CAPITOLO 12

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"Perché fai quello che fai?"
"É una storia lunga." Cercò di chiudere il discorso.
"Abbiamo tutto il giorno."
"Sei troppo curiosa, lo sai?!" Mi rimproverò giocosamente.
"Dai! Dimmelo!" Lo supplicai.
"No." Disse ridendo.
"Uff..." Sbuffai. "Sei cattivo." Gli diedi un piccolo schiaffetto sul braccio.
"Si. Cattivissimo." Disse serio prima di scoppiare a ridere. Tornò serio quando il suo telefono iniziò a suonare. Quando lesse il nome, alzò gli occhi al cielo e rispose. "Pronto?"

Justin's Point Of View

"Pronto?" Risposi al telefono.
Era Brock.
"Hey Justin!"
"Dimmi." Risposi incerto.
"Dove sei? I ragazzi mi hanno detto che non sei andato a scuola."
"Non posso parlare ora." Cercai di chiudere il discorso.
"Sei con lei, vero?" Chiese dall'altro capo del telefono facendosi più serio e incazzato.
"Si." Risposi secco.
"Cazzo Justin! Sfiorala anche solo con un dito e giuro che ti ammazzo, e sai che non scherzo." Gridò.
"Ci ha già pensato qualcun altro." Sibilai a denti stretti riferendomi a John. "Comunque, credo che tu mi abbia chiamato per qualcos'altro."
"Si. Si tratta di Harper." Disse un po' preoccupato.
"Mmh. Che devo fare?"
"Fallo fuori." Disse freddo, anche se percepii il suo sorriso.
"Okay capo." Dissi chiudendo la telefonata.
"Il dovere ti chiama?" Chiese Shade cercando di non sembrare triste.
"Hey! Come mai quella faccia?" Le chiesi premuroso accarezzandole con le nocche la sua morbida e stranamente fredda guancia.
"N-non é nulla." Balbettò forzando un sorriso.
"Ti va di venire con me?" Le chiesi dolcemente.
"Si- c'é no." Rispose fredda.
"Ti si legge su quel bel visino che muori dalla voglia di usare la tua pistola." Sorrisi innocentemente.
"Justin, non posso più fare quella vita-"
La interruppi. "Non puoi o non vuoi?"
"Non posso e non voglio." Rispose d'impulso.
"Dai, non farti pregare..." La supplicai alzandomi dal divano e tendendole la mano. "Andiamo!"
"Justin, io..." Si fermò a pensare qualche secondo. "Fanculo! Non voglio cambiare." Sussurrò a denti stretti alzandosi e prendendomi la mano. "Però devo cambiarmi i vestiti, non posso venire così." Si morse il labbro guardandosi.
-Oh Dio! Ti prego smettila di morderti il labbro!-
"Si, forse é meglio." Tentai di distrarmi.
Sorrise ingenuamente e mi trascinò al piano di sopra, in camera sua.
"Che mi metto?" Chiese aprendo l'armadio e fermandosi davanti ad esso.
"Scelgo io." Affermai mettendomi dietro di lei per scegliere. "Mmh... Quello e questo!" Dissi tutto felice.
Avevo scelto un pantalone di pelle nero aderente e a vita alta, abbinato a un top di jeans e una giacca di pelle nera.
"Wow! Non sapevo nemmeno di avercele certe cose nell'armadio..." Disse guardando i vestiti che avevo scelto per lei.
"Beh, mancano solo le scarpe." Dissi io guardando tra quelle che c'erano per terra.
"I miei anfibi, non vanno bene?" Domandò con un tono di supplica nella voce.
"No." Affermai deciso. "Direi che queste, andranno benissimo." Sorrisi.
Avevo preso delle scarpe in tela nere con il tacco. Non erano ne troppo eleganti nemmeno troppo scomode per correre, in caso ce ne fosse stato bisogno.
"Non ho intenzione di vestirmi da puttana." Disse schiudendo gli occhi. "Non mi farai cambiare idea." Risposi deciso.
"Posso alzare gli occhi al cielo?" Domandò rabbiosa.
"No." Risposi sorridendo.
"Beh, lo farei, ma..." Si bloccò non appena si accorse che non aveva un ma.
"Ma non lo farai." Sorrisi. "Forza, cambiati." Dissi dandogli in mano i vestiti.
"Se esci, mi cambio." Affermò guardamdomi di traverso.
"E se io non volessi uscire?" La sfidai. "Andrò in bagno." Mi fece un'occhiolino, prima di saltellare tutta felice in bagno.

***

"Quindi? Qual é il piano?" Chiese sistemandosi la pistola nella fondina. "Entriamo e gli chiediamo gentilmente i soldi, se non ce li da, lo facciamo fuori. É semplice." Le sorrisi sistemandole il colletto della giacca.
"E se invece ce li da?"
"Lo facciamo fuori lo stesso." Alzai le spalle.
"Bene, e allora che stiamo aspettando?" Domandò con impazienza.
La guardai, in tutta la sua bellezza. Cazzo quei pantaloni le mettevano in mostra quel bellissimo culo perfetto che aveva, per non parlare di quel top...
-Tieni a bada Jerry!-
"Voglio vederti all'opera." Le dissi come una sorta di sfida.
"Andiamo allora." Disse pronta e concentrata.
"Mi piace questo lato di te."
Quando entrammo nel pub di Harper, una nuvola di fumo ci invase i polmoni. Cazzo, non avrei dovuto portare Shade in questo posto.
"Harper, dove sei?!" Gridai.
"Oh, Justin. Che piacere vederti!" Ironizzò comparendo seguito da due dei suoi scagnozzi.
"I soldi." Arrivò dritta al punto Shade.
"Oh, e tu chi sei?" Chiese avvicinandosi a lei.
"Non sono nessuno. Ora dacci i soldi." Sorrise ironicamente facendo lo sguardo da cerbiatta.
"Mi piacciono le donne intraprendenti." Sorrise maliziosamente avvicinandosi ancora di più a lei, fino ad esserle praticamente di fronte.
"Non toccarmi." Disse a denti stretti puntandogli la pistola alla testa.
"Hey! Hey! Hey!" Alzò le mani in segno di resa. "Okay, avrai i tuoi soldi." Disse girandosi per andare a prendere i soldi. "O forse no!" Si girò di scatto e sparò sulla spalla di Shade, che non si mosse nemmeno di un millimetro.
Wow! Questa ragazza ha più esperienza di quanto pensassi.
"Figlio di puttana." Sussurrò lei prima di sparare un altro colpo, colpendolo esattamente al centro della fronte.
I due scagnozzi di Harper estrassero le loro pistole, ma prima che potessero premere il grilletto, sia io che Shade gli sparammo.
"Hey..." Sussurrai infilando subito la pistola nella fondina dei pantaloni, e andando diretto dalla ragazza, ancora ferma e ferita. "Vieni, ti porto a casa mia."
"E i corpi?" Chiese guardando i tre uomini senza vita a terra.
"Passeranno Logan e Michael." Risposi prendendola per mano.
"Adesso andiamo. La tua ferita ha bisogno di essere curata." Dissi prima di trascinarla fuori dal pub. La feci salire in macchina e presi il telefono dalla mia tasca, per fare una telefonata. Composi il numero di Brock e lo chiamai.
"Justin, dimmi."
"Hey Brock, dove sei?"
"Sono fuori per degli affari, perché?"
"Niente. Ci vediamo stasera." Velocemente chiusi la telefonata ed entrai in macchina.

***

Appena arrivammo al capanno, portai Shade nel bagno, per medicarle la ferita. "Ahi, Justin, fai piano!" Gridò dal dolore.
"Shade! Cazzo. Devo estrarre il proiettile prima che faccia infezione!" Risposi tentando di tenerla ferma.
"Ti prego, fai in fretta!"
Feci un respiro profondo per cercare di far smettere di tremare le mani, e con estrema delicatezza e precisione, estrassi la pallottola. "Fatto!" Dissi mostrandogli il proiettile ricoperto di sangue.
"Grazie." Sussurrò.
"Aspetta ancora tre secondi." Presi l'acqua ossigenata e dopo aver disinfettato tutto, le fasciai la spalla.
"Justin? Sei a casa?" Gridò Brock entrando in casa.

Oh porca puttana! Okay, ero nella merda. Dovevo portare Shade fuori di li senza fargli vedere Brock.

"Fermo dove sei! Aspetta un secondo!" Gridai in pieno panico.
Nel frattempo Shade, ancora seduta sulla lavatrice, mi guardava confusa.
"Arrivo subito. Tu stai ferma qui. Non ti muovere!" Le ordinai prima di uscire dal bagno ed andare da Brock.
"Hey Justin!" Sorrise venendomi incontro.
"Che cazzo ci fai qui." Sussurrai per non farmi sentire da Shade.
"J-justin." Una voce alle mie spalle mi interruppe.

Shade.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora