Prologo

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Il giorno perfetto esiste. Quel giorno in cui, al primo respiro alla mattina, dopo aver aperto gli occhi, la stanza sembra più luminosa, il sonno è stato rinvigorente, le energie sono al massimo e ogni cosa, per il resto della giornata, andrà alla perfezione. Come il toast cotto a punto, l'autobus vuoto e in orario, la giornata soleggiata ma fresca, le persone gentili per strada. Fino alla sera è tutto un sorriso e un sospiro di sollievo. Vivere tutti i giorni il giorno perfetto sarebbe un'utopia, come quei film in cui sembra tutto al posto giusto, però c'è sempre qualcosa di sbagliato nell'oscurità, qualcosa che rovinerà la felicità della gente.

Perché ad ogni giorno perfetto ne segue sempre uno imperfetto. Il giorno in cui alla mattina gli occhi non si vogliono aprire, il giorno in cui fuori sta piovendo, il giorno in cui perdi l'autobus, in cui non fai in tempo a fare colazione, il giorno in cui esci di casa con una macchia enorme sulla maglietta, il giorno in cui, durante un incidente, i tuoi genitori perdono la vita. Ecco quello è un giorno tutt'altro che perfetto.

Ieri ero a divertirmi con i miei amici e oggi sono in una sala d'attesa d'ospedale per attendere che il medico mi dia la notizia. È stata la pioggia, dicono. Mia madre ha perso il controllo e sono andati a finire fuori strada, si sono schiantati, l'auto si è ribaltata. Sono morti sul colpo ma sono comunque stati portati in ospedale.

Ovviamente non mi dicono tutto questo di persona, chi sarebbe quell'essere crudele che direbbe, con così tanti dettagli, ad una diciassettenne, la completa dinamica su come sono morti i suoi genitori?

Ma allo stesso tempo non si sforzano di tenere la cosa segreta. Sono a soli pochi passi da me e stanno parlando con tono normale. Forse pensano io sia troppo sotto shock per assimilare le loro parole, ma non sono sotto shock. Da quando mi hanno portata qui non ho detto una parola, ho solo pensato. Pensato a come sia potuto succedere... tutti escono in macchina con la pioggia e tutti percorrono quella strada ogni giorno, non è possibile morire così.

Conoscendomi non piangerò finché non vedrò i loro corpi, solo allora diventerà tutto reale. Erano con me stamattina, a tavola, per la colazione, quando abbiamo mangiato toast bruciacchiati perché il tosta pane ha deciso di funzionare a intermittenza. Erano con me mentre uscivamo di casa. Ora non ci sono più e non ci saranno mai più perché, per quanto il mio cervello non abbia ancora compreso loro non sono più tra noi, ciò che ho benissimo compreso è che non li rivedrò mai più e non sentirò più la loro voce.

I genitori non sono mai perfetti, ma non ti rendi conto di quanto siano preziosi finché non realizzi che non li rivedrai mai più.

"Signorina King, adesso può entrare," mi sussurra un dottore con voce dolce. Sta cercando di essere carino, di non spaventarmi, come se fosse possibile mentre cammino per entrare nella stanza in cui giacciono i corpi inermi dei miei genitori.

Mi basta varcare la soglia e vedere i loro visi pallidi affinché arrivino le lacrime.

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