Capitolo 51

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Passa un altro giorno e io sono inchiodata al letto, non ho le forze per alzarmi, inizio a pensare che quando usciro' da questo hotel mi porteranno direttamente in ospedale, mi e' sfuggita di mano la situazione, ormai non provo neanche a mangiare.
Le mie giornate sono dei loop infiniti in cui mi sveglio, inizio a pensare a tutto quello che potrebbe succedere, prendo pastiglie, mi riaddormento e mi sveglio con un incubo.
Mi sono appena svegliata da un incubo, mi trascino in bagno e mi lascio sprofondare nella vasca da bagno. Mi sono vestita e sto guardando la vista dalla finestra dell'hotel, sento bussare, neanche il tempo di capire chi c'e' fuori che Laura entra nella stanza come un tornado

L " ciao Athena, prepara tutte le valige, questi due giorni prima delle riprese le passerai nella casa che abbiamo preso per i ragazzi e Eva"
"Come la casa per i ragazzi, non avevi detto che ognuno stava a casa sua?"
L " si ma per motivi di organizzazione abbiamo capito che e' meglio cosi' e dato che non c'e' piu' nessun rischio nel farti uscire ti porto da loro"

Si ferma a guardarmi come se prima non avesse visto in che stato fossi

L "direi che e' meglio anche per te"
"Non voglio, preferisco rimanere qui"
L "no, sei gia' stata da sola troppo tempo e il risultato e' questo"

Quelle parole mi colpiscono come un pugno in faccia, non cerco compassione ma non voglio neanche essere trattata come una bambina capricciosa.
In un'ora sono davanti al cancello di una villa a due piani e' inutile che lo dico, sono in ansia e anche se sto ingerendo solo ansiolitici non riesco a controllare la tachicardia, suono al campanello senza nome.
E' una frazione di secondo quella che passa dal momento che scatta la porta in metallo e quella in cui vedo Eva a due passi da me guardarmi come una madre guarda la figlia dopo una catastrofe.
Mi si crea un nodo alla gola e per la prima volta sono io a fare il primo passo, la abbraccio e lei mi stinge il torace come se avesse paura di perdermi.

"E' tutto a posto Eva stai tranquilla"
E "mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace" e' un sussurro continuo
"Non e' colpa tua, non e' colpa di nessuno"
E "Vieni ti aiuto a portare nella tua camera le valige, i ragazzi sono usciti a prendere il mangiare torneranno preso"

Sono contenta non ci sia nessuno in casa, e' come se avessi paura del loro giudizio, come se non li conoscessi.

Mi trucco e mi cambio, decido di mettere un jeans a vita alta con la gamba ampia e un taglio all'altezza delle ginocchia e poi un felpa crop con cappuccio.

Sto cercando di aprire la porta finestra per uscire ma non riesco, la sento pesantissima e alla fine ci rinuncio mi lascio cadere sul letto e la fisso con lo sguardo perso.
D : "come ti sei ridotta Camy"
Sobbalzo, non pensavo fosse dietro di me, non avevo sentito la porta aprirsi
"Non riesco ad aprirla e' pesante"
Non dice niente mi apre la finestra e io esco mi siedo sul gradino che c'era e lui mi copia
D : "perche' ?"
"Cosa?"
D : "perche' non ci vuoi neanche provare? Almeno provaci a guarire cazzo"
"Secondo te mi diverto a essere cosi' ? Secondo te e' stato bello passare questo periodo chiusa in una camera senza poter vedere nessuno se non il cameriere che ti portava da mangiare?"
D : "non dico questo ma un minimo cazzo ti potresti impegnare, non peserai neanche trenta chili"
Stiamo urlando e io mi alzo non sopporto di averlo vicino e le sue urla mi stanno facendo venire male alla testa
"Ma pensi di essere mio padre? Pensi di poter arrivare e fare scenate come se fossi tua figlia?"
D : "penso di conoscerti abbastanza da potermi permettere di dirti che stai buttando nel cesso la tua vita e che stai facendo tutto il contrario di quello che dice il buon senso"
"Pensi male, sai solo alcune cose e ti senti il potere di giudicarmi e di voler farti carico di un peso che non ti appartiene e del quale dovresti solo fregartene."
D "preferirei fregarmene ma non ci riesco e mi fa incazzare che te ne freghi di questo, non hai capito che qui tutti ti vogliono salvare e tu invece non ci metti neanche il minimo impegno?"
Sto in silenzio non so come ribattere e mi sento sfinita, non ho piu' forze per stare in piedi cosi' rientro e mi rannicchio sul letto, perdo subito i sensi avvolta da una sensazione di calore.
Mi si e' sdraiato di fianco e mi fa da scudo, sono talmente magra che scompaio completamente tra le sue braccia.

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