Non è colpa dei cavoletti di Bruxelles

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PREMESSA

Visto che sono a letto malata, ho voluto riversare la mia rabbia per questa situazione un po' di m**** su quel povero cristiano di Tobio.
PS. Ho finito l'anime e appena iniziato il manga, quindi tutto quello che c'è scritto è frutto della mia immaginazione e del mio mal di pancia.
Fatta questa premessa, buona lettura.





È arrivato finalmente il giorno della finale del Torneo primaverile, sono le prime luci dell’alba, il prof. Takeda dorme tranquillamente nella stanza della pensione dove sono alloggiati, ma un insistente bussare sulla porta, accompagnato da lamenti, lo riporta alla realtà.

Prende gli occhiali sul comodino e si alza, avvicinandosi alla porta, un po’ preoccupato, non capisce se dietro la porta c’è un essere umano o un alce costipato, per un secondo pensa che sta ancora dormendo e sognando. Aprendo la porta scopre che la realtà è a metà tra sogno e immaginazione, anzi dietro la porta c’è il peggiore degli incubi di questo torneo: un corvo in evidente stato di sofferenza. Kageyama, seduto a terra, appoggiato allo stipite della porta, sudato e dolorante, tiene la mano sul basso addome. Non riesce a stare in piedi, ma spiega, tra un lamento e l’altro, quello che prova.

Kageyama: prof, non ho chiuso occhio per tutta la notte. Sento un incredibile e lancinante dolore che si estende dall’ombelico e la regione destra dell’addome. Ho la nausea e febbricitante. Prof, credo di aver contratto il colera. Sicuramente è colpa di Hinata.
Prof Takeda, con il suo solito sorriso rassicurante: se si tratta di questo, ci tengo a tranquillizzarti, qui in giappone non c’è il colera, ne sono quasi sicuro.
Kateyama: allora in base ad una rapida ricerca su internet, in ordine decrescente di possibilità, ci sono la malattia di Hirshsprung, il botulismo, una tenia di 10 mt, o un’ingestione accidentale di fiori di crisantemo.
Takeda: F-fiori di crisantemo?
Kageyama: fa parte di un improbabile scenario che comprende un attacco di sonnambulismo, un negozio di fiori aperto tutta la notte e un commesso poco vigile.
Takeda: Kageyama, guarda che le diagnosi di google molto raramente sono attendibili. Ora se vuoi darmi un secondo

Takeda si allontana, con apparente calma e un tranquillo sorriso stampato sul viso, bussa alla porta accanto e quando gli viene aperto, salta dentro la stanza, chiudendo la porta, che non riesce però ad isolare l’ansia del prof e le sue parole.
Takeda: Ukaiiii!!! Kageyama sta male! E’ la fine!!!

La scena si sposta nella zona ristoro della pensione, dove sono le macchinette del caffè e i divani per gustarlo. Kageyama è sdraiato su uno di questi divani, mentre spiega i suoi sintomi anche al Coach, che comunque ha già chiesto a Takeda di chiamare un’ambulanza, perché è evidente la sofferenza e il pallore di Kageyama.

Quando arriva l’ambulanza, il resto della squadra si sveglia per il trambusto e scendendo giu’, vede Tobio su una barella, mentre gli prendono i parametri vitali, intanto Ukai e Takeda spiegano i sintomi e il dottore spiega loro che probabilmente è un attacco di appendicite.
Takeda: Appendicite?!?
Ukai: siamo fritti panati.

Nel frattempo, arriva alla pensione Megumi, avvisata da Daichi.
Tobio: che ci fai qui?
Megumi: Daichi mi avvisato! Per fortuna dal mio hotel a qui sono 5 minuti a piedi! Perché non mi hai chiamato?
Tobio: non volevo farti venire l’ansia, ringrazierò per bene Daichi piu’ tardi…
Megumi: non prendertela con lui, ha fatto bene. Tanto comunque lo avrei scoperto domani e sarei stata ancora piu’ preoccupata, non vedendoti, almeno ora posso parlarti prima che ti portino via.
Tobio: Via?
Megumi: si, ho parlato già con Ukai, temono sia un attacco di appendicite.
Tobio: Via? Dove?
Megumi: in ospedale, dove vuoi che ti portino al bar per un cappuccino?
Tobio: ma io ho una partita domani! Dobbiamo vincere!
Megumi: la tua appendice sembra non interessarsi al problema.
Tobio: la mia appendice può aspettare.
Megumi: vuoi morire sul campo o giocare in ginocchio per il dolore? Devi pensare prima a te.
Tobio fa per scendere dalla barella: io sto bene se gioco.
Megumi: ma che fai?
Tobio viene bloccato dagli infermieri, che lo stendono di nuovo e lo bloccano con le cinture per non farlo scappare.
Megumi, con sguardo severo: non fare il bambino Tobio! Potresti seriamente morire! Non è che hai mal di pancia perché hai mangiato cavoletti di Bruxelles ieri! Ti preoccupi per me se faccio due scalini di troppo e ora ti comporti in modo sconsiderato!?!? La partita è importantissima, ma tu di piu’! Fidati della tua squadra.
Tobio la guarda come un bambino sgridato dalla mamma per una marachella, poi sospirando, cede e si rilassa sulla barella, senza piu’ cercare di scappare: ok… allora è così che deve finire? Proprio ora che stavo per spiccare il volo, vengo tradito dalla mia appendice, un organo superfluo! Ma la cosa che mi fa piu’ incazzare è che io morirò e Hinata resterà in vita.

Tobio viene portato via e subito il Coach Ukai riunisce la squadra per riorganizzare gli schemi prima della partita senza il loro alzatore titolare.
Mentre Ukai parla, Tanaka da una gomitata a Noya e sottovoce gli dice: ehi, comunque si può dire che Oikawa ha fatto centro con gli accidenti che ha mandato a Kageyama, quando lo abbiamo sconfitto…
Noya: già, colpito e affondato.
Ukai sbatte il pugno sul tavolo e ridendo nervosamente, per non arrabbiarsi ancora di piu’: sì però, quando il coach di una squadra parla, di solito, la squadra lo ascolta in silenzio! Soprattutto in una situazione di merda come questa
Tanaka e Noya: ci scusi coach!
Noya: tutta colpa tua.
Tanaka: colpa di Oikawa, non mia.

Arrivati in ospedale, dopo in controlli di rito, Tobio aspetta i referti nella sua stanza, dorme tranquillo, mentre Megumi seduta accanto a lui sta parlando al telefono con la madre di Tobio, in viaggio per raggiungerli.

Finalmente, dopo circa 2 ore, entra il dottore, con la cartella di Tobio, parla con la mamma, ormai arrivata a Tokyo, e spiega che effettivamente è confermata l’appendicite, ma per fortuna non è ancora così grave da richiedere un intervento urgente.

Dottore: lo opereremo comunque questo pomeriggio, per evitare complicazioni.
Tobio: oggi pomeriggio!?!
Dottore: sì, alle 15, sei contento? Così ti toglierai subito il pensiero.
Tobio: ma alle 15 la mia squadra gioca la finale!!! Non posso nemmeno vedere la partita in tv e fare il tifo per loro!!! Una disfatta totale.
Dottore: devi pensare a te stesso, ora, ragazzo.
Tobio: dannazione! Prima di dicevano tutti che ero troppo egoista e pensavo troppo a me stesso, ora mi dicono tutti il contrario?!!? Vi decidete?
Megumi: penso che sia meglio che non vedi la partita, per la rabbia e l’emozione, potrebbe l’appendice potrebbe esplodere. Fidati dei tuoi compagni.
Tobio imbronciato: ok

Uscito dalla sala operatoria, Tobio riprende conoscenza e vede sua madre e Megumi, sorridenti, accanto a se’.

Megumi: l’operazione è andata bene, come ti senti?
Tobio: la partita?
Megumi: l’operazione è andata bene, come ti senti?
Tobio: cosa? Come è andata la partita?
Megumi: i tuoi compagni sono qui, li faccio entrare?
Tobio: sì, ma dimmi prima come è andata, non voglio mostrare reazioni strane davanti a loro.
Megumi:Come strane?
Tobio: potrei ferirli con la mia delusione, se hanno perso, o compiacere troppo Hinata, con il mio giubilo, se hanno vinto.
Megumi: quindi fammi capire, ti preoccupi piu’ di ferirli se hanno perso o di dare soddisfazione a Hinata se hanno vinto?
Tobio, dopo averci pensato su: forse la seconda.
Megumi: in questo momento assomigli molto a Oikawa… stronzo fino alla fine.
Tobio: ora che mi hai paragonato a Oikawa, puoi dirmi che hanno vinto o perso senza problemi, piu’ male di così non puoi farmi.
Megumi: sei pronto?
Tobio: sì.
Megumi: il risultato è 2 set a 3.
Tobio: per chi?
Megumi abbassa lo sguardo: hanno perso 2 set a 3, ma hanno combattuto come solo voi sapete fare.
Tobio, sospira: ok sono pronto, falli entrare.

Megumi esce e ad un uno entrano i ragazzi del Karasuno, a testa bassa, Tobio li guarda, entrare… prima Yamaguchi, poi Tsuki, poi tutti gli altri, in ordine decrescente di numero sulla maglia, si si dispongono in fila davanti a lui, come quando sfilano il campo. Hanno un’aria sommessa, Tobio non capisce perché guardano a terra, finchè non entra l’ultimo, il capitano, con un sorriso a 32 denti e la coppa in mano… e tutti gridano, puntando l’indice verso Tobio: davvero pensavi che avremmo perso? Siamo i corvi del Karasuno!!!
Il viso di Tobio, alla vista della coppa, si illumina e un sorriso beffardo compare sul suo volto.

Hinata: questo dimostra, come ho sempre detto, che sei superfluo, come la tua appendice.
Il sorriso di Tobio sparisce, e mentre cerca di colpire Hinata con l’albero delle flebo, Megumi interviene e lo calma.
Tobio: sei un cretino!
Hinata: sei un’appendice! Ma (sorridendo)… sinceramente mi è mancato sentirtelo dire mentre giocavamo oggi.
Daichi: i ragazzi hanno fatto di tutto per regalarti questa vittoria, non volevano che ti sentissi in colpa se avessimo vinto. Sono orgoglioso di essere il vostro capitano.
Tobio sorride e poi dice (imbronciato) a Megumi: mi hai detto una bugia.
Megumi: era a fin di bene, per farti capire che devi fidarti della tua squadra.

Hinata si avvicina a Tobio e gli mette al collo la medaglia che hanno consegnato a fine partita ai vincitori del torneo.
Tobio sorride.

Nonostante non abbia potuto giocare la finale, è come se lo avesse fatto, perché i suoi compagni hanno giocato per lui. Quel giorno rimarrà comunque tra i suoi ricordi piu’ preziosi

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