Capitolo 1

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Era il 17 marzo del 1986 quando due uomini si incontrarono per puro caso, e insieme riuscirono ad arrestare il numero preoccupantemente in crescita di morti per colpa di quella che in futuro sarebbe stata ricordata come:"lo scandalo del vino al metanolo", che tolse la vita a 23 persone.

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Otto Skoiffön quel giorno si svegliò di buon'ora. Il Sole non aveva ancora iniziato a illuminare con i suoi raggi le case, le strade e i verdeggianti prati quando lui uscì dal suo bozzolo di coperte e iniziò a prepararsi per il suo viaggio. Una sua conoscenza lo aveva chiamato per dirgli che era stato raccomandato per un lavoro in Italia.
E chi era Otto per rifiutare una così allettante e intrigante proposta?
Aveva deciso di lavorare altrove e di rifarsi una vita.
Necessitava di nuove sfide, di allargare i suoi orizzonti.
Amava la sua madrepatria, la Germania ma trovava interessante la possibilità di lavorare in Italia. Sperava che la sua nuova vita gli avrebbe sorriso e gli avrebbe offerto possibilità per fare esperienze e conoscenze.
Aveva studiato all'università e aveva ottenuto la sua prima laurea in Medicina e Farmacologica. Voleva rendesi utile, essere capace di aiutare il prossimo e rendere fieri di lui i suoi genitori.
In particolare voleva ricordare e rendere orgogliosa di lui sua madre.
Onorava la sua memoria ogni giorno. E studiava, lavorava, si impegnava per lei. Ma si godeva anche la vita, proprio come lei gli aveva insegnato. Quando andava a scuola era un bambino modello. Ottimi voti, i maestri lo elogiavano e lo spronavano a dare sempre il massimo. Studiava tanto per rendere fiera la sua amata mamma, che lo aveva cresciuto con amore. Fu proprio lei a instillare in lui la passione per le erbe e i rimedi. La parola farmacia infatti derivava dal greco, pharmakéia che voleva dire medicina e rimedio. Fu sua madre a farlo diventare un uomo. L'uomo che aveva sempre voluto essere. E fu proprio lei, la prima persona a cui, a poco più di quindici anni, rivelò di essere omosessuale. Lei lo guardò con occhi dolci e un sorriso in volto. Gli posò un bacio sulla fronte e gli chiese se c'era qualche ragazzo che gli piaceva. In quel giorno illuminato dal Sole e senza la presenza di nemmeno una nuvola in cielo, di molto tempo fa, egli non rispose.
Si sentì sollevato all'ora. Era stato accettato dalla persona più importante della sua vita.
Sua madre però gli consigliò di non rivelarlo al padre. Avrebbe potuto reagire in malo modo secondo lei.
E dato che lui si fidava, ciecamente, fece come gli aveva detto.
Fu quando aveva sedici anni, quando diede il suo primo bacio, che suo padre venne a sapere della sua omosessualità e lo picchiò.
Sua madre, sempre calma, pacata e aggrazziata divenne una bestia dagli occhi verdi e dai capelli biondi che sembravano fuoco ardente.
Urlava mentre gettava vasi e posate addosso a suo padre e urlava ancora quando si voltò verso di lui con del sangue che gli usciva dal naso e dalla bocca e gli occhi sgranati intimandogli di scappare.
Lui obbedì e scappò. Corse come non aveva mai corso. Corse anche se le gambe gli dolevano. Corse anche se il cielo era nero e solo le stelle illuminavano le sue lacrime.
Pensò di rifugiarsi da suo zio. Che abitava a due giorni dal suo paesino, o almeno secondo la sua andatura e per la strada che aveva percorso. Aveva infatti attraversato la foresta che costeggiava la strada battuta per prevenire un possibile incontro con il padre furioso.
Un solo pensiero era marchiato a fuoco nella sua testa.
Sperava che la mamma stesse bene.
Quando giuse alla casa di suo zio lo trovò fuori dalla porta ad attenderlo. Lo accolse abbracciandolo e piangendo sulla sua spalla la sua preoccupazione. Gli intimò di non farlo preoccupare mai più. Lo avvisò poi che suo padre lo aveva cercato ma era andato via già da diverso tempo.
Suo zio lo obbligò a riposare e gli assicurò che se suo padre si fosse avvicinato a lui, non avrebbe esitato un secondo a sparargli. Mangiò e dormì dopo due giorni che non lo faveva. Si lavò e si riposò.
Poi parlò con lo zio. Che come la sorella, la sua amata mamma, accolse la sua confessione.
Lo zio lo convinse a abitare da lui. Avrebbe finito di studiare e se avesse fatto qualche lavoretto in casa lo avrebbe pagato. Lo zio sapeva che suo padre aveva svuotato la loro casa e che ogni oggetto prezioso e di valore era scomparso. Era stato tutto rubato e portato via. Quasi si mise a piangere realizzando che il nipote non aveva più nulla.

Wine, love and 1986 (Man × Man)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora