Nessuno poteva dire che a Percy piacessero gli dei, anzi.
Dopo aver iniziato a impedire a un gruppo di esseri immortali e molto potenti di mandare tutto in frantumi e aver fermato, insieme ad altri semidei, forze come Titani, Giganti e Primordiali, Percy poteva tranquillamente affermare di odiare quel gruppo di presuntuosi immortali al seicentesimo piano dell'Empire State Building.
Questo però non significava che avrebbe lasciato che rovinassero ancora di più la situazione dei suoi amici.
Il non essere a favore degli dei, però, non significava che avrebbe permesso loro di trascinare ancora una volta tutti i semidei nelle conseguenze delle loro stupide azioni.
Quando alcune voci avevano iniziato a girare dopo la Guerra contro i Giganti, Percy non ci aveva fatto caso.
Quando la luna e il sole brillavano in modo diverso, Percy non ci aveva fatto caso.
Aveva a che fare con le conseguenze di ciò che la guerra aveva portato a lui.
Ricadute da affrontare, dalla scuola a cui giustificare le assenze non motivate, dalla madre incinta da confortare ed aiutare, alla sua relazione con Annabeth in rovina.
Stava affrontando la ricaduta della separazione tra lui e Annabeth, decisa di comune accordo per mancanza di possibilità di proseguire insieme in quel modo, quando un messaggio iride apparve nel suo salotto.
Il viso di Talia apparve sospeso in aria, dietro di lei una fontana sospettosamente simile alla fontana sull'Olimpo recentemente ristrutturata da Annabeth.
Il fatto di non essere più fidanzati non aveva di certo interrotto la loro amicizia.
Erano stati migliori amici prima di essere fidanzati, ed erano stati il team migliore di tutti.
Potevano continuare ad esserlo.
"Ciao, Talia, ti mancavo?"
Percy sorrise alla cugina, sapendo che, da quando era tornato dalla guerra contro Gea, si erano avvicinati moltissimo.
Non erano mai stati molto vicini, avendo Talia lasciato il Campo non molto dopo aver smesso di esistere come vegetale.
E le Cacciatrici, per usare un eufemismo, non erano delle grandi fan dei maschi.
Quindi Percy non aveva avuto molti contatti con la cugina.
Poi, era successo il casino a forma di Era, con Talia impegnata insieme alle sue compagne a cercare il ragazzo, con il permesso di Artemide stessa.
E, alla fine della guerra, lui e Talia si erano avvicinati molto, con comunicazioni via messaggi Iride o con il permesso di Artemide di cacciare con i Cacciatori, permesso non spesso concesso nemmeno alle ragazze che non avevano giurato fedeltà alla dea. Ancora meno agli uomini.
"Percy, hai sentito?"
La serietà della voce di Talia fece diventare attento anche Percy, che sapeva per esperienza che quel tono indicava un problema molto serio.
"Sentito cosa?"
"Il Consiglio degli dei si sta riunendo. Decidono della punizione di Apollo."
"Punizione di Apollo? Per cosa?"
"Per la guerra contro Gea..."
Percy si alzò, infilando una felpa.
Era primavera, quindi il suo abbigliamento era adatto alla temperatura esterna. Inoltre, abitava molto vicino all'Empire, non ci avrebbe messo molto ad arrivare alla temperatura perfetta dell'Olimpo.
"Sto andando adesso."Percy salí fino all'ultimo piano con l'ascensore speciale, uscendo per trovare Talia lí.
"Vieni, abbiamo ancora abbastanza tempo. Non hanno ancora emesso una sentenza."
Percy annuì, seguendo Talia fino al Consiglio riunito.
Apollo, con l'aspetto simile a quello di Jason, quasi come un semidio di Zeus e non un dio lui stesso, era al centro del Consiglio riunito.
Prima di parlare, Percy osservò i presenti.
Le Cacciatrici e alcuni semidei erano presenti all'angolo della Sala e Percy vide l'espressione ansiosa di Will e Kayla, spaventati per la sorte del loro padre.
Quando entrambi videro Percy, però, sospirarono di sollievo, un peso che si sollevava dalle spalle.
Poi, vide dei minori riuniti intorno, alcuni con espressioni sconvolte, altri contenti di vedere un olimpionico venire punito, non importa se colpevole o meno.
Infine, osservò i volti degli dei riuniti.
Artemide stava guardando irata il padre, prima di sorridere alla vista di Percy, cosí come fecero Hermes e Dioniso, nessuno dei due dei contento di vedere il loro fratello punito.
Afrodite stava guardando poco interessata il tutto, e Ares ed Efesto sembravano pensierosi, ma nessuna delle loro espressioni mostrava niente.
Demetra, Ade e Poseidone avevano le stesse espressioni stanche, forse per la paranoia di Zeus, forse per la sua follia insensata. Era, infine, era soddisfatta e sorrideva orgogliosa, una mano sul proprio sedile.
Percy guardò Talia che annuì una volta prima di andare insieme a lui al centro della Sala del Trono, di fianco ad Apollo.
Percy si rese conto del momento in cui sui padre lo vide, un sospiro stanco sul volto quando si rese conto che suo figlio avrebbe disturbato, di nuovo, il consiglio.
Una parte del dio si stava chiedendo se entro la fine della riunione avrebbe dovuto intervenire di nuovo per impedire la morte prematura del figlio.
Zeus stava parlando. "Hai lasciato che la tua vanità compromettesse la nostra vittoria, lasciando al tuo discendente il permesso di vagare libero."
Apollo abbassò la testa, nessuno degli dei che parlava.
Percy non avrebbe lasciato che questa follia andasse avanti.
"Apollo non ha lasciato che nessuna vanità compremettesse niente. Quello che ha chiuso l'Olimpo e decretato che i semidei avrebbero dovuto dimostrare il loro valore, Zeus, sei stato tu. Nonostante avessimo appena combattuto contro Iperione e Crono noi semidei greci e contro Crio i semidei romani."
Zeus fissò Percy.
"Che cosa ci fai qui, ragazzo? Questa è una riunione del Consiglio!"
"Una riunione del consiglio aperta. Non è colpa mia se quello che state dicendo sono delle assurdità fuori dal mondo."
Zeus si alzò, irato, ma Artemide intervenne. "Padre, potremmo lasciare parlare il ragazzo? Infondo, era uno dei semidei della Profezia. Potrebbe avere delle interessanti notizie per noi da conoscere."
Atena annuì. "Per conoscere i fatti e prendere la decisione più saggia e giusta del caso. Padre, dopottutto siete il dio della giustizia. Facciamo in modo che giustizia sia fatta."
Zeus si sedette, irato.
"Bene, Perseus Jackson. Sei libero di parlare."
"Quale gentilezza."
Talia sbuffò divertita e Percy continuò. "Non so nemmeno quali siano le accuse, ma onestamente Apollo è uno dei pochi che ci ha davvero aiutato senza chiedere niente in cambio."
"Questo non è vero, ho fatto molto io, a differenza sua!" Era si irritò e Percy sorrise. "Già, giusto punto, Era. Zeus, vuoi punire qualcuno che ha interferito molto nella guerra stessa? Che si potrebbe dire ha portato a quella risoluzione?"
Zeus alzò lo sguardo interessato. "Esiste un dio del genere?"
"Tua moglie."
Era si alzò. "Bugie!"
"Non hai salvato Frank appena nato per farlo partecipare alla missione? Molto tempo prima che Crono desse persino segni di rialzarsi? Non sei stata la balia di Leo, incitandolo a attaccare i serpenti per renderlo pronto ad essere un semidio dei sette? Vogliamo parlare di quello che hai fatto a me e Jason? Hai separato due squadre perfettamente funzionanti, tolto la memoria ai loro leader e mandati in due gruppi che non conoscevano ma con cui avrebbero dovuto intraprendere una missione estremamente importante. Hai ucciso Jason mostrando la tua vera forma, hai reso inutilmente la missione di Annabeth più difficile e il mio arrivo al Campo Romano dieci volte più pericoloso del normale. Per non parlare di avermi tolto la memoria del mio punto fatale. Hai rischiato di fare morire uno dei sette, dopo aver manovrato tutto affinché non potesse essercene un altro al mio posto, solo per dimostrare che eri migliore di tuo marito. Hai rischiato di mandare a monte tutta l'impresa, facendo risorgere Gea e i Giganti, senza pensarci due volte. "
Percy guardò Zeus.
"Pensi ancora che sia Apollo quello da punire?"
Zeus si appoggiò al suo posto.
Poi guardò verso i semidei e vide suo figlio. "Jason, quello che Perseus dice è vero?"
Jason annuì, facendosi avanti, dall'altro lato di Apollo. "Sí, padre. Era ha reso la missione molto più complicata di quanto non fosse, dicendo chiaramente che non avrebbe rispettato le tue direttive. Che poteva fare di meglio."
Era fissò il marito che annuì. "La stessa pena che era destinata a Apollo verrà data ad Era."
"Sono tua moglie!"
"E una degli dei. Sarai soggetta alle stesse leggi degli altri, Era. Tuttavia, si voterà. Quanti dei presenti a favore di punire Era al posto di Apollo?"
Tutti gli dei alzarono la mano e Percy chiese. "Zio, so che non sono un dio, ma ti dispiace se...?"
Zeus lo guardò divertito. "Fa pure."
"Bello."
Percy e Talia alzarono entrambi la mano, facendo ridere Poseidone e Ade, Demetra estremamente divertita dal suo posto.
Zeus annuì ed Era scomparve.
"Poteva farlo da sempre?" Chiese Percy, guardando Talia che annuì desolata. "A quanto pare."
"Perché non lo ha mai fatto?"
"Nessuna idea."Percy e Talia erano impegnati nella loro conversazione e non notarono lo sguardo colpito di Apollo.
Percy non notò Apollo addolcirsi mentre lo guardava.
Come poteva sapere che quello sarebbe stato l'inizio di una relazione incredibile?Angolo autrice
Ehy, ho letto un sacco di fic con Percy che urla contro Era e la mette al suo posto, facendola punire per i suoi crimini.
In particolare, ho letto di recente una Ade/Persefone/Percy dove Percy fa ottenere ad Ade il suo trono sull'Olimpo cacciando Era.
Era se lo merita ed Ade se lo merita.
Ho amato talmente tanto quella fic che mi è venuta voglia di scrivere questo.
Non ho la minima idea di come si chiami, ma se cercate su ao3 quel trio dovrebbe essere nell'elenco.
Alla prossima che non so quando sarà
By rowhiteblack
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Percy incontra gli Dei (non incasinare con il suo fidanzato)
FanfictionPercy e Apollo diventano la coppia per eccellenza dell'Olimpo. Capitoli scollegati temporalmente tra loro.