Capitolo 7

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Pentito.

Solo dopo aver accettato la proposta di Chan realizzai veramente cosa avevo fatto.

Io Yang Jeongin, reietto della società, sarei partito con altri sette ragazzi, che mi avevano aiutato già due volte ma di cui conoscevo a mala pena i nomi, in una pericolosa missione per poter trovare quella che, probabilmente, era l'unica soluzione per salvare tutti quanti.

La mia mente venne invasa da mille pensieri.
Iniziai a provare una profonda sensazione di smarrimento e il terrore di aver fatto la scelta sbagliata mi contorceva lo stomaco.

Avrei voluto solo chiudermi nella mia camera e infilarmi sotto le coperte, per poter nascondere la mia presenza in quelle quattro mura, come avevo sempre fatto da quando ero piccolo.

Tuttavia ormai non potevo più tirarmi indietro.

Quando rimasi solo mi guardai allo specchio e in quel momento realizzai lo stato in cui mi trovavo: non avevo addosso alcun indumento, ero fasciato in diversi punti da delle bende e indossavo solo le mutande.
Sentì il volto andare a fuoco. Ero talmente tanto scombussolato che me ne ero completamente dimenticato e avevo continuato ad abbracciare Chan conciato così.

Feci per rimettermi i pantaloni quando dopo alcuni minuti vidi Felix entrare e fiondarsi verso di me.

"Come stai? Sei ancora ferito? Ho temuto, di nuovo, che fossi morto. Perché sei così rosso? Devo chiamare qualcuno? Ti senti male?" mi bombardò di domande, come aveva fatto la prima volta, con una voce preoccupatissima.

"No, no. Sono solo ancora un pò stordito, niente di ché"

Non sembrava molto convinto dalle mie parole ma sembrò tranquillizzarsi un pochettino. Dopo aver lanciato uno sguardo alla mia stanza si sedette sul letto.

"Chan ci ha detto che verrai con noi! Non hai idea di quanto io sia felice, mi sei veramente simpatico IN" mi disse facendo un sorriso a trentadue denti, che ricambiai.

"Aspetta aspetta" esclamò mentre stavo prendendo in mano i pantaloni. "I tuoi vecchi abiti non vanno bene, dammi un attimo" uscì dalla stanza per poi rientrare dopo qualche secondo, posando dei vestiti sulla scrivania.

Notai che erano gli stessi che stava indossando lui, una maglietta aderente nera completata da una felpa dello stesso colore, dei pantaloni cargo marroni che si stringevano sulle caviglie, e un paio di stivali neri con la suola alta.

"Sono abiti che abbiamo rubato ad alcuni membri della setta, non sono molto vivaci ma con questi potremmo confonderci più facilmente. Inoltre sembrano essere fatti con un materiale particolare, che li rende abbastanza resistenti e caldi, adatti per l'inverno. Purtroppo non abbiamo altre felpe con la cerniera, è rimasta solo questa che è chiusa con il cappuccio"

"Va benissimo, grazie mille" dissi timidamente prima di vestirmi con ciò che mi aveva portato.
Sistemai la collana e mi infilai i pantaloni.

"Posso farti una domanda?" chiesi timidamente.

"Certo che puoi"

"Come avete fatto a trovarmi?"

Il suo volto si rattristò immediatamente.

"Ecco vedi, quando sei uscito di casa Jisung e Chan erano veramente preoccupati che potesse succederti qualcosa. Seungmin si è ricordato che gli avevi spiegato dove vivevi, abbiamo dato un'occhiata alla cartina e abbiamo visto che non era distante dalla direzione che dovevamo prendere, quindi, dopo aver recuperato questi vestiti, siamo passati di lì per assicurarci che stessi bene.
Quando siamo arrivati sembrava tutto tranquillo ma poi abbiamo sentito gridare. Eravamo convinti si trattasse della casa affianco, poi si è liberato un urlo fortissimo e abbiamo capito che fossi tu. È tutta colpa nostra IN, se fossimo intervenuti immediatamente, avremmo potuto farti evitare questo inferno" concluse guardandomi con gli occhi lucidi.

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora