La prima volta - Parte 1

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«Non avrei dovuto affidarti questo compito.»
Strinsi i denti, bisticciando con i miei capelli annodati e parlando con la mia migliore amica nonostante dall'altro lato della porta ci fosse mio marito ad aspettarmi.

«Perché dici così? Dovresti ringraziarmi.»

«Ringraziarti? Non ho nulla di decente da mettermi addosso», le ricordai, tornando a tappezzare la valigia che mi aveva preparato, sperando disperatamente di trovarci dentro qualcosa di appropriato.

«Conosci Breaking Dawn a memoria. Credevo ci saresti arrivata da sola», riprese a tingersi un'unghia di rosso, minamente toccata dal fatto che fossi in piena crisi isterica.

«Non ho un reggiseno qui dentro. Uno», lanciai per aria camicette da notte trasparenti, lingerie audace e quant'altro, esasperata alla sola idea di non potermi nascondere com'ero solita fare. «Alya... in questo momento ti detesto.»

«Puoi stare tranquilla per un solo secondo?»

Ebbi l'istinto di staccarle la videochiamata in faccia, ma ero troppo agitata e non sapevo chi altro avrebbe potuto calmarmi in un momento tanto delicato.

«È tuo marito adesso, Marinette. Conoscerà il tuo corpo meglio di quanto faccia tu stessa, lo imparerà persino a memoria.»

Mi tremarono le ginocchia ancora unite tra loro.
L'immagine di queste che si schiudevano dinanzi ai suoi occhi fece tremare il mio stomaco, imbarazzandomi più di prima.
Cristo.

«Ti ama e se non ti senti pronta ad andare oltre non pretenderà assolutamente nulla da te. Perciò, per favore, datti una calmata e pensa a ciò che desideri davvero.»

Non riuscivo a deglutire.
«Non riesco a muovermi di un passo e lui se ne sta lì da solo in camera da letto ad aspettarmi da più di mezz'ora.»

Il ticchettio della porta interruppe i miei pensieri espressi a voce alta, seguito dalla voce tranquilla di Adrien: «Piccola... tutto bene lì dentro?»

«Devo andare.»
Staccai subito, incurante di qualunque cosa Alya stesse per dire, sollevandomi in piedi e facendo scattare la chiave nella serratura per aprirgli la porta.
«Scusa, i-io...»

«Parlavi con Alya?»
Sorrise intenerito, standosene con la spalla premuta contro lo stipite della porta e accarezzandomi una guancia con delicatezza. «Le mura di questo posto sono spesse come carta velina. Sentivo tutto.»

Pregai affinché la terra si aprisse e mi inghiottisse, pur di non dover affrontare l'imbarazzo che ne venne.
«Oh

«Guardiamo un film?»

«Vuoi guardare un film?»
Aggrottai la fronte, confusa.
Ero di fronte a lui, chiusa in una misera salvietta che a stento mi copriva, e il suo unico pensiero era quello di... guardare un film.

«Sì, un film. Non ti va?»
A braccia conserte, lo sguardo rilassato e le caviglie accavallate, ripeté nuovamente quella proposta assurda.

«Sì...»

«Perfetto. Ti aspetto in stanza.»
Retrocesse di un passo, prendendo a sbottonarsi la camicia bianca e ancora perfettamente stirata sotto i miei occhi. «Metti questa, mh?»

Interdetta attesi di vedere il suo addome delineato e il petto scolpito comparire dinanzi ai miei occhi.
Mi persi in ogni dettaglio, rimanendo immobile anche quando mi porse l'indumento.

«Non farmi aspettare, piccola.»

E chi lo avrebbe fatto aspettare più?

Prima una manica, poi l'altra.
Appena fu fuori mi vestii svelta e pettinai frettolosamente i capelli, lasciandoli scivolare oltre le spalle.
I piedi scalzi fremettero piacevolmente una volta a contatto col pavimento, ma fu il mio cuore a fare più rumore quando facendomi coraggio lo raggiunsi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22 ⏰

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