Capitolo 5

24 3 23
                                    

Ero esausto. Letteralmente esausto.
Avevo appena finito il mio allenamento e non vedevo l'ora di tornare a casa e finire sotto il getto della doccia caldo.
«Vuoi un passaggio?» chiesi a Leo, prendendo in spalla il mio borsone.

«Vai a casa?» si incamminò accanto a me, aumentando il passo per starmi dietro.
«Ah-ah» annuì, aprendo la portiera della macchina mettendo il borsone sui sedili posteriori.
«E c'è Nicole?» ripetè il mio gesto, salendo successivamente in macchina.
«Ah-ah» ripetei, annuendo mentre metto in moto la macchina.
«Vorrei venire» iniziò a dire, guardandomi a disagio.
Sicuramente chiedere al fratello più grande informazioni sulla tua cotta segreta non è molto confortevole. Soprattutto se il fratello in questione sono io.

«Ma?» lo aiutai a continuare, lanciandogli un occhiata divertita.
«Abbiamo appena finito di allenarci Michael. Credo che a tua sorella non piacciano i ragazzi sudati e che fanno cattivo odore sai?».
Lo guardai, cercando di rimanere serio mentre mettevo in moto la macchina.
Cazzo, era così imbecille quanto innamorato di quella nana di mia sorella.
«Va bene allora, raggiungimi dopo aver fatto una lunga doccia calda mh?» dissi, concentrandomi con lo sguardo sulla strada.

_____

«Sono a casa!» posai il mio borsone per terra, togliendomi le scarpe e mi diressi in cucina verso la mia meta: il frigorifero.
«Michael togli quel borsone da lì» disse mia sorella, facendomi sobbalzare.
«Che cazzo Nicole!» la guardai male, incrociando le braccia al petto.
Però appena posai gli occhi su mia sorella, istintivamente spostai la mia attenzione ad un paio di occhi smeraldo.

Non chiedetemi cosa sia l'inferno, non saprei rispondere, chiedetemi, piuttosto, cosa sia il paradiso.
«Pronto? Michael mi hai sentita?» sbuffò mia sorella, passandomi la mano davanti agli occhi che nonostante tutto, rimasero incollati nei suoi.
«Nicole lascialo stare, è appena uscito dalla palestra» sentì dire dalla bambolina che non staccava gli occhi color smeraldo dai miei color oceano.
«Già, sono d'accordo. Nicole lasciami stare» la presi in giro, ridendo.

Presi dal frigorifero del succo alla pesca, il mio preferito, e lo versai in un bicchiere, bevendone un sorso.
«Volete un po' di succo?» chiesi, girandomi verso le due ragazze.
Vidi Grace, che cercava di evitare il mio sguardo e questo mi fede incurvare le labbra all'insù, divertito.
«Bambolina, vuoi il succo mh?» la guardai, mentre prendevo due bicchieri sia per lei sia per mia sorella.
Versai il succo, a mia sorella avvicinandomi a lei, posandoglielo davanti, per poi spostare lo sguardo sulla bambolina.
«Allora? Il gatto ti ha morso la lingua?» incrociai le braccia al petto, aspettando la sua risposta.
«E-ehm, si grazie» mormorò, non degnandomi di un solo sguardo.
Tornai in cucina, con un sorrisetto strafottente versandole del succo, tornando da lei posandole il bicchiere davanti, sussurrandole:  «Ecco a te, bambolina».

Aveva un buon profumo. Dio se c'è l'aveva.
Ero sicuro fosse uno di quei profumi di Ariana Grande. Le piaceva come cantante proprio come a mia sorella, perciò non mi sarei meravigliato.
I suoi capelli marroni erano sempre raccolti in una coda bassa.
Mi ero sempre chiesto perché li tenesse legati così tutti i giorni.
Avevo avuto l'onore di vederla con i capelli sciolti sulle spalle una sola volta ed era fottutamente sexy.
Da quel che avevo potuto vedere aveva anche un bel fisico.
Sapevo che non le piace mostrarlo, proprio come mia sorella, ma cazzo sarebbe stata bellissima con qualsiasi vestito avrebbe indossato. Qualsiasi.
Aveva un culo da favola, delle gambe invidiabili.
La ragazza innocente di qualsiasi romanzo insomma.

Ritornai alla realtà, quando sentii il campanello suonare e guardai mia sorella che mi riservò un'occhiata confusa.
«È Leonardo» la guardai con uno sguardo complice e mi diressi verso la porta, aprendola.
Leo mi tirò dal polso, facendomi uscire di casa e lo guardai confuso, poi i miei occhi puntarono ai suoi vestiti: felpa nera, pantalone della tuta e Nike.
«Che cazzo ti prende?»
«C'è tua sorella? Come sto? Ho un jeans in macchina devo cambiarmi?» mi domandò, in panico guardando la finestra che lascia intravedere le due ragazze dei nostri pensieri.
«Stai bene. Sembri una femminuccia, comportandoti così Leo» incrociai le braccia al petto ridendo.
«Le ragazze adorano i pantaloni della tuta, tanto quanto adorano vedere le camicie addosso a noi ragazzi. Ora entriamo stupido o faremo brutta figura» lo presi in giro, continuando a ridere di gusto.

Let Me Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora