Capitolo 19♤

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~Y/N Pov
(circa 10 anni dopo, hanno 24 anni)

Con la mano do un'ulteriore pennellata al quadro del giardino su cui lavoro da giorni.
Una mano tocca la mia spalla.
-Ci tengo a finire questo quadro il prima possibile- dico sorridendo.
Poi alzo lo sguardo e incrocio il mio con quello di Ciel.
I raggi del sole lo rendono tale e quale a un dio che vorrei venerare.
Con un po' di insicurezza gli metto le mani sulle guance e avvicino il suo viso al mio.
-I signori gradiscono del tè?
-George!! Non interromperci!!- urlo al mio servitore.
Tra una risata e l'altra, George si allontana (finalmente!).
Rimaniamo io e Ciel.
-Allora dove lo appanderai il quadro?- mi chiede mentre fa spostare il pennello che io tenevo in mano fino a un secondo prima.
-Se continui così, te lo appendo in testa col chiodo ben ficcato nella fronte
-Delicato
-Quanto basta
Metto il pennello nell'acqua e mi alzo dallo sgabello, do un bacio sulla guancia di Ciel che mi guarda con espressione sognante e mi dirigo verso la nostra dimora:- Ho fame, vado a mangiare qualche biscotto in cucina!

Di solito i nostri servitori preparano sempre quantità di biscotti in più da tenere "di scorta" per me, mi piacciono troppo e mi servono per quando ho delle immaginarie carenze di zucchero.
Provano anche a nasconderli a volte ma ormai ho scoperto tutti i posti possibili in cui credono io non li trovi.
Mentre con un po' di marmellata decoro uno di essi a forma di cuore sul bancale della cucina, sento qualcosa toccarmi.
Due mani avvolgono i miei fianchi con delicatezza, nel mio corpo si diffonde una sensazione confusa: piacevole ma allo stesso tempo che mi fa preoccupare.
-Ciel... non ora...
-Decori un biscotto anche a me?
-Va bene ma lasciami prima
Mi bacia il retro del collo tirando su i capelli con la mano sinistra e dopodiché si sistema sul tavolino della sala da pranzo.
E così, con la mia solita eleganza, porto i due biscotti su un piatto di ceramica decorata italiana.

Di notte mi capita di avere molto caldo, soprattutto in queste notti d'estate.
Ma apparte questo, non so perchè ma continuo a dormire con Ciel.
Emana troppo calore e mi sta sempre troppo appiccicato abbracciandomi (non che mi dia troppo fastidio :) ).
Alla sera poi mi dedico alla lettura della vita di giovani scrittori mai sentiti prima o che sono molto piaciuti a Ciel.
Stasera non ho proprio voglia di dormire così ho letto ben 20 pagine (mamma che bravo).
E volevo continuare ma qualcuno doveva rovinarmi i piani:- Spegni la luce
-Voglio leggere
-E io dormire
-Ciel non lamentarti
-E tu non cominciare a bisticciare
-Umpf
E così ogni volta mi tocca fare quello che lui comanda.
Così mi metto sotto le coperte e spengo la candela sul comodino.
In un attimo si appiccica a me come un cucciolo alla madre.
-Ciel... uffa non ti stanchi mai di abbracciarmi?
-No, dovrei?
-Mi... stai sempre... troppo attaccato
Non risponde a questa mia affermazione, probabilmente ha sentito la mia esitazione nel dire quella frase.
-Si insomma, non intendo dire...
Faccio una pausa e sospiro, lui si stacca da me e si gira dal lato opposto del letto.
-Non intendevo dire questo
-Ah no? E cosa allora?
-Ho solo caldo
-Come no
Mi giro e guardo il retro della sua testo mentre le mani cercano di coprire il tutto con la coperta.
Mi avvicino a lui.
E lo abbraccio semplicemente.
Lo amo e stare con lui mi basta.
Anche se dovessi andare a vivere sotto un ponte o nelle baracche, io starò con lui a ogni costo.
Ma se un giorno qualcuno ci scoprisse?

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Quell'espressione | Ciel Phantomhive × MaleReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora