21. Ora cavatela da sola

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Oggi sono chiusa in camera. Mi sono alzata tante volte per andare a fare una doccia, ma finisco sempre per preferire il letto. Ho i muscoli doloranti per la tensione. È una reazione tipica del mio corpo allo stress mentale, quello che ti logora stando immobile a lasciar vorticare la testa. Non lo so perché mi dà questa sensazione...
I pensieri sono un continuo turbinio.

Vuole stare con me? Vuole solo me o sono il giochino in esclusiva che lo alletta al momento? Che cosa nasconde? E perché lo volevano aggredire?

Una cosa mi dà la forza di non impazzire: ricordare i suoi abbracci e le sue parole bisbigliate.
Come al mio solito ho spento il telefono, ma tanto non vado da nessuna parte. Forse nessuno mi inseguirà. O forse sì.
Nel pomeriggio sento bussare.

"Che palle..." Dico fra me e me. "Chi è?" Grido verso la porta.

"Aura, apri per favore. Posso parlarti?" Helena è lì dietro.

"Sei un po' in ritardo per informarmi delle cattive abitudini di Dion..." Sono sarcastica, ma vorrei essere pungente.

"Ti ho portato una tazza di caffè. Come piace a te, bollente anche d'estate. Mi perdoni?" Chiede con una inflessione triste nella voce.

"Devo decidere." Apro la porta, prendo la tazza e lascio entrare la ragazza, mantenendo la mano sulla maniglia.

Faccio un bel sorso ad occhi chiusi. Che goduria, ne avevo bisogno. La guardo senza dire una parola. Lei si ricompone e si schiarisce la gola. Sembra debba fare un discorso. E finalmente parla.

"Sono stata poco carina. Scusami. È vero, ho sempre saputo del rituale. Ma... Fa parte del lato di Dion che dovrebbe svelare da sé, quando lo ritiene più giusto. Solo lui può prendere queste decisioni." A piccoli passi si avvicina alla sedia, si accomoda poggiando i gomiti sul tavolino accanto. Sembra stanca. "Non voglio essere odiata da te. Sei leale, schietta. Sei una brava ragazza e non lo meritavi. Volevo solo proteggere anche Dion, neanche lui merita di essere tradito." Dice l'ultima frase abbassando lo sguardo. "Anche se ti tiene nascosta una..."

"Orgia?!" La fulmino. Non mi risponde.

Ma infondo la capisco, come potrei darle torto.
Se sono amici per davvero, non potrebbe mai tradire la sua fiducia raccontando cose che lui non vorrebbe si sapessero, anche se si tratta di pratiche poco convenzionali.

"Anche io devo farmi perdonare. Ho reagito senza collegare il cervello. Ho perso la testa. Anche se ho ancora mille dubbi su tutta questa storia, nessuno dei due meritava di essere trattato così. Non capiterà più."

Helena alza lo sguardo, scatta in piedi per venirmi ad abbracciare e mi stringe forte. Ho imparato a volerle bene da subito, non l'ho mai vista una persona cattiva.
"Grazie." Mi dice.

"Posso chiederti un favore?" Aspetto un suo cenno e poi proseguo. "Se mai ci fossero altre cose che dovrei sapere e ne andasse della mia sanità mentale... Fammelo sapere." Comincio a ridere facendole l'occhiolino.

"Ti va una birra?" Chiede con un sorrisone.

"Certo! Alexis è già libera?"

"Si sta cambiando, le mandiamo un messaggio." Esulta mentre prende il telefono.

"Mandaglielo tu, io corro a fare la doccia!"

Questa è la volta buona che mi attivo. Prendo subito le robe e cerco di fare in fretta. In realtà vorrei cogliere l'occasione per fare qualche domanda, un po' me lo deve. Non ho solo mille dubbi. Ieri sera Dion mi ha completamente spiazzata. Sarà questo cambiamento nella mia vita, che non avevo preventivato. Sarà l'inquietudine che mi dà Dion dal suo primo sguardo. Sento il bisogno di fare parte della sua vita, perché è come se io fossi già appartenuta a lui, ma non lo ricordassi.
Mi arriccio appena qualche ciocca, per dare un po' di movimento alla testa. Almeno fuori, perché, dentro il cranio, il cervello è a riposo.

Nella mia natura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora