Dance of the Dragons

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Dance of the Dragons

Lucerys aveva appena lasciato il palazzo di Lord Borros.
Una tempesta si stava abbattendo sulla fortezza. Vento, pioggia e tuoni scuotevano il cielo nero.
Arrax lo aspettava nel piazzale davanti all'ingresso.
Il piccolo drago era inquieto, muoveva la testa avanti e indietro verso l'ingresso del palazzo e poi su verso il cielo. La pioggia si abbatteva su di lui, le sue squame azzurre erano umide e fiumiciattoli di acqua chiara cadevano in grandi pozze ai suoi piedi.
Quando vide Lucerys camminò verso di lui.
"Calmo Arrax, concentrati," gli disse Lucerys avvicinandosi al suo fianco.
Strinse una mano sulla sella e una contro il suo muso, cercando di calmare il piccolo drago spaventato.
Gli occhi di Arrax corsero alle sue spalle e un ringhio fece vibrare il suo corpo.
Una fredda mano si serrò sulla bocca di Lucerys, un braccio gli strinse i fianchi impedendogli di allontanarsi.
Tentò di gridare ma i suoi lamenti erano sormontati dal frastuono della tempesta che infuriava e le guardie che sorvegliavano l'ingresso non sembravano notarlo. Cercò di calciare il suo assalitore ma i suoi colpi non raggiungero il bersaglio.
"Silenzio. Placa il tuo drago e non ti farò alcun male," ordinò Aemond parlando contro il suo orecchio. Il respiro di Aemond era caldo, piacevole rispetto alla fredda aria serale.
Lucerys cercò di afferrare la sua spada stretta al fianco ma lo zio lo intercettò immediatamente, intrappolando il suo braccio in una presa ferrea.
"Niente mosse avventate, nipote. Non intendo farti del male," disse Aemond con tono sufficiente e un occhio di riguardo per le guardie.
Lucerys comprese che lottando non sarebbe riuscito a liberarsi e così si rilassò contro il corpo dello zio e la mano contro le sue labbra scomparve.
"Hai minacciato, davanti a Lord Borros, di prendere il mio occhio. Le tue azioni non sembrano quelle di un uomo che non intende farmi del male," rispose Lucerys con coraggio.
Cercò di guardare Aemond in viso ma la scomoda posizione in cui si trovava e la pioggia bantente gli impedì di voltarsi.
Arrax si era allontanato di qualche metro, guardando i due uomini con occhi gialli e corpo teso. Comprendeva di non poter aiutare il proprio cavaliere senza rischiare di ferirlo.

"Se lo avessi voluto saresti già morto," Vhagar che riposava oltre le mura del maniero, sollevò l'imponente corpo, scuotendo la testa come un animale infastidito dalle mosche.
L'intero palazzo sembrò vibrare sotto i suoi movimenti.
Lucerys si morse le labbra rosee.
In uno scontro sia lui che il suo drago sarebbero stati in svantaggio. Aemond lo avrebbe affettato come un pezzo di pane ben cotto e Vhagar avrebbe ridotto Arrax in brandelli.
"Devo parlarti. Ho una proposta che potrebbe interessarti. Un'alleanza migliore che quella che potrebbe offrire Lord Borros Baratheon," disse Aemond lasciandolo finalmente libero.
Lucerys si allontanò, avvicinandosi immediatamente al proprio drago. Se lo avesse ritenuto necessario avrebbe potuto montare in sella e fuggire. Vhagar era più imponente e saggia ma Arrax era piccolo e scaltro. Con una buona dose di fortuna avrebbero potuto allontanarsi prima che Aemond raggiungesse la sua cavalcatura.
"Parla," ordinò Lucerys accarezzando il muso di Arrax che guardingo guardava Aemond. L'alito del drago era così caldo da far evaporare la pioggia battente.
Il giovane principe si strinse nel mantello rosso, cercando di sfuggire ai morsi del gelo.
Aemond puntò l'unico occhio sulle guardie nascose dalla pioggia. Dubitava che avrebbero potuto sentire la loro conversazione ma la sicurezza non era mai troppa.
"Non qui," rispose iniziando ad allontanarsi.
Lucerys non si mosse ma si strinse al fianco del proprio drago. La pelle coperta di squame era piacevolmente calda e il suo corpo era una protezione contro la pioggia.
Quando Aemond si rese conto di non essere seguito si voltò, guardando il nipote con fare stanco.
"Non intendo venire con te," rivelò Lucerys che non era uno sciocco e sapeva che allontanarsi insieme a suo zio avrebbe potuto andare incontro alla sua morte.
Si fece più vicino ad Arrax e il drago inarcò la schiena come fosse un gatto che cercava di farsi più grande e intimidatorio.
Aemond gli si avvicinò con passo rapido e lo afferrò per un braccio, strattonandolo come fosse una bambola di pezza.
"Non intendo discutere in questa piazza," ringhiò Aemond contro il suo viso, strattonando il giovane principe.
Lucerys tentò di frenare l'avanzata dello zio ma il pavimento era scivoloso sotto i suoi piedi e con un passo di troppo finì in terra.
Arrax ringhiava impotente, il fuoco ardeva nella sua bocca ma le fiamme non la lasciarono mai. Aemond riservò al drago un sguardo torvo.
"Richiama il tuo drago," ordinò Aemond rimettendo Lucerys in piedi. Il giovane si liberò dalla presa semplicemente perché Aemond sembrava stanco di quel gioco.
"Perché? Così potrai avermi indifeso e a tua disposizione?" domandò Lucerys battendo i denti per il freddo. I suoi capelli erano piatti contro la testa e la fronte.
Aemond lo afferrò per il collo, avvicinandolo a sé e Lucerys conficcò le unghie nella carne del suo braccio, cercando di liberarsi.
"Potrei strangolarti qui e ora e il tuo piccolo drago non potrebbe fare nulla per fermarmi. Vhagar lo ingoierà in un solo boccone," minacciò Aemond stringendo la presa.
Lucerys respirava con difficoltà, l'aria che attraversava la sua gola era come tanti piccoli artigli che lo dilaniavano dall'interno.
Aemond lo lasciò andare e Lucerys riprese a respirare.
"Seguimi senza altre storie. Credo tu abbia capito che se lo desidero morirai qui o altrove," Aemond gli voltò le spalle e questa volta Lucerys lo seguì.

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