Dopo 4 ore consecutive a fissare il nulla mi era bastato per poter capire che dovevo uscire da quella casa. Avevo deciso di voler prendere il primo treno ed andare da qualche parte per schiarirmi la mente, non importava dove, dovevo solo scappare da qualche parte per qualche ora. Uscii da quella porta ed eccomi lì: fuori da quella casa. Fuori c'era l'odore del legno bruciato che fuoriusciva dai camini. Mentre mi incamminavo alla stazione mi fermai a pensare quanto fosse piccolo quel paesino dove avevo vissuto almeno per 5 anni della mia vita: quando mi dissero che dovevo lasciare la mia vecchia casa mi misi a piangere per 2 giorni interi e quando arrivammo qui ero così insoddisfatta perchè mi ero immaginata questo paesino diverso, più popolato e più colorato. Oggi,delle volte, come quando avevo 10 anni mi guardo intorno e mi viene la nostalgia della nostra vecchia casa, una casa che profumava di ricordi e una casa dove eravamo una famiglia unita. Da quando mio padre se n'è andato per sposare una biondina snob non è più nulla come prima, mia madre, mio fratello sono del tutto diversi. Mio padre vorrebbe che noi andassimo d'accordo con la sua nuova moglie ma non riesco ancora a perdonarlo per aver tradito mia madre e per averci abbandonati: non lo sento da mesi, non sono nemmeno sicura che si ricordi di noi dato che è troppo impegnato a comprare gioielli ed abiti costosi per le sue nuove figlie. Comunque mentre pensavo a quanto fosse drammatica la mia situazione familiare ecco la stazione. Feci il biglietto ed aspettai un treno per una cittadina qui vicina dove c'era una biblioteca enorme :avevo deciso di scappare con la mia immaginazione così mia madre non si sarebbe preoccupata ulteriormente, aveva già troppi problemi e non poteva preoccuparsi di sua figlia quindicenne scappata. Mentre il vento trasportava con se le foglie secche e il freddo qualcosa mi colpì la schiena. Mi girai e mi guardai intorno pensando che fosse qualche stupido scherzo di qualche ragazzino ma la stazione era vuota. Non c'era nessuno. Raccolsi la pallottola di carta per terra e la lessi:'' Luce ,anche tu possiedi tanti ricordi non tuoi? sai a chi appartengono ? Se sei alla ricerca di una risposta il treno delle 17:30 di oggi potrebbe aiutarti.''
La prima cosa che ho pensato? Qualcuno mi sta pedinando. Sa dove vivo , che cosa faccio e a quanto pare anche dei ricordi. Era impossibile perchè ne avevo fatto parola SOLO.CON.MIA.MADRE e non avevo detto nulla neppure a mio fratello. Strano, troppo strano .Mi riguardai ancora una volta attorno per essere sicura che qualcuno non mi stesse facendo uno stupido scherzo ma non c'era nessuno. Rilessi ancora una volta quel biglietto per essere sicura che non avessi letto male ma a quanto pare avevo visto bene e non era frutto della mia immaginazione paranoica. ''Anche tu possiedi tanti ricordi non tuoi?''. ''ANCHE TU''. Cosa significava? Che non ero la sola ad avere visioni? Che qualcun altro in questo momento stava provando quello che provo io? Strano, troppo strano.
In ogni caso il mio programma di oggi di voler scappare via con l'immaginazione era saltato: ed avevo perso il treno. Però avevo deciso di provare a prendere quel treno delle 17:30, o meglio, stavo pensando. Se ci sarebbe stato qualcuno che mi avrebbe voluto fare del male? Sarebbe stato sicuro andarci da sola? Cosa importava, avevo bisogno di risposte e quella era la mia occasione e non volevo perderla. Ritornai a casa di corsa ma erano appena le 13:40 ce ne sarebbe voluto di tempo per le 17:30. Appena rientrata mio fratello mi stava aspettando da circa mezz'ora per poter pranzare: lui ci teneva a tenere quello che restava delle nostra famiglia unita e da un lato lo ammiravo per questo. "Mamma non c'è?" chiesi io. "No, lei il martedì lavora tutto il giorno, ricordi?"-disse lui portando a tavola un grande vassoio con della pasta al forno. "Allora, Luce, cos'hai fatto oggi?" "Interrogatorio-Time?" " Potresti perlomeno essere più grata che tuo fratello cerchi di interessarsi a quello che fai, non pensi? Sai, potrei tranquillamente mangiare in camera mia a studiare.'' Disse lui seccato "Nessuno ti costringe a mangiare con me dopotutto.'' Risposi tirando un bel sospiro "Comunque, oggi volevo prendere il treno per andare in biblioteca ma sono arrivata troppo tardi. A te gli esami come vanno?" "Oh molto bene." Disse lui preoccupato per qualcosa che non riuscivo a capire. "Luce devo dirti una cosa importante" Avevo paura quando Andrea tornava serio, significavano guai. "Sai, ho trovato casa e..." "Andrea stai scherzando vero?!" "No, Luce non sto scherzando, mi trasferisco la settimana prossima." "E lo hai detto alla mamma?!" "Si, ha detto che lo trova giusto: pensa che tu sia abbastanza grande per poter badare tu alla casa quando lei è via. Però verrò a trovarvi ogni saba-" "Andrea, mi abbandoni anche tu?.." Scoppiai in lacrime ed Andrea provò a consolarmi ma non volevo saperne. La nostra famiglia era piccola ma ora se ne andava anche lui ed io sarei rimasta sola. SOLA. Non volevo che Andrea se ne andasse ma non volevo nemmeno che fosse costretto a rimanere in questa casa perchè io facevo i capricci e perchè avevo paura di restare sola. "Scusami Andrea, mi sono fatta prendere. E' una cosa magnifica però, perchè non me l'hai detto prima?" Dissi io mentre tiravo su col naso. "Mi spiace non avertelo detto prima ma avevo paura che poi ti saresti arrabbiata ma a quanto pare avevo torto, oramai sei grande e penso che tu capisca le mie scelte"Rispose lui quasi sollevato. ''Bene, grazie per il pranzo. Vado in camera mia."
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The Station Of Memories
FantasyRicordi,ricordi viaggiano nella testa di Luce. Ricordi che però, non le sembrano suoi. Possono davvero dei ricordi cambiare la vita di una ragazza?