Capitolo 15♤

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~Ciel Pov

Dalla fessura dei una porta riesco a intravedere delle gambe legate saldamente con una corda a una sedia.
Le riconosco, sono le sue: carnagione pallida con zone più delicate di color pesca, fine e non troppo lunghe con indosso i pantaloni neri decorati con rifiniture dorate.
Ma sera prima quelle gambe le avevo tra le mie mani ma non le stringevo, avevo paura che tenendo anche poco più stretta la mano potesse segnare quella pelle delicata.
Si proprio così, come una bambola.
-Sebastian, è lui
-Ne è sicuro?
Mi giro a guardare il mio maggiordomo come dirgli parole ma mi sono trattenuto, perchè perdere tempo con il conte obbligato a stare seduto su una sedia per chissà quanto tempo.

-E smettila!!
Dal nulla una voce grossa proveniente dalla stanza chiusa comincia a dire espressioni violente con qualche atto inappropriato verso l'ostaggio.
-Fai il tuo lavoro, Sebastian
-Sissignore
Dopo essere entrato nella stanza, dalle tasche tira fuori il servizio da tavolo in argento decorato con bassorilievi floreali.
Credo che nessuno dei pezzi abbia mancato le fronti del malcapitati in quella stanza.
L'ultimo, il pezzo grosso probabilmente possessore della voce grossa, cade a terra dopo un coltello che gli fiora quel piccolo ciuffetto di capelli rimasto.
-C-che volete...? Chi siete?
Tremava e non mi stupisco dato che davanti a lui ha il miglior maggiordomo sul "mercato".
-Nessuno di preoccupante, siamo amici che sono venuti a prendere un caro amico
Così dicendo, Sebastian toglie le corde attorno al conte e ce ne andiamo.
-Pensavo fossi morto
-Io? Morire ora? Mai!- con quelle parole mostra il sorriso migliore che abbia mai visto e arrossisco tutto.
-Magnifico...
Lui ridacchia un po', poi continua a guardare dritto davanti a sé.
Per lui non è come nulla sia successo.
Con cautela Sebastian apre la porta e, come avrei dovuto aspettarmi, altre guardie sono tutte schierate pronte a sparare.
-Tsk ti pareva, barone Evans
-Eh? Lo conosci?- la faccia di Y/N è così carina da confusa che la massaggerei come quella del mio vecchio cane Sebastian (vedi volume 13).
-Certo, il barone traffica illegalmente organi dagli Stati Uniti di poveri orfani. Ci stavo indagando per conto della regina
-Ma che bravo, Little Sherlock Holmes
La sua voce è molto bassa, cosa che mi infastidisce ma la cosa peggiore è quel suo modo di parlare mentre magia, gli escono tutti i pezzi di cibo e non si capisce una singola parola di quello che dice.
Che indecenza, nessuna educazione.
-Ci lasciate andare, non diremo nulla alla regina
-Quale malato di mente farebbe patti con il cane della regina?
Si gira verso i suoi uomini e fa un cenno con la testa a me incomprensibile.
-Sa conte, io sono da sempre un uomo delicato con le persone a cui tengo: mia moglie, i miei 4 figli e mio cugino. Lei non saprebbe distinguere un amico da un nemico, un aiuto da una trappola e l'amore dall'odio, non è così?
-Che intendete?
È evidente che ha in mente qualcosa, qualcosa di preoccupante e pericoloso.
Avanza di pochi passi e continua:- Perciò sono sicuro lei non sia contrario
Dalla tasca della giacca tira fuori una pistola e la punta verso Sebastian.
-Addio, buon viaggio
*bang*

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Spazio Autrice

Wow, scusate ma ho molti impegni recentemente. Avviso subito che la pubblicazione andrà un po' a rilento
Scusate :')
Al prossimo capitolo

Quell'espressione | Ciel Phantomhive × MaleReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora