PROSPETTIVE

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LA COSA che scatenò un amore smisurato di Isabel per Loki furono i suoi occhi.

Erano come un predatore affamato, gli occhi di un lupo che brama la preda, sempre vuoti e pronti a divorare con una passione che urlava di lussuria e desiderio.

"Sei pronta?" chiese Loki, osservandosi ancora nello specchio. La sua camicia nera, come al solito, era infilata con perfezione nei pantaloni dello stesso colore, mettendo in risalto i muscoli sulla sua schiena.

"Sì, credo di essere pronta," rispose Isabel, emergendo dal bagno. Era straordinariamente attraente, una bellezza che poche persone potevano vantare. Il suo viso era abilmente truccato con un rossetto scuro e una matita nera, enfatizzando ulteriormente lo sguardo misterioso che le si addiceva così bene.

"Capinera, cosa indossi?" chiese Loki, indicandola da capo a piedi con un movimento del dito.

Isabel alzò un sopracciglio e socchiuse gli occhi ancora di più.

"È un vestito."

Gli occhi di Loki, famelici e affamati, desideravano ogni centimetro di lei. La voleva in ogni momento, in ogni modo, innocente o peccaminosa.

"Devo ricordarmi che solo io so cosa si cela sotto questo meraviglioso tessuto, altrimenti lo strapperei con i denti in meno di cinque secondi." Era lì, maestoso nella sua altezza, con il suo tocco dominante. Si avvicinò pericolosamente a Isabel, accarezzando le sue calze e sfiorando il suo collo. "Non ti bacerò, amore mio, rischierei di rovinare queste splendide labbra..."

"Sei troppo gentile, bello," lo schernì Isabel, ma sentiva il suo desiderio ardere dentro di lei come un fuoco divorante. Si stavano consumando di peccato, vergogna e desiderio con ogni tocco.

"Una bocca così bella, di una ragazza altrettanto bella, che implora di essere posseduta e riempita," disse Loki, le sue parole creavano fantasie ardenti nella mente di Isabel, la scaldavano e la facevano perdere la testa.

Loki baciò il décolleté di Isabel, iniziando con dolcezza e poi diventando sempre più aggressivo. Ella non poteva sfuggire a quella tortura, e in realtà, non voleva farlo. Ma, sfortunatamente per il dio norreno, Isabel teneva particolarmente alla puntualità.

"Loki..." gemette, stringendo ancora di più le spalle quando sentì i denti di lui affondare nella sua pelle candida.

"Sì, amore mio?" chiese Loki, guardandola intensamente, e il respiro di Isabel si bloccò, sentendolo così vicino a lei. Era come se fossero due animali selvaggi pronti a divorarsi nella loro passione incontrollabile.

"Dovremmo andare, ci stanno aspettando," mormorò lei cercando di riprendere in mano la situazione passionale, accarezzandogli le braccia con languida sensualità e poi sfiorandogli con delicatezza entrambi i polsi.

"Come desideri, ma j'attends tes lèvres et ton cœur," rispose Loki.

Poi, con un movimento sinuoso, prese la mano di Isabel, le dita affusolate avvolte in lunghi guanti neri di velluto, e la condusse fuori, facendola passare per prima.

Per Loki, lei doveva sempre essere al centro del suo universo. Nonostante le temperature sorprendentemente alte per un mese di gennaio, Isabel era in grado di sentire solo il freddo glaciale sulla sua pelle, specialmente dal momento in cui Loki aveva tolto il suo tocco reale su di lei.

"Loki, cosa stai facendo? Guido io, è la mia auto." protestò Isabel, fermando i piedi con un piccolo gesto provocante.

"Per favore, moya lyubov'."

Ogni volta che Loki la chiamava "amore mio", le ginocchia di Isabel cedevano, e lui lo sapeva benissimo.

"Vedo che il russo ti piace come lingua," disse Isabel, rassegnandosi al fatto che non avrebbe più rivisto le chiavi della macchina per quella sera.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora