Capitolo 4

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Suonai il campanello di casa, mentre cercavo ancora le chiavi nelle tasche.
Ero stato troppo imbranato da averle dimenticate sul tavolo?

«Che ci fai qui?» mi disse nervosa, mia sorella.
«Fino a prova contraria è anche casa mia» dissi, sorpassandola ed entrando in casa.
«Puzzi Michael. Ora vai a lavarti, veloce prima che arrivi Grace» incrociò le braccia al petto con sguardo severo.
«Sorellina, non mi interessa chi deve venire qui, è anche casa mia. Faccio ciò che voglio chiaro?» dissi e non le diedi il tempo di ribattere perché salii le scale, entrando in bagno.
La sentì sbuffare, ma lasciai perdere.
Controllai il cellulare che al momento stava scoppiando, per quante notifiche stavo ricevendo.
«E ora chi cazzo è?» mormorai tra me e me, prendendo il cellulare, sbloccandolo e andando su whatsapp.
Sophia.
Non mi ero mai lamentato di lei, la amavo tanto ma a volte era davvero pesante.
La domanda era sempre la stessa. Sempre.
Non mi andava di uscire oggi. I miei piani erano: lavarmi, andare a tagliare il cespuglio di capelli decisamente troppo lunghi e tornare a casa per giocare alla play.
Le risposi e successivamente misi il cellulare in modalità aereo.
Feci partire la mia playlist, entrando poi in doccia per lavarmi.
Iniziai a canticchiare, ripensando alle parole di mia sorella.
Chi era Grace? Da quanto si conoscevano? E soprattutto perché doveva venire qui?
Non aveva mai invitato nessuno qui a casa, era sempre stata sulle sue mia sorella, con il solito romanzo strappalacrime in mano e con gli auricolari nelle orecchie. Era cambiata dopo un anno?
Non avevamo un vero rapporto ma l'avevo sempre vista ancora come una bambina.
Faceva i capricci quando qualcosa non le andava bene, era permalosa, se la prendeva per qualsiasi cosa che le veniva detta e ogni volta che succedeva si chiudeva in camera e smetteva di parlare, probabilmente anche per giorni.
Smetteva di parlare anche con nostra madre, che per lei era come una seconda migliore amica e lo era anche per me.
Avevamo un rapporto speciale con nostra madre, così anche con nostra zia.
La reputavamo come una seconda mamma ormai.

Chiusi il getto d'acqua, prendendo lo shampoo e iniziai a lavarmi i capelli, strofinando bene.
Socchiusi gli occhi, sospirando, appena il getto d'acqua bollente mi toccò la pelle fredda.
Lasciai che colpisse ogni punto del mio corpo.
Successivamente presi il bagnoschiuma, passandolo su tutto il mio corpo.
Dalla playlist partì "Star Boy" e iniziai a canticchiare mentre, sotto il getto d'acqua, facevo scivolare il sapone via.

Uscì dalla doccia, avvolgendo un asciugamano in vita e asciugandomi il petto bagnato.
Mi asciugai appena i capelli e andai in camera mia, chiudendo la porta alle mie spalle e mi diressi verso l'armadio, aprendo il cassetto all'interno e presi un paio di slip indossandoli.
Avrei potuto sembrare egocentrico se qualcuno avesse saputo che mettevo gli slip al posto dei boxer come facevano tutti, ma poco mi importava, non avevo nulla da nascondere o di cui vergognarmi.
«Michael, scendo un attimo, raggiungo Grace e arrivo» mi avvisò mia sorella e senza aspettare una risposta dal sottoscritto, si allontanò uscendo di casa.

Andai in bagno, sistemando tutto e prima di prendere il phon sentì la porta aprirsi e delle voci.
Scrollai le spalle, prendendo il phon e iniziando ad asciugarmi i capelli che dopo sarebbero stati più corti.
Mi guardai allo specchio, sistemando i capelli e presi lo spazzolino, iniziando a lavarmi i denti.
Sentii ancora le loro voci mentre parlavano e ridevano.
Non riuscì a capire di cosa stessero parlando, probabilmente quella sua amica era come mia sorella.

Tornai in camera, indossando una felpa verde acqua, e un jeans nero.
Spruzzai un po' di profumo sul collo e sul petto, posando la boccetta sul comodino e finalmente scesi le scale.
Mi girai verso mia sorella e la sua amica, rimanendo incantato per qualche minuto.
Era fottutamente bella. Cazzo se lo era.
«Ti avevo detto di non venire qui, Michael» disse mia sorella, fermando il film.
Sposto lo sguardo sullo schermo della TV.
C'erano due ragazzi, in doccia, nudi.
«Che cazzo state vedendo?» le guardai, principalmente cercai di mantenere l'attenzione su mia sorella piuttosto che alla sua amica.
Come si chiamava? Grace.
«Non sono affari tuoi, Michael. Va via» si alzò, mettendosi davanti a me.
«Va via» mi indicò la porta e accennò un sorrisetto.
«Lo dirò a mamma, Nicole sta' tranquilla» mi avvicinai alla porta, aprendola.
«Ciao nana, ciao anche a te Grace» salutai entrambe, uscendo da casa.

____

«A che cosa stai pensando Anderson? Devo per caso mandarti a casa eh?» mi riportò alla realtà il mio allenatore, piazzandosi davanti a me, facendomi sobbalzare.
«A nulla Coach» lo guardai, continuando a fare addominali.
«Sarà meglio per te. Tra qualche giorno ci sono ben due gare da vincere e tu devi vincere» disse per poi abbandonare la stanza.
Sospirai, esausto.
Mi alzai dalla panca, prendendo dallo zaino la bottiglia d'acqua, e bevendone un sorso.
«Ha fatto anche a te la ramanzina, vero?» mi guardò Leo, bevendo un sorso dalla sua bottiglia.
«Già, tu a che cosa pensavi?» lo guardai, sedendomi.
«A chi» si sedette accanto a me, guardandomi.
Lo guardai confuso.
«Eh?»
«Non stavo pensando a qualcosa, ma a qualcuno» mi corresse, guardandomi.
Speravo non dicesse quel nome. Lo speravo tanto pe-
«Nicole» disse, guardando la sua bottiglia, che si rigirava tra le mani.
«Stai scherzando spero» lo guardai male.
«Uhm» arrossì appena, come un bambino appena colto nel bel mezzo di una rapina di dolci.
«Che cazzo, allora non scherzavi quel giorno al bar! Dio Leo! Stiamo parlando di mia sorella!»
«Lo so Michael, lo so ma è così bella, è gentile e il giorno del tuo compleanno, quando mi è venuta addosso per sbaglio, dio ha un profumo così buono!» parlò, guardando in basso.
Non sai quanto ti capisco. Pensavo le stesse cose su Grace.

«Smettila di parlare così di mia sorella, mi fai venire il voltastomaco» feci una faccia disgustata.
«Oh andiamo, non fare il fratellone geloso» mi prese in giro.
«Io? Geloso di quella nana di mia sorella?» risi, guardandolo.
«Mai».
«Allora aiutami a conquistarla. Se lo facessi potrei aiutarti con il centro dei tuoi pensieri» rise lui, tornando a fare i suoi esercizi.
E io tornai a fare i miei, pensando al centro dei miei pensieri.

Spazio autrice
Ehi ehi! Sorpresina per voi!!❤️
Ho scritto il capitolo in letteralmente minuti.
Spero vi piaccia❤️🥺
InsideMe99 donna tu che mi dici? ti è piaciuta la piccola sorpresa? Spero di sì!!❤️ aggiorna "Destinati" per me ti pregoooo 🥺🥺🥺

PANDAHAYAIA a te è piaciuto mh? spero di sì, anche se ne sono sicura! Ti amo tantissimo strega💜

Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora