già lo stomaco che si torce ad ogni pensiero e adesso ho solo rincarato la dose.

"Ciao, si... Be', sono due ore ormai che non ci capisco niente in questo marasma." Rimango vaga.

"Peccato eh? Ma Helena mi ha appena fermato, mi ha chiesto di non lasciarti sola, potresti avere bisogno di una mano. Ed eccomi!"

Helena mi vuole male. Sorrido in maniera isterica a tutto ciò... Che situazione! Dion, quella capra, disperso. Marcus, l'appiccicoso, appiccicato. Me ne andrà bene una stasera?
Provo ad avvicinarmi a una delle installazioni artistiche che abbiamo sistemato proprio a pochi passi da dove sono adesso. Magari qualcuno ci interrompe ripetutamente per avere informazioni...

Mentre parla io vado, a piccoli passi. Ma lui è tenace. "Questa è la zona più deflorata, almeno negli scorsi anni. Tra un po' ne saliranno altri di noi a dare una mano sul perimetro. Purtroppo i turisti più giovani vengono attratti dalla vegetazione oscura e puoi immaginare cosa combinano." Alza le sopracciglia per farmi intendere esattamente le sconcezze che hanno scoperto nelle scorse edizioni. "Appena ci danno il cambio andiamo a dare un'occhiata."

"No!" Urlo, senza pensarci. "Scusa, preferirei rimanere all'interno della festa." Non ci penso nemmeno a rimanere sola con lui nel buio della boscaglia!

"Tranquilla, stasera Dion non c'è, non rischi di essere ripresa sul lavoro." Sussurra sereno.

Secondo lui il mio problema sarebbe solo Dion? Non ci posso credere...

"In ogni caso solitamente lui lascia tutto in mano a noi a una certa ora. Perché..." Si avvicina un po' di più nel bisbigliare queste parole. "In realtà ha il vero rito originale delle Dionisie da compiere questa notte. Ma in pochi sono a conoscenza di questa cosa. Acqua in bocca." E mima il gesto del silenzio.

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