Sono col mio caffè d’asporto nella piazzetta panoramica.
Stanotte non ho chiuso occhio. Dion mi teneva stretta a se mentre dormiva. Era così dolce, non avevo mai provato quella sensazione di completezza. Ero in un vortice di emozioni e mi piacevano. Io volevo essere lì, esattamente dov’ero. Ma poi ha vinto il sonno e quando ho riaperto gli occhi all’alba lui non c’era.
Perché?!
Per quale motivo è rimasto stanotte? E perché è andato via presto come se stesse scappando? Non riesco a capirci niente!
Il muretto fa da supporto al mio stato d’animo e più sorseggio, maggiore è il vortice di domande che si aggiungono in coda. Tengo duro ancora qualche minuto, finché si affaccia Alexis con le braccia protese verso di me ed un sorriso tenero.
«Aura, tutto bene?» Mi piace da morire quando mi stringe così forte. «Ci hai fatto preoccupare, mannaggia a te! Com’è andata la nottata? Dion ha detto che è stata tranquilla…» Termina la frase abbassando la voce, come se si fosse accorta di aver osato troppo, ma fissa le mie iridi per non perdere alcun segnale da parte mia.
Mi fa sorridere. «Dipende da quale punto di vista stai valutando!» La contagio con la mia risata e si rilassa, ha capito che non ha niente da temere.
«Ho avuto paura che la nostra fosse stata una scelta pessima… Ma in ogni caso per l’esperienza che ha Dion era sicuramente la cosa più giusta da fare.» Mi fissa con circospezione. «Se fossimo state noi con te e fosse accaduto qualcos’altro io avrei chiamato lui.» Bisbiglia rea confessa, col viso palesemente colpevole.
Scherzo per cercare di smorzare la tensione. «Non avrei avuto scampo allora! Non ti preoccupare, non è successo niente stanotte, nulla per cui dovrei allarmarmi.»
È probabile che il mio viso invece dica altro, perché mi chiede con un tono protettivo. «Sicura che sia tutto a posto?»
«Quasi.» Arriccio un po’ le labbra. «Si è steso accanto a me per dormire.» Mi scivola via senza freni.
«Cioè: nel tuo letto?» Mi chiede scioccata.
«Ehm, sì.» E sento le guance andare a fuoco.
Stanotte per la prima volta ho fantasticato su Dion. Avevo un ragazzo mezzo nudo accanto che mi abbracciava e cercava il contatto col suo corpo, solo lo spirito di tortura e autolesionismo mi ha tenuta a distanza. Sì, perché avrei dovuto fregarmene. Ma combattere con il respiro corto, le palpitazioni e una strana forma di eccitazione non mi ha fatto chiudere occhio. Senza giri di parole: avevo la vulva che si poteva dire un vulcano in tumulto. Il solo pensiero mi lascia attonita: io non ho mai avuto istinti così carnali e profondi. Cosa mi sta accadendo per sentire affacciarsi queste voglie? Una sola risposta si palesa esplodendomi nel petto: Dion, solo lui.
Il tocco delicato di Alexis mi riporta alla realtà. «Hai passato l’intera notte così? Con le guance rosse?» È sconvolta dalla mia espressione. «Perché non lo hai buttato giù? Se gli hai detto che non volevi perché lo ha fatto lo stesso?»
«Perché…» Non oso esprimerlo ad alta voce.Lo volevo anch’io, desideravo quel contatto e chissà cos’altro. Volevo sfiorargli le braccia, sentire il profumo della sua pelle da vicino, intenso. Intrecciare le mie gambe alle sue e rimanere avvinghiata a lui tutta la notte, sentirmi protetta. E poi? Avrei voluto mille altre cose che mi fanno annebbiare la vista senza neanche arrivare a visualizzare certe immagini.
Lei coglie il mio modo di lasciare in sospeso la risposta. «Comincia ad essere difficile stargli accanto, eh?» La sua espressione si fa maliziosa e mi tira una spallata che mi fa perdere l’equilibrio. Le poche gocce di caffè rimaste nel bicchiere d’asporto che ho in mano sono schizzate via. Mi fa sobbalzare dallo spavento in un misto tra risa e imprecazioni silenziose al profumo di caffè amaro.
«Cominciavo a pensare che fossi di pietra!» Continua. «E invece anche tu sei fatta di carne… Ma guarda un po’!» Le concedo di stuzzicarmi un po’, in fin dei conti me lo sto meritando. «In fondo lo avevo capito che il tuo era solo un modo per convincerti ad evitarlo… ma ci sono cose che non possono sfuggire al fato, cara. E neanche agli ormoni.»
«Per Zeus, si vede tanto?»
Prova a scandire le parole mentre ride. «Oggi sei a dir poco scandalosa.» E non ha ascoltato cosa ho latente nella testa! «Ma non avere paura, se ti piace così tanto rilassati e vedi cosa accade.»
Se fosse così semplice la mia vita avrebbe una svolta di sicuro. Ma cosa succederebbe nel lavoro? «Comunque non so se sia una buona idea che io lavori con lui nei percorsi turistici…» Ci guardiamo con una espressione appena contratta.
«Ti va di fare una prova in un negozio? Ti presento io con una lettera di referenze se ti interessa.»
«Per me va bene, anche subito. Mi sembra di perdere così tanto tempo a starmene qui in vacanza! Non sono abituata, sai?» Sorrido di rimando, la speranza di trovare un’occupazione il prima possibile è alta.
«E sia! Vieni con me.» Mi prende per mano e mi tira su dalla panchina su cui ci siamo poggiate poco fa. Comincia a prendere forma la mia prossima alternativa.
***
Il nostro appuntamento con la birra ghiacciata è ormai consuetudine. Helena non sa dire di no e a me piace così tanto questa nuova usanza che mi infonde una serenità ormai familiare. I pasti in taverna durante tutta la giornata sono invitanti e sazievoli, quindi la sera ci diamo al relax totale davanti ai tramonti così vividi che sembrano avere un’anima, una vivacità che non avevo mai visto prima.
Ogni vespro non è uguale all’altro. Oggi qualche nuvola riflette bagliori che ieri non c’erano e che domani non vedrò ancora una volta. È come se questa terra mi stesse donando ogni giorno un nuovo motivo per cui restare, instillandomi curiosità a gocce. E io questo godimento lo cerco, lo prendo.
“Ma stavolta sono stata costretta a ricambiare il favore.” Helena fa rumore mentre appoggia il bicchiere ormai vuoto sul tavolino e mi ridesta dai miei pensieri. “Le ho concesso l’intera serata, casa libera e tra un po’ anche un rene!” Strilla piccata.
“Dovresti farti perdonare per qualcosa in particolare o semplicemente le fai un piacere?” Da come ne parla sembrerebbe si stia levando una spina, ma mi diverte stuzzicarla.
“Scherzi? Le sto concedendo un’altra possibilità di divertirsi un po’ anche a discapito del mio sonno. E non credo lo farò mai più.” Pronuncia le ultime parole ammiccando vistosamente con gli occhi. “A proposito, avresti un posto libero nella tua camera? Credo che potrei svenire da te stasera, è un problema?”
“Puoi svenire dove vuoi nella mia stanza, cara! A patto che aggiunga un letto, e ognuna paga la sua parte…” Scherzo prima di ingollare l’ultimo sorso di Weiss.
Helena sembra pensarci su. “Questo mese non mi è rimasto quasi nulla... Allora, se non ti spiace, mi infilerò nel tuo letto. Ma non dirlo in reception!” Conclude con un occhiolino sardonico. “Stai attenta, perché potrei farti seriamente la proposta per la notte.”
“E io potrei invitarti sul serio. Mi farebbe piacere in fin dei conti.” La metto in guardia, sincera. Non ho voglia di stare da sola stanotte, non dopo la nottata con Dion! A dirla tutta il solo pensiero mi fa accelerare il battito cardiaco come una ragazzina.
Finché sono rimasta sveglia non ho avuto il coraggio di guardarlo. I miei occhi erano ormai abituati al buio ma non volevo girarmi col viso verso il suo. Avevo paura di quel calore che mi assaliva ad immaginarlo senza veli, senza filtri. Era in intimo, sì, non completamente nudo. Ma non ho mai avuto così tanta confidenza con qualcuno da dormirci mezza nuda accanto. Soprattutto non mi ha mai fatto lo stesso effetto il mio ex, mai. Tutto ciò mi manda in confusione.
Il desiderio di accarezzare le sue spalle ancora, la sua pelle liscia, il suo profumo così invitante che sa di lui e che non riesco a scordare. Ho registrato ogni sfumatura di quella sua essenza. Il suo bacio mi torna in mente come un treno investendomi inesorabile. Riesco ancora a sentire come mi succhiava il labbro inferiore, la sua lingua che me lo tirava delicatamente per trattenerlo il più possibile tra le sue labbra.
L’altra sera alla festa ho goduto di un momento nuovo, mi ha fatto conoscere un lato di me che non credevo esistesse. E ora quella ragazza che Dion ha travolto sulla roccia con la sua bocca e le sue mani ne vuole ancora. Vuole altre gocce di lui, altri morsi. Sono io quella ragazza che ne chiede ancora e che vuole molto di più.
Vorrei assaggiare la sua pelle, sentire gli spasmi sotto le dita quando lo accarezzo, o semplicemente sentire il respiro accelerato sotto di me. Per il solo gusto di cogliere turbamenti in lui che mi danno un piacere mai provato prima.
Mi sono persa ancora una volta, perché Helena mi scuote il braccio poggiato sul tavolino facendomi sussultare di nuovo.
“Ragazza! Che ti prende? Lo hai già visto?”
Scuoto la testa per riprendermi un attimo. “Chi? Di cosa parli?” Le chiedo incerta.I miei occhi vagano inconsapevolmente intorno a me fino a fermarsi sull’unica persona che occupa i miei pensieri ormai. Ora è qui, ai bordi della stradina. Con la sua birra in mano, parla ad un ragazzo e gesticola animatamente. Mi ritrovo a fissare le sue mani, ricordando la sensazione che mi donavano quando erano su di me, quando mi ha accarezzato il ventre alzando la maglietta l’altra sera. Quell’unica immagine delle sue dita sulla pelle mi fanno rizzare i peli delle braccia, fino a smuovere un ben più profondo desiderio. Tutto ciò non riesce a farmi desistere, anzi. È un pensiero che entra in loop: le sue mani, le labbra curiose, il respiro, e ancora le sue mani… Stringo le gambe per cercare sollievo, ma trovo solo fuoco che gioca con la mia carne.
La mia amica agita le braccia nella sua direzione e io non riesco a tirargliele giù in tempo, Dion si è accorto di noi. Saluta il suo amico stringendogli una mano e, senza mai guardare dalla nostra parte, attraversa la stradina.
Cosa sei tu? Cosa riesci a fare nascere dentro di me? Non sento il bisogno di appagare sensazioni fisiche, ho il desiderio assoluto di perdermi in lui. Come posso stare così per un ragazzo che non conosco?
Con questi pensieri che mi colorano il viso inesorabilmente, ingoio e respiro, prendo aria e ingoio. Tanto so che ormai mi ha scoperta, di nuovo. Stavolta avrò esagerato, avrò lo stesso colore di una ciliegia. Anche se non saprà mai quanto io lo stia desiderando in questo momento, quanto stia crescendo in me la voglia di averlo tutto per me, qualcosa potrebbe sospettarla, prima o poi!
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Nella mia natura
Romance🔺 Attenzione 🔺 Comprende contenuti maturi contrassegnati come tali all'inizio del capitolo che li racchiude. Spesso viene utilizzato un lessico poco appropriato ad un pubblico sensibile. GRECIA, anni 2020 Aura è in fuga dalla sua vecchia vita. F...