1. Ricordi

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Lo scatolone, ovviamente, era nella zona più nascosta della soffitta. Nel tentativo di estrarlo diversi sci e un cavalletto da pittura minacciarono di rovinarle addosso. Bizzarro, pensò, da quel che ricordava lei e la sua famiglia non erano mai stati a sciare.
Raggiunto lo scatolone lo trascinò al centro della soffitta, dove il pavimento risultava abbastanza libero. Una nuda lampadina penzolante illuminava a stento la stanzetta, nonostante ciò, Agata sentiva il bisogno di stare lì, in quella penombra dall'aspetto opprimente ed intimo che bene si addiceva al suo stato d'animo.
Strappò il nastro adesivo. Del cartone dalla consistenza polverosa le si incastrò sotto le unghie. Ormai erano passati anni. Dopo il trasferimento alcuni pacchi semplicemente non erano più stati aperti finendo relegati in un angolo della soffitta a fare da reggi sci.
Una massa di biondissimi capelli frise fece capolino, assieme ad un odore di plastica e carta che si insinuò nel naso di Agata, facendola ripiombare a 12 anni prima quando, indaffarata, apriva i cassetti dei giocattoli a caccia della sua bambola preferita. Ora invece giaceva lì seminuda, schiacciata nel cartone, con il sorriso mono dente sempre smagliante stampato in faccia, e un grumo di capelli che avrebbe fatto impallidire il più caparbio dei parrucchieri.
Agata scavò nella scatola e nei suoi ricordi, ogni oggetto che estraeva le faceva rivivere attimi ormai dimenticati. Poi lo trovò, lo riconobbe subito, con i fogli rilegati e più volte rattoppati con punti di spillatrice, le pagine ricoperte di pennarello, tentativo infantile di ricreare le belle decorazioni dei libri antichi. Nella prima pagina, quella che doveva essere la copertina, incastrata tra i colori troppo vivaci dei pennarelli ad acqua c'era la scritta "MAGIA" e sotto, in piccolo, in penna sottile e bella grafia "a cura di Agata e mamma".
Eccola, incisa su vecchia carta scricchiolante una piccola impronta della mamma. Agata fece scorrere il dito sul leggero solco della scritta, per sentire sulla pelle il peso della penna a sfera, e immaginare la mano attenta che l'aveva tracciata.
Sfogliò il libretto, del quale un tempo era stata così fiera. Era il suo grimorio. Aveva sempre guardato affascinata quello della mamma e le piaceva vederla seduta ad aggiornarlo di tanto intanto, aggiungendo una nuova pozione o un incantesimo. A sette anni aveva deciso che anche lei avrebbe avuto il suo, e sarebbe stato bellissimo come quello della mamma, così raccolse fogli, pinzatrice e tutti i pennarelli che aveva trovato e si era messa al lavoro.
Avevano passato pomeriggi interi a compilarlo e decorarlo.
"Il cerchio magico"
"La magia dei sogni"
"Pozione fortunata"
Le sue labbra si contrassero in un sorriso mentre le lacrime calde iniziarono a solcarle il viso, copiose.
Sobbalzò quando, a malincuore, notò di aver bagnato una pagina, finendo per sbavare i colori ad acqua. Sì affrettò ad asciugarsi bruscamente con la manica, finendo per scoppiare irrimediabilmente a piangere.

Luna nuova in cielo di dicembre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora