La Sorbona Part 1

2 0 0
                                    

Parigi, 18 ottobre 2019 ore 23:58

Fù così che rimanemmo solo in 7... tutto era finito, la quiete faceva da sovrana su Parigi ed una leggera brezza notturna si infrangeva sui nostri visi,per una persona comune a prima vista eravamo solo degli universitari, ma eravamo molto di più e soprattutto molti di più.

Ognuno di noi era accompagnato dal proprio maestro per adempiere al proprio dovere... quello dell'esorcista.





1 anno prima

Tutto cominciò durante il mio primo semestre All'università della Sorbona, ero iscritto al corso di letteratura ed avevo dato 3 giorni prima il mio disastroso esame di letteratura francese.

Parigi era incantevole come sempre, la brezza di ottobre accompagnava le foglie secche donando vivacità alla città.

Ero solo uno studente prima di incontrarli, ero solo uno studente fuorisede, originario di Château-Thierry, un piccolo comune della Francia a est di Parigi, che grazie ad una borsa di studio era riuscito a iscriversi alla facoltà di lettere della Sorbona.

Stavo studiando in biblioteca, quando mi arrivò un messaggio nella posta elettronica dell'università:

Monsieur La Fontaine,

Le résultat de votre éxamen a été publié

Parfait... pensai tra me e me abbassando lo schermo del portatile per riporlo nella borsa,

lasciai la biblioteca per dirigermi verso la bacheca dove erano stati affisse le votazioni, scorsi immediatamente la tabella dell'esame di storia e politica medievale e vi cercai immediatamente il mio nome.

Adrien La Fontaine: insufficiente

"Dovrei parlarle La Fontaine" disse una voce rauca alle mie spalle, mi voltai per vedere non altro che il mio prof di letteratura francese.

"Buonasera professor Valois, mi dica" risposi cordialmente, ero già abbastanza amareggiato per essere partito con una bocciatura nel mio primo anno di università, ma non diedi a vederlo onde evitare eventuali paternali.

Il professor Valois era un'uomo leggermente più alto di me, aveva i capelli bianchi sempre perfettamente sistemati, gli occhi di un celeste ormai sbiadito dall'età celati quasi sempre da degli occhiali rotondi che in quel momento pendevano dalla camicia color panna, avrà avuto all'incirca 60 anni ed era rinomato per le sue numerose scoperte, era uno dei fiori all'occhiello della Sorbona.

"Vorrei parlarti a riguardo del tuo esame, nel mio ufficio" disse con tono autoritario

"La seguo" risposi confuso, camminammo in silenzio per i corridoi dell'università, dopo poco arrivammo davanti ad una porta che non avevo notato nelle settimane precedenti, era di un legno scuro, probabilmente di abete, ed aveva appesa una targhetta lucida in ottone con su scritto Valois.

"Prego entri" mi disse il professore dopo aver aperto la porta, entrai e nella stanza in silenzio guardandomi attorno.

La stanza non era molto grande, ma era perfettamente ordinata, una vetrata con ai bordi delle tende cremisi torreggiava di fronte alla porta, tutte le pareti erano coperte da librerie stracolme di libri, tranne il muro dietro alla scrivania del professore, sul quale era appesa una copia della "libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix, di fronte al quadro una scrivania con una poltrona occupava il centro della stanza.

Il professore chiuse la porta e si avvicinò alla scrivania dove vidi poggiato il mio esame scritto, lo prese in mano e mi si pose davanti.

" La Fontaine, sa cosa succede agli studenti non meritevoli" mi dice con un ghigno.

Perfetto, ci mancava solo il discorso sulla meritocrazia, pensai dopo aver udito quelle parole rimanendo col capo volto verso il pavimento.

"Vengono bocciati" risposi

Mi poggiò una mano sulla spalla, e improvvisamente sentii un dolore lancinante al petto,

"Vedi La Fontaine, gli studenti che boccio in genere muoiono, nulla di personale, ma necessito di altri 7 sacrifici per riportare almeno un membro della nobiltà infernale minore qui, ma comunque non potrei mai troncare una giovane vita dedicata alla cultura, non rischierei di uccidere il nuovo John Milton." mi disse con tono pacato

Svenni, ma nel mentre che le forze mi abbandonavano e mi si serravano le palpebre vidi una figura del quadro muoversi, come se uscisse dal dipinto, dopodiché sentì recitare "The studio was filled with the rich smell of roses, and when the light summer wind stirred amidst the trees of the garden, there came through the open door the heavy scent of lilac.", il ritratto di Dorian Gray pensai, e mi abbandonai all'oscurità.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

La setta dei legamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora