▪️Claudia - Pedaggio

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🗓️ Mer. 18 Settembre

Arriva di nuovo il giorno della lezione di Giovanni, e mi sento mille volte più leggera rispetto a quelli precedenti.
Il martedì l'ho passato di buonissimo umore, torturando Camilla con dettagli sempre nuovi sul colloquio avuto col professore il lunedì, per poi bloccarmi da sola prima di dormire, e impormi di smetterla una buona volta di pensarci.

Nonostante voglia ancora interrompere ogni rapporto non accademico con Giovanni, mi ha fatto piacere vedere che lui sembrasse di un'idea diversa. Mi ha fatto sentire lusingata.

Di tutto questo a Milla non fregava niente perché non lo ha mai più di tanto approvato fisicamente come mia crush (abbiamo, fortunatamente, gusti completamente diversi in fatto di uomini), ma si è comunque sorbita in silenzio tutti i miei commenti.

Mi sveglio alle sette e trenta e decido di vestirmi particolarmente bene, in linea col mio buon umore. Mi metto dei jeans stretti dentro agli stivali, una maglia bianca stretta, e mi ripasso la piastra nel minor tempo possibile.

Esco dalla camera e vedo Milla che è ad aspettarmi sul divano da dieci minuti. Lei non si è impegnata più di tanto nella preparazione, e mi guarda impaziente per farmi sbrigare.

"Ammazza, ao'!", esclama lei dopo avermi vista.

"Te che mi fai un complimento?", le chiedo io con tono ironico.

"No, attenzione! Non ti ho detto che stai bene, volevo solo dire che ti sei impegnata, eh..."

"Non sia mai che mi fai un complimento..."

"Non cambiare discorso. Insomma ti sei vestita così bene per la tua grandissima voglia di imparare un po' di letteratura, immagino..."

"Non cominciare, Milla"

"Va bene, va bene. Come vuoi... Dico solo che dopo tutto il tempo che ci abbiamo messo ieri per convincerti a non pensare più al professore, adesso giochi slealmente. Non credi?"

"Dici? Non ci ho pensato, giuro. Vado a cambiarmi e mi vesto un po' peggio!"

"No! Ormai non c'è tempo, siamo già in ritardo. Prendi la borsa e usciamo!"

Guardo l'ora sul telefono e constato che Milla ha ragione: siamo un po' in ritardo.

Scendiamo veloce con l'ascensore dopo aver chiuso la porta dell'appartamento, e ci dirigiamo a passo svelto verso l'Università.

"Te tutta sistemata e messa bene, e poi sudiamo sotto al sole a piedi...", se ne esce Milla ad un certo punto con il fiatone.

Io mi metto a ridere, e poi allungo ancora di più il passo per fare gli ultimi metri prima di raggiungere l'entrata.

Dal corridoio notiamo che la porta dell'aula è ancora aperta, perciò la lezione non è ancora iniziata, ma una volta davanti alla soglia vediamo che quasi tutti i posti a sedere sono occupati.

Non ci interessiamo troppo della cosa, e entriamo a passo convinto nella stanza, salendo i gradini del corridoio alla nostra sinistra.

Prima di iniziare a salire, lancio uno sguardo al professore che è già seduto alla cattedra, e lui ricambia il gesto prolungandolo, rispetto al mio.

Appena giro la testa e mi sento al sicuro dalla sua visuale, mi lascio scappare un sorriso che non dovrebbe esserci sulla mia bocca, e che quindi soffoco un secondo dopo sperando che nessuno lo abbia notato.

Io e Milla ci sediamo in due posti accanto in terzultima fila, e subito ci guardiamo compiaciute dalla reazione subliminale di Giovanni.

"Hai visto?", mi chiede Camilla.

Appartamento 31Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora