Pensiamoci un secondo.
Chi siamo noi? Cosa siamo noi?
Solamente pensiero di qualcosa che è più grande di noi.
Solamente...ok la smetto..
Devo scrivere una stramaledettissima parte del libro che sto scrivendo, e per ora mi sono venute in mente solo un paio di righe, e a leggerle qualcuno potrebbe pensare che mi sono fumata qualcosa di strano.
Sono le 23:17.
Guardo la mia penna.
Da quando l'ho mangiucchiata sembra che sia tornata da un campo di battaglia.
Poi in più ci possiamo aggiungere la mia compagna di stanza che ascolta quel cavolo di rap fino a tardi, e che mi sta portando letteralmente all' esaurimento nervoso.
Tutto molto normale.
Alzo lo sguardo e fisso la foto attaccata al muro di Puppy, il mio cagnolino, nonché l'unico essere vivente che mi capisca in questa casa.
Sono un po' come lui.
Un po' dolce, un po' arrogante, un poco gentile e un pochetto stro...strana...esatto
La mattina dopo mi sveglio di soprassalto con la testa ancora sul tavolo e ovviamente sono in ritardo, e ovviamente non ho finito i compiti. YEEE!!!!!
Mi vesto il più velocemente possibile, do una veloce squadrata alla mia compagna di stanza, per prenotare il posto ai servizi di casa.
Vado in bagno, mi guardo allo specchio e dico tra me e me <<OH. MIO. DIO.>>. Ho delle occhiaie spaventose...sembro un panda.
Ovviamente con la mia fortuna il correttore era finito, facendomene una ragione, presi lo zaino e mi buttai fuori di casa.
Corro verso la fermata del pullman, entro, e mi arriva una chiamata da Evelyn, la mia amica molto stretta.
Mi chiede come sto e com'è iniziata questa giornata.
Dopo essermi sfogata di tutto con lei per almeno dieci minuti. Scendo dal pullman e mi avvio verso la scuola.
La scuola per me è sempre stata importante, ma nel suo spazio.
Sono una ragazza super sportiva e, di conseguenza, lo sport viene prima di tutto e comunque è stato proprio quello che mi ha portato in questa città.
In questa scuola non mi trovo molto bene, anzi, malissimo.
Ho già fatto domanda ad altre tre scuole e, sto aspettando una risposta.
Arrivò davanti all'entrata e, più che un entrata sempre l'ingresso di una prigione...la più brutta che ci sia.
Le mie cinque ore a scuola le passo in modo "molto intensivo"...
Cuffietta con la musica o con un film mentre prendo appunti. Almeno ho qualcosa che mi distrae.
Non ho un compagno di banco: prima fila in banco da sola e, sopratutto, non ho nessuno con cui parlare.
In parte mi sento giustificata.
Suona la campanella, mi infilo il giubbotto, prendo lo zaino e mi dirigo verso le scale per poi uscire. Infilo altra airpods e mi isolo definitivamente nel mio mondo.
Esco (direi finalmente), mi dirigo verso la mia fermata. Giornata iniziata malissimo (come sempre aggiungerei). Quando torno a casa però migliora perché mi aspettano un sacco di ore di allenamento, l'unico mio sfogo.
Faccio il mio solito pezzo di strada e cerco di pensare alle partite, ai miei migliori amici, ormai a distanza m a cosa mangerò ecc...
Ghiacciata, immobile. Ecco come mi sento. Tutte queste emozioni così sconosciute, strane solo dopo aver visto qualcosa o meglio qualcuno.
Sento il mio battito accelerare, sento tornare il dolore, sento i nodi alla gola, le mani incominciano a tremare, il fato si fa affannoso, non sento più le gambe...
Si gira e i nostri sguardi si incrociano per un attimo...MI SENTO MORIRE...~~SPAZIO AUTRICE~~
Ciao a tutti.
Com'è vi è sembrato questo prologo? Vi è venuto in mente già qualcosa che vi aspettate da questa storia?
Io sono Sabrina Dunckan, ho 16 anni e scrivo da un po' di anni ma, non è mai stato nulla di serio fino ad oggi.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci vediamo nel prossimo capitolo :)
Bacioniiiii
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La Semplicità di essere Noi
RomancePensiamoci un secondo. Chi siamo noi? Cosa siamo noi? Solamente pensiero di qualcosa che è più grande di noi. Solamente...ok la smetto... Noi..esiste un noi? o per lo meno esiste ancora? Tessa è una ragazza che apparentemente sembra una ragazza norm...