III

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Come accordato Mattia era riuscito a prenotare l'aula di ballo in modo tale che quel mercoledì, appena finite le lezioni accademiche, Christian potesse raggiungerlo per avere dimostrazione delle sue capacità artistiche.

Quando Christian era entrato in sala, Mattia era inginocchiato davanti allo stereo e fortunatamente non vide le guance di Christian arrossarsi di colpo quando notò che il ragazzo stava semplicemente indossando una calzamaglia bianca. L'ampia schiena nuda, solo una salvietta posata attorno al collo con la quale, molto probabilmente, si era asciugato dal sudore. Christian si schiarì la voce «Hey» lo richiamò. Il volto di Mattia si girò di scatto nella sua direzione, mostrando come sempre il suo sorriso smagliante contornato da due fossette. «Christian, vieni. Stavo impostando la traccia» lo informò. Christian adagiò la tracolla nera accanto alla sua borsa «Allora, sei pronto a farmi vedere di cosa sei capace?» «Sono sempre pronto io» gli rispose Mattia, nella sua voce nemmeno un minimo di titubanza, mentre si liberava dalla salvietta. «Puoi sederti lì» gli indicò un punto contro la parete a specchio «Ho solo bisogno che tu faccia partire la traccia quando sono pronto». «Questo lo so fare» sorrise Christian, sedendosi a terra e posizionando l'indice sul tasto play.

Osservò Mattia sporcarsi le punte dei piedi con la pece prima di posizionarsi nell'angolo superiore destro della stanza: rivolto a lui di spalle, piedi in prima posizione, corpo dritto e braccia piegate davanti a sé in posizione obliqua. Non appena Mattia gli diede il via, Christian fece partire la musica vedendolo immediatamente avanzare di tre passi prima di voltarsi e spalancare le braccia quando la prima nota risuonò fra le pareti. Non aveva idea di che passi stesse eseguendo, Mattia non gli aveva nemmeno detto da che balletto fosse tratta la variazione, ma non ci voleva un genio per notarne la difficoltà d'esecuzione, anche se lui sembrava star ballando con una facilità disarmante. Lo vide formare un cerchio immaginario lungo tutto il perimetro saltando e spalancando le gambe in aria con una scioltezza tale da sembrare star volando. Schiuse la bocca a corto di parole quando il ragazzo raggiunse il centro esatto della stanza cominciando a girare su stesso facendo perno unicamente sulla punta del piede destro mentre la gamba sinistra era rigida aperta lateralmente a formare un perfetto angolo di 90 gradi. Non si muoveva di un centimetro, Mattia riusciva a compiere quei giri restando sul punto esatto da cui era partito. Il mento alto, lo sguardo fisso su un punto davanti a sé, le spalle basse a formare una perfetta linea retta con le braccia. Quella calzamaglia bianca metteva in evidenza i muscoli torniti delle cosce e dei polpacci che guizzavano ad ogni suo movimento, esattamente come quelli del suo busto. Era semplicemente una visione. Si trattava chiaramente di un pezzo molto tecnico che metteva in evidenza le vere capacità di un ballerino classico. Il suo portamento era nobile e fiero. Era impossibile staccargli gli occhi di dosso.

Perse l'equilibrio, dovendo posare bruscamente il piede destro ancora a mezz'aria quando la porta dell'aula venne spalancata di colpo e una voce lo richiamò «Mattia, disturbo?» sergio, sempre lui. christian fermò la musica, mentre Mattia si voltava nella direzione del ragazzo visibilmente scocciato per l'interruzione. «Stavo ballando, sergio. Lo sai che odio essere interrotto» lo guardò torvo, posando le mani sui fianchi «Oltre al fatto che entrando in questo modo mi fai perdere la concentrazione e rischio di farmi male». Il ragazzo però si dimostrò disinteressato della cosa, avvicinandosi a lui e accarezzandogli i bicipiti «Volevo chiederti la conferma per la cena da me stasera. Non mi ricordavo più e - » «Ne abbiamo parlato prima. Ci siamo lasciati con la promessa che sarei venuto da te per le 19:30» lo interruppe. «Ah già, che sbadato» sorrise quello, picchiandosi la fronte con le dita e lanciando uno sguardo traverso a Christian prima di continuare «Ti fermi anche per la notte?» «No, Sergio. Ti ho già detto che sono d'accordo con Luca e Luigi di restare a dormire da loro» sbuffò Mattia esasperato. «Qualcosa mi dice che ti divertiresti di più con me» ammiccò, sorridendo malizioso. Mattia scrollò le mani del ragazzo da sé, voltandosi e avvicinandosi allo stereo per recuperare la sua salvietta «Ho già dato loro buca settimana scorsa per te, non ho intenzione di farlo di nuovo. Ora se non ti dispiace abbiamo da fare» lo liquidò, senza nemmeno voltarsi a guardarlo. «Ok, allora a dopo. Stefanelli...» lo salutò con un cenno del capo, senza ovviamente ricevere alcun saluto in risposta, allontanandosi e chiudendosi la porta alle spalle. Mattia scrollò la testa portandosi le dita sul ponte del naso «Non lo sopporto quando fa così» sospirò, chiudendo gli occhi per mantenere la pacatezza «Lo fa apposta per controllarmi. Ha questa irritante mania di dover marcare continuamente il territorio. Quando sono con te ancora di più». «Ti svelo un segreto: non mi sopporta» lo fece sorridere Christian. Ovviamente non era un segreto.

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