LA FUGA SEGRETA

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Aster guardò il re, anche se consacrato per diritto divino, era sempre un uomo dal cuore lurido.
Gli diede un calcio, schiacciandogli la faccia. "Re Gulliver il tuo Regno del terrore è finito."
"Dov'è Gilwash?" Chiese Aster mentre re Gulliver sputava sangue. "Ucciderò tuo figlio prima che diventi il tiranno."
Il ragazzino non riusciva a respirare, gli girava la testa per il vino, camminava tenendo la mano sulla pareti decorati d'oro.
"Gilwash lascia che come tuo maestro ti dia un ultima lezione." Sorrise Aster puntando la spada verso l'erede. "Combatti o morirai, sarà un duello all'ultimo sangue."
"Aster perché tutto questo?" Gilwash prese la spada dal fodero, la testa iniziava a girare intorno non capiva neanche dove si trovavano.
Aster gli diede un pugno, forte sbattendolo contro la parete per farlo svegliare dalla sbornia. "Le colpe dei padri, ricadano sui figli."
Gilwash aveva le lacrime agli occhi.
"Sbrigati ad uccidermi, o io ucciderò te."
"Aster, ti prego." Gilwash con le lacrime che gli scendevano sul viso, sbattè la spada contro la sua. "Non voglio combattere all'ultimo sangue con te!"
"Sei sicuro delle tue parole?" Aster con un sorriso guardò l'erede dall'alto in basso. "Ogni tiranno nella storia ha sete di sangue."
Con un calcio fece cadere il bambino a terra.
"Non voglio questo futuro!" Gridò il ragazzino alzandosi con tutte le sue forze.
"Non hai capito, Gilwash?"Aster fece un sorriso amaro, mentre il principino riprendeva la spada. "Tu sei nato per questo futuro."
"È già stato scritto sulla pietra del destino!" Gli rivelò Aster sbattendo forte la spada contro la sua.
Il ragazzino sofferente non aveva più voglia di combattere, la sua mano fece cadere la spada a terra.
"Che cos'è che non hai ancora capito?" Gli rimise la spada a forza in mano. "Tu sei venuto al mondo per fare strage di sangue, prendi la tua spada e combatti!"
Maestro e allievo combattevano quasi a forza pari, facendo risuonare le loro spade bianche.
"Aster possiamo risolvere tutto." Sussurrò sincero il ragazzino. "Noi siamo amici, avevi promesso che non avresti mai abbandonato."
"Viviamo in mondo assoluto, dove c'è chi domina e chi subisce, il re e il ribelle, il paradiso e l'inferno!"
"Se penso che sarai il tiranno, mi viene da ridere." Aster osservò il ragazzino steso a terra che sputava sangue, gli puntò la spada in gola. "Dimmi Gilwash chi è l'eroe e il demone tra di noi?"

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UN CUORE RIBELLE
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7 ANNI DOPO

"Lukas." Sussurrò il giovane ribelle camminando nei sotterranei oscuri del castello, guardava l'uomo occhialuto sulla quarantina. "Sei sicuro c'è nessuno al posto di guardia?"
L' uomo osservò Elbic Barney un ribelle alla prime armi, aveva i capelli neri sbarazzini, era straordinario come avesse quei occhi celeste chiaro, insieme ai tratti mediterranei che componevano il suo viso, il ragazzo sembrava appartenere al mare.
"Certo." Lukas lo tranquillizzò con la sua voce calma, osservava il ragazzino alla prime con la torcia di fuoco che gli tremava in mano. "I cavalieri non pensano minimamente a stare in questo luogo umido del castello."
Elbic si era addentrato nel castello ed era il suo vecchio maestro a guidarlo nella sua prima missione.
Lukas era un uomo fidato, con un'esperienza ribelle che pesava sulle sue spalle, uno studioso tranquillo ed elegante, che poteva essere scambiato benissimo per un nobile.
Ed era questo ad ingannare le guardie, i soldati si fidavano come stolti di lui.
Ma ora erano nel cuore della notte nei sotterranei, se venivano scoperti poteva essere la fine.
I vestiti di Elbic erano quasi strazi, con strappi sui pantaloni e sulle maniche.
"Quando il re morirà, pure tu potrai avere un vestito decente."
"Un vestito decente." Sussurrò il ragazzo. "Non è meglio il cibo per tutto il popolo?" Si ricordò sua madre sul letto della piccola casa, morta di stenti.
"So quello che hai passato." Sussurrò il maestro con dispiacere, gli diede una pacca sulla spalla. "Ma adesso non abbiamo tempo per piangere."
Gli consegnò un pugnale d'argento tra le mani. "È meglio che lo abbia tu, devi proteggerti dai soldati."
In quel momento il ragazzo si ricordò perché lo vedeva come un padre, il ribelle lo prese tra le mani con un con un sorriso.

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