Carola

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Il taxi che teoricamente avrebbe dovuto portarli a casa di Carola era abbastanza spazioso.

Alex non faceva altro che torturarsi le mani e guardare fuori... almeno, finché Luigi non intrecciò le proprie dita con le sue, impedendogli di continuare.

<< Ei. >> Gli sussurrò. << Stai tranquillo. Andrà tutto bene. >>

<< Mi dimenticherò qualcosa. >> Borbottò Alex, nervoso. << Dirò che lo zio Yoris era di Mosca invece che di qualche paesino sperduto in mezzo alle montagne di cui non mi ricorderò mai il nome. Lei penserà che io sia un impostore, e... >>

<< Alex. >> Lo interruppe Luigi, in un bisbiglio. << Ci sarò io, ok? >>

Alex lo guardò di sfuggita, sentendo il suo cuore riempirsi di gratitudine, e di qualcosa molto simile alla tenerezza.

<< Ok. Però promettimi di suggerire. >>

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La casa di Carola era tutt'altro che enorme. Era immensa. Con un giardino immacolato sul lato anteriore, decorato con tulipani e con una piccola fontanella d'acqua.

Luca era piuttosto su di giri. Fu il primo a scendere dalla macchina, e a precipitarsi alla porta per poter suonare il campanello.

Ad aprire, venne una giovane donna, che ad occhio e croce non superava la trentina, davvero molto bella, dai lunghi capelli castani e dal corpo esile, simile a quello di una ballerina.

Il colloquio, o "il test" come preferiva chiamarlo Luigi, andò piuttosto bene.

Carola fu piuttosto sorpresa nell'istante in cui osservò Alex. Disse che in assoluto era il ragazzo che più assomigliava al Granduca tra quelli che aveva visto fino ad ora, e che i suoi occhi erano perfino simili a quelli dell'Imperatrice.

Gli vennero fatte numerose domande, sia di storia che di circostanza, e Alex fece del suo meglio per ricordare ogni cosa che aveva studiato.

Dopo esattamente due ore e quaranta sette minuti, due biscotti e una tazza di tè, Carola dichiarò che avrebbe fatto una sola, ultima, domanda.

<< In realtà non la faccio mai. >> Sussurrò, con una risatina imbarazzata, cominciando a mescolare la sua seconda tazza di tè. << Non sono nemmeno sicura che tu possa rispondere, ma, non lo so, c'è qualcosa di diverso in te. >>

Alex prese un respiro profondo, e cercò subito gli occhi di Luigi.

<< Come sei scappato durante l'assalto al palazzo? C'erano guardie ovunque quella notte, eppure riuscite comunque a raggiungere la stazione. >>

Alex abbassò la testa, pensieroso. Notò con la coda dell'occhio, che Luca aveva sbarrato gli occhi, mentre Luigi si era portato entrambe le mani trai capelli.

Effettivamente, trai loro insegnamenti non c'era mai stato nulla riguardo quella notte. Ad Alex era stato detto che lui e sua nonna erano riusciti per miracolo a scappare, ma niente di più.

Eppure, ad Alex venne in mente qualcosa. Un ricordo, suppose. Vago, che poteva benissimo essere confuso con un sogno. Era rischioso, ma, a quel punto, non aveva più niente da perdere.

<< So che è davvero una domanda difficile, ma... >>

<< C'era un ragazzo. >> Sussurrò Alex, interrompendo ed attirando l'attenzione di Carola. << Lui... era molto giovane, penso lavorasse nelle cucine. Gli avevo parlato un paio di volte, forse. Lui aprì la parete... uhm, voglio dire, aprì una sorta di passaggio segreto nella parete. >>

𝐎𝐧𝐜𝐞 𝐔𝐩𝐨𝐧 𝐀 𝐃𝐞𝐜𝐞𝐦𝐛𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora