Fu il solito, insistente brontolio del suo stomaco a ridestarla dal mondo dei sogni.
E che sogni! si disse Amanda, mentre si stiracchiava infilando i piedi nelle pantofole. Federico, Alessandro, la comparsa improvvisa – e fuori luogo! – di Monica (che tra l'altro urlava come un'ossessa), un assurdo testa a testa tra i primi due uomini, che in quella strana circostanza l'avevano trattata come fosse un soprammobile, un semplice – quanto ambito – trofeo da conquistare.«Manco fossimo tornati al Medioevo!» borbottò, a mezza voce. Si sforzò di ricordare se, per puro caso, le fossero apparsi entrambi in tenuta da battaglia. Scosse la testa, ridendo al solo pensiero di vederli con indosso un'armatura pregiata e scintillante. Lancia in resta, la spada sguainata al momento giusto. Amanda sogghignò tirando, nel frattempo, una sonora imprecazione al suo povero stomaco, che continuava a implorare pietà. O meglio, cibo da mettere sotto i denti.
Non poteva farci niente: tutte le mattine, alle otto in punto, un incredibile senso di fame la faceva quasi scattare dal letto all'improvviso e, nelle vesti di un perfetto automa, la obbligava a prepararsi immediatamente, al ritmo di una volpe lesta e non meno astuta che tenta in tutti i modi di agguantare la preda di turno. Amanda corse in bagno e, dopo essersi sciacquata in viso e sistemata alla bell'e meglio i capelli – fortuna che li aveva lisci! pensava spesso –, applicò un filo di eyeliner intorno agli occhi. Di solito non lo metteva mai e, anzi, odiava a morte truccarsi, ma per quel giorno fece uno strappo alla regola, pur non sapendo bene il perché. Condì il tutto a un lip gloss rosa – di quello, a differenza del resto, se ne fregiava ben volentieri – e, vestitasi come al solito, uscì dalla stanza. Un vago sentore di caffè, accompagnato all'invitante odore delle brioches appena sfornate, la spinse ad allungare il passo lungo l'ampio corridoio e a scendere di corsa le scale. Talmente di corsa, che non fece neanche in tempo a frenarsi. Dopo qualche secondo, si ritrovò tra le braccia di Alessandro.
«Wooh! Dove vai così di corsa?» le domandò, inarcando un sopracciglio.
Ritrovarsi spiaccicata sul suo petto le fece abbassare immediatamente lo sguardo. Si scostò da lui, pregando che le guance avessero mantenuto un colorito normale. «Secondo te?»
Lui fece un mezzo sorriso. «Ah, ho capito... c'è di mezzo il buonissimo cornetto all'albicocca che ho mangiato poco fa.»
«Hai già fatto colazione?!» domandò lei, incredula.
Alessandro scrollò le spalle. «Non ho dormito molto, questa notte. Perciò ho pensato di anticiparmi.»
«Come mai?»
«Pensieri», buttò lì, vago.
Amanda capì l'antifona. «D'accordo. Ma se per caso sentissi il bisogno di confidarti, sappi che ci sono.»
«Ah, non è niente di grave, te l'assicuro. Vale lo stesso per me, comunque.»
La ragazza gli sorrise con gratitudine, quindi tornò a scendere le scale a due a due, provocando l'ilarità di Alessandro. Un delizioso cornetto all'albicocca la stava aspettando a braccia aperte, e lei non voleva certo lasciarlo in mano ad altri.
§
Presentare il proprio libro per due giorni di fila in due città diverse doveva, secondo Amanda, essere dichiarato illegale.
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In Un Giorno Qualunque
Chick-Lit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...