Luigi aprì gli occhi di scatto, rendendosi conto di essere atterrato sopra un soffice manto di neve.
Sentiva freddo, i suoi denti battevano, ma sembrava non avesse niente di rotto.
Cercò di alzarsi da terra per vedere dove fossero finiti Luca ed Alex, ma attorno a lui non trovò nessuno.
Si alzò velocemente in piedi, recuperò una valigia caduta lì accanto a lui, e cominciò ad incamminarsi in mezzo alla neve, almeno finché non sentì qualcosa sotto di lui.
<< Eddai! >> Borbottò Luca, emergendo da sotto la neve. << Non sei certo una piuma! >>
Luigi alzò gli occhi al cielo, ma aiutò subito Luca a rimettersi in piedi.
<< Dov'è Alex? >> Chiese in un sussurro, stupendosi di quella sfumatura di preoccupazione che assunse la sua voce.
Non lo vedeva da nessuna parte.
<< Alex! >> Gridò Luca a quel punto, senza curarsi che in quel modo avrebbe potuto danneggiare i timpani di Luigi.
Cominciarono a cercarlo vicino al punto in cui entrambi erano caduti.
Luigi senti un grosso accumulo di ansia crescergli all'altezza del petto.
Non che fosse preoccupato, quello no.
Insomma, per la maggior parte del tempo non avevano fatto altro che litigare.
E, di sicuro, non teneva a lui, non lo riteneva importante.
O, meglio, era importante per la loro missione, ma non poteva esserlo per lui.
La sua testa era ancora annebbiata da questi pensieri, quando da lontano sentì il suo nome biascicato sotto voce.
Alex.
Luigi lo trovò per primo, vicino ad un piccolo albero, e si precipitò verso di lui, con il cuore che batteva a mille.
<< Alex, ei, sono qui. >> Gli sussurrò piano, una volta che si inginocchiò accanto a lui.
Non ebbe la minima idea del perché, ma se lo prese tra le braccia.
E, di nuovo, non sapeva spiegare perché gli scostò un ciuffo di capelli dalla fronte.
Il suo corpo agì da solo.
... e Alex sembrò stupito quanto lui.
<< Credo di essermi slogato una caviglia. >> Borbottò Alex, con una smorfia dolorante. << Mi fa male cazzo... >>
<< Ci penso io. >> Disse piano Luigi, aiutandolo a reggersi in piedi.
Persero entrambi l'equilibrio, e Alex fu costretto ad aggrapparsi alle spalle di Luigi.
I loro, improvvisamente, erano di nuovo estremamente vicini.
E Luigi... lui non aveva mai notato quanto fosse unica quella sfumatura di marrone degli occhi di Alex.
Non avevo mai notato quanto i suoi occhi fossero belli. Quanto brillassero.
<< Posso camminare da solo. >> Si lamentò Alex, stringendosi nel mentre tra le braccia la giacca di Luigi e leccandosi istintivamente le labbra.
Luigi si sforzò di non alzare gli occhi al cielo... né di sorridere.
<< Certo, come no. >> Sbuffò, avvolgendo con un braccio la vita di Alex. << Avanti, fatti aiutare. >>
<< Pensavo avresti preferito farti un bagno nel lago ghiacciato piuttosto che aiutarmi. >> Disse Alex, sbuffando una leggera risata.
<< L'idea del bagno non è poi così male. >> Sbuffò a sua volta lui. << Ma poi ti avrei avuto sulla coscienza. E non so se potrei avere a che fare con il tuo fantasma. Sarebbe ancora più irritante del vero te. >>
<< Se diventerò un fantasma allora sarai il primo che tormenterò. >> Gli promise Alex, ritrovandosi inaspettatamente a scherzare con lui.
Non capirono perché, poi, si ritrovarono a ridere e a cercare gli occhi l'uno dell'altro mentre lo facevano.
Luigi non seppe perché, ma trovo quella piccola risata la cosa più bella che avesse mai sentito. E quelle piccole fossette che si formarono ai lati delle labbra... Luigi aveva voglia di toccarle, di giocarci. Pensò che non avesse mai visto niente di più carino di questo, di lui.
Allo stesso modo, Alex non seppe perché ma si ritrovò ad ammirare Luigi. Notò come i suoi occhi tendevano a stringersi mentre rideva... E, purtroppo, in maniera totalmente assurda, lo trovò maledettamente carino.
<< Ei, voi. >> Li chiamò infine Luca, con un sorriso tra le labbra, ad un certo punto. << C'è una piccola baita laggiù. Possiamo fare una piccola pausa. >>
Alex e Luigi annuirono all'unisono, per poi cominciare a camminare aggrappati verso questa piccola baita.
Mentre camminava aggrappato a Luigi, Alex si ritrovò ad ammettere che forse quel ragazzo fosse molto di più di ciò che voleva dare a vedere.
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Quando Alex riaprì gli occhi, diverso tempo dopo, si accorse di essere ancora su quello strano letto di paglia sul quale Luigi lo aveva aiutato a distendersi una volta arrivati alla baia.
Attorno al piede, che si era slogato, si accorse di avere una tovaglia bagnata di acqua calda, e anche sulla fronte gli era stato messo un passo bagnato.
Fece per sfiorarlo con le dita, quando comparve Luigi accanto a lui.
<< Non toglierlo. >> Disse, con un piccolo sorriso. << Avevi un po' di febbre quando siamo arrivati. >>
Alex sbatté le palpebre, sentendo per qualche strana ragione un certo calore sulle sue guance, come se stessero andando a fuoco.
Distolse lo sguardo e cominciò a giocherellare con i lembi della coperta, mordicchiandosi il labbro inferiore.
<< Mi dispiace di rallentare il viaggio. >>
Luigi aggrottò la fronte. << Non devi dispiacerti. Quello che è successo sul treno non è stato di certo colpa tua. >>
<< Per un attimo ho temuto me l'avresti data. >> Sbuffò in una piccola risata Alex.
Luigi ridacchiò. << Ci ho pensato. Ma poi avevo questa sensazione che mi avresti strangolato nel sonno. >>
Fu il turno di Alex di ridacchiare adesso, in quel modo spensierato che non aveva mai sperimentato, prima di Luigi.
Si domandò cosa gli stesse succedendo, era confuso, ma non riusciva a darsi una risposta.
<< In ogni caso. >> Iniziò Luigi, passandosi le dita trai capelli.
<< Siamo sopravvissuti. >><< Siamo sopravvissuti. >> Gli fece eco Alex, accennandogli un piccolo sorriso.
<< Beh, ti avevo fatto una promessa. >> Borbottò imbarazzato Luigi, a quel punto.
Alex alzò leggermente un sopracciglio, non capendo dove volesse arrivare.
<< ... grazie. >> soffiò dopo un paio di secondi, a fatica, Luigi.
Lo guardò negli occhi. Un leggero luccichio, che giocava con il cioccolato incastonato nei suoi occhi.
<< Solo, grazie. Per avermi salvato. >>
Alex rimase senza parole. Non sapeva come gli rispondergli, non se l'aspettava, che potesse ringraziarlo sul serio.
<< uhm... di niente. Insomma, mi... mi sarebbe mancato non poter più litigare con te. >>
Luigi ridacchiò, di nuovo, un certo tum tum all'altezza del petto, che lo scombussolò ancora di più. Ma che non riuscì a fargli capire cosa gli stesse prendendo.
<< Già, sarebbe mancato anche a me. >>
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𝐎𝐧𝐜𝐞 𝐔𝐩𝐨𝐧 𝐀 𝐃𝐞𝐜𝐞𝐦𝐛𝐞𝐫
Hayran Kurgu1917. Una rivoluzione scoppia a San Pietroburgo, e una terribile maledizione incombe sulla famiglia Rina. Solo uno riuscirà a salvarsi quella notte, il più giovane figlio dello zar, Alessandro. Seguitelo nella sua avventura, alla ricerca di un passa...