Capitolo 2 - Stress

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Sofia era a lavoro e io avevo tutta la giornata per affinare il mio piano: capire come farla desistere da quest'idea della dieta senza mortificarla. Dovevo fare in modo di fingere di aiutarla, facendo però l'opposto. Esattamente come avevo fatto questa mattina.
Dovevo preparare una grande quantità di piatti che apparissero come dietetici ma anche lasciare in frigo ed in dispensa una notevole quantità di cibi ultracalorici, comfort food, imbattendosi nei quali la mia amata Sofia non avrebbe potuto resistere. In questa maniera era possibile anche aumentare la velocità con la quale stava ingrassando invece di rallentarla!
Arrivata a casa da lavorare, stanca e stressata, Sofia si sarebbe abbuffata di prodotti apparentemente dietetici in grande quantità, poi, non soddisfatta, si sarebbe permessa un "premietto", aumentando ancora di più le calorie ingurgitate.
Mi misi subito a cucinare preparandomi per quella sera.

Come previsto la mia compagna arrivò a casa stanca come al solito. Si tolse gli stivaletti e li buttò vicino alla scarpiera poi si slacciò il reggiseno, liberando le sue grosse tette sotto la camicietta i cui bottoni si tesero ancora più di prima. Esausta si diresse subito in cucina e ne uscì con una grossa bottiglia di birra, per poi buttarsi sul divano.

"Ciao amore!" la accolsi io "Giornata pesante?"

"Devastante!..." rispose soffiando tra un sorso e l'altro "Come sempre..."

"Mi dispiace vederti sempre così esausta la sera" dissi sedendomi di fianco a lei e caricando le sue grasse gambe sulle mie e cominciando a carezzarle.

"Però è sempre bello tornare a casa da te" mi disse sorridendomi, poi ricominciò a tracannare la birra mentre con l'altra mano accendeva il televisore.

Mentre lei era distratta dalla trasmissione io feci cadere gli occhi sulla sua pancia che svettava, trattenuta a fatica dalla camicietta, su di lei. Dalla mia prospettiva potevo vedere la cintura dei pantaloni sprofondarle nel grasso e la camicia sollevata, troppo corta per coprirlo tutto, che si adagiava su quel grosso rotolo morbido. Avrei voluto sprofondarci il viso e le mani!
Mi alzai e mi diressi in cucina per tentare di togliermi dalla testa quei pensieri, ma anche per finire di mettere in tavola la cena. Avevo cucinato molte verdure, tutte fritte e condite abbondantemente. Inoltre nelle panature avevo mischiato la solita polvere ipercalorica. Avevo poi fatto del pane con una farina più scura così da farlo sembrare integrale, mentre in realtà era pieno di carboidrati e di grassi. Ed era solo l'antipasto!
Avevo poi fatto del riso, una grande quantità di riso con le verdure in cui però avevo sciolto una copiosa quantità di burro. In tavola avevo poi messo una bella bottiglia di vino.
Il dolce, troppo sospetto in una dieta, lo avevo sostituito con grossa anguria matura. Tutto era pronto.

Come immaginavo Sofia cominciò ad ingozzarsi appena seduta a tavola, quasi senza dire una parola. Prendeva le verdure con la forchetta finchè non se ne potevano più infilzare, poi portava tutta la forchetta in bocca e dopo una breve masticazione inghiottiva.
Arrivò presto il momento del primo ed il riso fumante scese velocemente nelle fauci della mia compagna andando a riempire ogni spazio rimasto in quell'enorme stomaco, abituato a dilatarsi a dismisura. Anche il vino finì velocemente così misi in tavola una seconda bottiglia.
Sofia continuava a trangugiare e lamentarsi della giornata, dei colleghi e della fatica che aveva fatto. Spesso le scappavano dei rutti tra una parola e l'altra, che tentava di soffocare e seguiva sempre con uno "Oh... scusami". Ovviamente non serviva che si scusasse: stava mangiando una quantità di cibo che avrebbe sfamato una famiglia. I rutti non erano semplicemente normali, ma ben accetti.

Finito il riso si reclinò sulla sedia e la camicetta, sottoposta a troppo sforzo, si strappò di colpo facendo balzare fuori la pancia gonfia e tonda di Sofia.

"Nooo, la mia camicetta..." disse lei abbattuta. Mi aspettavo una reazione molto peggiore! Sembrava che l'unico problema fosse aver rotto la camicia, non l'essere diventata così grassa da strapparla.

"Amore mi dispiace, magari si può fare aggiustare" dissi io.

"Non importa" prese la bottiglia del vino e la finì bevendo a collo "non mi importa più di dimagrire"

"Ma come?! - domandai io - Solo stamattina dicevi di voler perdere peso. Hai già cambiato idea?"

"A te non importa, vero?"

"In che senso?" risposi subito io, sospettoso.

"Hai detto che ti piaccio comunque! Sbaglio?"

"N-no... Certo che mi piaci comunque"

"Allora vuol dire che dimagrirò quando sarò più rilassata e tranquilla. Ora non riesco!" disse guardandosi la pancia tonda svettare davanti a lei. Si tolse con fatica la camicetta liberando completamente anche il suo grosso seno.

"Ti va...? Ti va un po' di...?" balbettai.

"Si, portami quello che c'è!" rispose senza nemmeno farmi finire.

Andai a prendere la grossa anguria che avevo tagliato a pezzi e messo in un'ampia ciotola. Gliela poggiai davanti come se fosse il suo piatto. Lei allungò il braccio ma, coricata com'era con la pancia scoperta non riusciva a raggiungere l'anguria.

"Imboccami" mi disse perentoria.

Presi un pezzo di anguria e glielo portai alla bocca, lei lo prese tutto in un boccone, lo masticò appena e deglutì. Io sudavo freddo e sentivo di averlo durissimo.
Sofia mi fece un cenno con la testa verso l'anguria e io subito cominciai a passargli un pezzo dopo l'altro, sempre più velocemente. Non aspettavo nemmeno che deglutisse, gli spingevo in bocca un nuovo pezzo mentre il succo rosso del frutto sgocciolava sulle tette e sulla pancia sempre più gonfia. Sofia aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo ma non mi chiedeva di smettere. Anzi, con la mano mi slacciò i pantaloni e me li calò assieme alle mutande, svelando la mia erezione e cominciando a masturbarmi. Gli spinsi gli ultimi pezzi d'anguria in gola e lei li deglutì con fatica, continuando a massaggiarsi la pancia con una mano e a masturbarmi con l'altra. Non appena ebbe deglutito le misi il mio pene in bocca e lei ne fu ben felice, lo succhiava con forza, come se dovesse spolparlo. Io le massaggiavo la pancia con una mano e la sentivo dura e tesa a livello dello stomaco e più morbida sotto l'obelico.

Ad un tratto lei mi spinse via e sorridendo mi guardò negli occhi.

"Modifichiamo questa dieta" mi disse con tono malizioso.

La dieta di SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora