69. La Guerra: Il figlio maggiore.

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|| Martedì 21 Luglio 1981 ||

James si sentiva in trappola, proprio come una bestia in uno zoo.

Aveva trascorso soltanto diciotto giorni nascosto in quella vecchia casa a Godric's Hollow, ma sembrava che ne fossero passati cento.

Continuava a ricevere lettere da Sirius, che provava in ogni modo a farlo sentire meglio, ma la mancanza del suo migliore amico lo faceva soltanto stare peggio.

A volte gli era piombata in mente l'idea di trasformarsi e uscire di casa.
D'altronde, nessun Mangiamorte avrebbe visto James Potter in un innocuo cervo.

Ma lasciare Lily da sola era fuori discussione.

Il compleanno di Harry si avvicinava, e James continuava a ripensare al fatto che non avrebbe potuto festeggiare il primo anno di suo figlio come avrebbe voluto.

Lily aveva smesso di sorridere dopo i primi dieci giorni. Lei era sempre stata la meno ottimista dei due.

Quella mattina si trovava al piano di sopra, intenta a svegliare Harry, mentre James era in cucina a preparare la colazione.

Riconobbe il verso familiare del gufo che Silente aveva designato per consegnare la posta al nascondiglio, così aprì la finestra per afferrare una lettera.

"Grazie, amico mio." mormorò, mentre strappava la busta con i denti.

La lettera era da parte di Silente.

James lesse rapidamente le parole dell'uomo, che gli comunicavano brevemente che sua madre era malata.

Posò la lettera sul tavolo e fece un passo indietro.

Sapeva perché Silente gli aveva scritto.
Cosa gli stava comunicando.

Erano poche le persone che una volta contratto il Vaiolo del Drago lo avevano superato, e nessuna tra quelle che c'erano riuscite aveva più di trent'anni.

Si strofinò gli occhi, quasi rischiando di farsi scivolare gli occhiali dal naso.

Avrebbe voluto gridare, o rompere qualcosa.
Ma...

"James? Sono riuscita a tirare il mascalzone giù dal letto."

James si ricompose rapidamente, tirando su con il naso.

Afferrò la lettera di Silente e la gettò nel camino, e poi si mosse per afferrare un piatto per le uova che erano ormai cotte in padella.

"Sì?" sorrise guardando sua moglie scendere in modo aggraziato le scale.
"Immagino che sarai affamata, allora."

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Liv raggiunse finalmente l'ala delle Malattie Infettive, dopo aver attraversato l'intero San Mungo con Sirius che camminava silenziosamente al suo seguito.

Silente li aspettava entrambi seduto su una delle panche nel corridoio, e si alzò in piedi quando li vide arrivare.

"Dov'è?" chiese Liv, senza nemmeno preoccuparsi di salutare il vecchio.

Silente indicò una porta bianca davanti a loro.
"Gli infermieri hanno creato una barriera di protezione per evitare che vi infettiate, ma potrete vederla e parlarle attraverso essa."

Sirius si lanciò verso la maniglia della porta, infilandosi immediatamente nella stanza.

Liv restò sui suoi piedi, lanciando uno sguardo al professore.

"Silente." lo chiamò.
"Stavo pensando una cosa."

"Lo so." il professore non esitò a rispondere.
"So a cosa stai pensando." annuì, fissando un punto imprecisato del corridoio bianco.

wires || remus lupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora